rotate-mobile
Sabato, 27 Aprile 2024
L'accordo

Il gas "killer" che l'Europa vuole fermare

Per la prima volta l'Ue vara una stretta sulle emissioni di metano, che ogni anno provocano circa tremila morti e costi sanitari per 8,7 miliardi

Accordo trovato per ridurre le pericolose emissioni di metano. Dopo mesi di negoziazioni e a quindici giorni dall'avvio della Cop28 di Dubai, l'Unione europea vara un'ambiziosa legge nel settore energetico, che punta a diminuire gli effetti di questa risorsa sul riscaldamento globale. Il metano ha un impatto 80 volte superiore rispetto a quello dell'anidride carbonica se misurato nell'arco di 20 anni. Le sue emissioni derivano per il 53% dall'agricoltura, il 26% dall'industria ed il 19% dall'energia. Bruxelles ha deciso di partire da quest'ultimo settore per abbatterne gli effetti, che non sono solo ambientali. Secondo un rapporto del 2019, ogni anno le emissioni di metano provocano circa tremila morti e costi sanitari per 8,7 miliardi di euro. L’Italia risultava in cima alla classifica delle conseguenze negative sulla salute generate dalle centrali a gas, capaci di coprire circa metà del fabbisogno elettrico del Paese.

Gli impegni

La Commissione europea aveva presentato la proposta di regolamento a metà dicembre 2021, nel quadro di un più ampio pacchetto di de-carbonizzazione del mercato del gas e dell'idrogeno. Dopo i consueti passaggi in Parlamento e Consiglio, l'intesa politica finale è stata raggiunta la notte tra il 14 e il 15 novembre, e prevede che siano coperti i settori del petrolio, del gas fossile, del carbone e del biometano una volta immesso nella rete del gas. Le società energetiche dovranno rilevare e riparare regolarmente le perdite di metano derivate dalle loro attività. L'accordo fissa una tabella di marcia con le tempistiche sul monitoraggio, la comunicazione e le ispezioni di potenziali fonti di emissioni di metano. Alle autorità competenti gli operatori devono presentare relazioni, quantificando le emissioni di metano alla fonte, sia per gli asset gestiti che per quelli non gestiti direttamente, seppur con tempistiche diverse.

Verifiche anche sulle importazioni

Rispetto alla proposta della Commissione c'è una novità importante: nella normativa sono state incluse le importazioni, dato che le emissioni di metano dal settore energetico arrivano principalmente dal gas e dal petrolio, di cui l'Ue è principalmente un importatore. Su questo punto i legislatori europei del trilogo hanno concordato tre fasi di attuazione: la prima si concentrerà sulla raccolta dei dati e sulla creazione di uno strumento di monitoraggio globale degli emettitori di metano e di un meccanismo di 'reazione rapida' dei super-emettitori. In secondo luogo, a partire dal primo gennaio 2027, gli importatori dovranno dimostrare requisiti equivalenti di monitoraggio, rendicontazione e verifica a livello di produzione e valori massimi di intensità di metano entro il 2030. Infine saranno le autorità competenti di ogni Paese membro a poter imporre sanzioni amministrative nel caso in cui non vengano rispettate queste regole. La Commissione è stata poi incaricata di presentare un atto delegato entro 3 anni dall'entrata in vigore per fissare le classi di intensità di metano per il petrolio greggio, il gas naturale e il carbone immessi sul mercato dell'Ue a livello del produttore o dell'azienda.

Bonifiche dei pozzi inattivi

L'accordo prevede che gli Stati membri mantengano e aggiornino regolarmente un inventario di tutti i pozzi. Va prodotta la prova dell'assenza di emissioni di metano per i pozzi permanentemente tappati e abbandonati meno di 30 anni fa. I piani di mitigazione per risanare, bonificare e tappare permanentemente i pozzi inattivi devono essere mantenuti e aggiornati regolarmente. Infine, le miniere chiuse o abbandonate da meno di 70 anni rientrano nell'ambito degli obblighi del regolamento, con un'esenzione per le miniere completamente allagate da più di 10 anni. Intrapreso lo scorso 30 agosto, i negoziatori sono riusciti a concludere l'accordo prima della prossima Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici negli Emirati Arabi Uniti. Durante la Cop28, in programma dal 30 novembre al 12 dicembre a Dubai, l'Unione europea intende far valere, anche grazie a queste norme, il suo contributo ad alzare le ambizioni globali sul clima.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Il gas "killer" che l'Europa vuole fermare

Today è in caricamento