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Sabato, 27 Aprile 2024
Ambiente

L'inquinamento fa 60mila morti all'anno ma 4 Regioni dicono no alla legge per ridurlo

L'Ue propone una direttiva sulla qualità dell'aria per diminuire lo smog, ma i governatori padani si oppongono temendo un collasso per industrie e trasporti

Una pandemia silenziosa e al rallentatore. Questa la definizione che potremmo attribuire ai danni dell'inquinamento, che nell'Unione europea determina quasi 300mila morti l'anno, di cui circa 60mila solo in Italia. Per mettere un argine a questa situazione il Parlamento europeo è al lavoro da tempo su un'importante direttiva per migliorare la qualità dell'aria, che fissa limiti più stringenti in tema di emissioni industriali e dei trasporti. La proposta di direttiva ha incontrato però la ferma opposizione delle regioni del Nord (Lombardia, Veneto, Piemonte) insieme all'Emilia Romagna. Proprio le aree più inquinate d'Italia. Grazie al parere favorevole della commissione Ambiente del 27 giugno, la norma andrà al voto durante la prossima plenaria a Strasburgo fissata a luglio, ma i governatori padani, sostenuti dal governo e dal ministro dell'Ambiente Gilberto Pichetto Fratin, promettono di dare battaglia per convincere i deputati, di qualunque formazione politica, ad opporsi alla sua approvazione. Per numerosi cittadini e scienziati la battaglia dei governatori del Nord è solo un modo per non affrontare gli elevati livelli di smog (i più alti in Europa), che stanno provocando gravi danni alla salute umana e all'ambiente.

Il voto

La commissione Ambiente del Parlamento europeo ha adottato il 27 giugno la sua posizione per migliorare la qualità dell'aria nell'Ue e creare un ambiente più pulito e più sano. La relazione, adottata con 46 voti a favore, 41 contrari e 1 astensione, stabilisce valori limite e obiettivi più severi per il 2030 per diversi inquinanti, tra cui il particolato, il biossido di azoto, il biossido di zolfo e l'ozono. Le regioni del Nord Italia si erano mosse compatte a Bruxelles per impedire il passaggio della norma in commissione, perché la reputano troppo incisiva e limitante per i settori industriali come pure per la gestione del traffico, che dovrà migliorare nettamente per poter rispettare i nuovi limiti richiesti. Per questo motivo lo scorso 24 maggio a Bruxelles avevano presentato una sorta di "controriforma", tardiva però rispetto all'iter parlamentare europeo.

Campionamenti

Secondo l'Agenzia Europea per l'Ambiente, l'inquinamento atmosferico continua a essere la prima causa ambientale di morte precoce nell'Ue, con circa 300mila decessi prematuri all'anno. Nell'ottobre 2022 la Commissione ha proposto una revisione delle norme Ue sulla qualità dell'aria con obiettivi più ambiziosi per il 2030, al fine di raggiungere l'inquinamento "zero" entro il 2050. In base al parere emerso dalla commissione Envi, tramite la direttiva si persegue la necessità di aumentare il numero di punti di campionamento della qualità dell'aria.

"Nelle località in cui è probabile che si verifichino elevate concentrazioni di particelle ultrafini, black carbon, mercurio e ammoniaca, dovrebbe esserci un punto di campionamento ogni milione di abitanti", hanno sottolineato i parlamentari, che hanno fissato un livello più alto di quello inizialmente proposto dall'esecutivo europeo. Nelle aree urbane dovrebbe esserci almeno un supersito di monitoraggio rappresentativo dell'esposizione della popolazione urbana ogni due milioni di abitanti. La Commissione ne aveva chiesto invece uno ogni 10 milioni di abitanti.

Indicatori armonizzati

L'altro obiettivo è quello dell'armonizzazione degli indicatori di qualità dell'aria, che attualmente risultano frammentati e poco intuitivi. "Gli indici devono essere chiari, disponibili al pubblico e aggiornati ogni ora, in modo che i cittadini possano proteggersi durante gli alti livelli di inquinamento atmosferico e prima che vengano raggiunte le soglie di allarme", segnalano gli eurodeputati. Si chiede inoltre di fornire maggiori informazioni sui sintomi associati ai picchi di inquinamento atmosferico e sui rischi per la salute associati a ciascun inquinante, in particolare in relazione ai gruppi vulnerabili, come anziani, bambini e lungodegenti.

Pandemia al rallentatore

"Questa pandemia al rallentatore ha un impatto devastante sulla nostra società, causando morti premature e una moltitudine di malattie cardiovascolari e polmonari", ha sottolineato dopo il voto il relatore spagnolo Javi López del gruppo dei Socialisti e Democratici. Di avviso opposto l'arco della destra. "L'applicazione pedissequa dei contenuti dei nuovi limiti per la qualità dell'aria comporterebbe la desertificazione industriale", ha commentato l'eurodeputato di Forza Italia (gruppo Ppe) Massimiliano Salini dopo aver partecipato al voto in commissione Ambiente al Parlamento europeo.

Produttività in stand-by

In contemporanea al voto a Bruxelles, il Consiglio regionale della Lombardia ha approvato una mozione proposta dalla Lega che interviene "sulle criticità" della Direttiva. Secondo Riccardo Pase, consigliere leghista e primo firmatario della mozione, gli standard qualitativi risultano essere "decisamente troppo stringenti" per i principali inquinanti e insostenibili per la Lombardia, che "rappresenta una delle Regioni più industrializzate d'Europa e con il Pil più elevato". Pase si appella alla "particolare conformazione territoriale della regione", di cui l'Europa dovrebbe tenere conto per elaborare apposite esenzioni. Secondo uno studio effettuato da Arpa Lombardia, "per raggiungere gli obiettivi imposti, non basterebbero le sole misure tecnologiche, ma bisognerebbe anche diminuire drasticamente una serie di attività fondamentali e imprescindibili per una Regione come la nostra", ha affermato Pase. Il consigliere ha evidenziato che andrebbero ridotti del 75% i veicoli circolanti e gli impianti di riscaldamento a metano, nonché eliminato il 100% degli impianti di riscaldamento domestico a biomassa. Vi sarebbe una "paralisi della produttività" in Lombardia, come delle Regioni "del bacino padano", ha lamentato il consigliere leghista.

Relazione col Covid-19

Più che del calo della produttività, molto cittadini sono preoccupati della salvaguardia di vite umane. In Italia gli scienziati hanno calcolato che ogni anno la morte prematura di oltre 60mila persone è causata dall'inquinamento. Un progetto nazionale pochi giorni fa ha dimostrato la connessione tra smog e infezione da Covid 19, in particolare tra gli anziani. Circa 10mila persone, equivalenti a oltre l’8% delle morti attribuibili al Covid, si sarebbero potute salvare se l’infezione non si fosse diffusa su una popolazione resa fragile da un'aria avvelenata dallo smog. La distribuzione geografica dell'infezione e dei decessi per Covid-19 "mostra incidenza e letalità più alte nelle aree del nord Italia, che hanno anche più elevati livelli di inquinamento atmosferico di lungo periodo", si legge nello studio.

Calling Mattarella

Anche per questo motivo una coalizione di cittadini, scienziati e 40 associazioni ha chiesto supporto anche al presidente Sergio Mattarella affinché sostenga la normativa europea. "La via per rientrare nei limiti per gli inquinanti indicati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità in Italia, anche in Pianura padana, passa attraverso l’integrazione di misure tecniche con azioni di natura strutturale", ha dichiarato Anna Gerometta, presidente della coalizione Cittadini per l’aria. Ha evidenziato inoltre che sarà necessario "il sostegno al cambiamento di abitudini e comportamenti da parte dei cittadini che, se adeguatamente informati, sono pronti a fare la loro parte". Sull'operato dei governatori del Nord stigmatizza duramente: "Le regioni padane che oggi si muovono in Europa sono impegnate ad arraffare briciole di opulenza per pochi, a danno dei più e del futuro di tutti", ha concluso Gerometta.

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