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Giovedì, 25 Aprile 2024
L'allarme

Molti degli effetti del cambiamento climatico sono ormai "irreversibili"

L’ultima valutazione dell'Onu afferma che ci rimane ormai solo una breve finestra di tempo se vogliamo evitare la catastrofe ambientale

Molte delle conseguenze per il pianeta del riscaldamento globale sono ormai “irreversibili” e danni arrecati al pianeta sono quindi permanenti. Dopo appena quattro mesi dalla Cop26 di Glasgow, in cui i leader mondiali si sono confrontati per provare a trovare soluzioni rapide per contrastare il Climate Change, un nuovo studio delle Nazioni Unite riporta in primo piano l’importanza di fare di più e in fretta. "Il nostro rapporto indica chiaramente che i luoghi in cui le persone vivono e lavorano potrebbero cessare di esistere, e che gli ecosistemi e le specie con cui siamo cresciuti e che sono centrali per le nostre culture potrebbero scomparire", ha affermato la professoressa Debra Roberts, copresidente dell'Ipcc, il gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico. “Questo è il momento decisivo”, ha dichiarato, sottolineando che, se vogliamo cambiare le cose, “siamo ora nel decennio in cui bisogna agire”.

“Gli esseri umani e la natura sono spinti oltre alla loro capacità di adattamento”, dichiarano i membri del foro scientifico. Oltre il 40% della popolazione mondiale è altamente vulnerabile ai cambiamenti climatici. Il rapporto mostra che gli eventi meteorologici estremi legati a fenomeni come inondazioni e ondate di caldo stanno colpendo gli umani e altre specie molto più duramente di quanto indicato in precedenza. Questi impatti, sottolinea il nuovo studio, stanno già andando oltre la capacità di molte persone di farvi fronte. Tra il 2010 e il 2020, nota la Bbc, nelle regioni più vulnerabili (parti dell’Africa, dell’Asia meridionale e dell’America centrale e meridionale) inondazioni, siccità e tempeste hanno provocato un numero di vittime 15 volte più alto rispetto ad altre parti del mondo.

E questo è solo l’inizio: il continuo e accelerato innalzamento del livello del mare colpirà sempre più gli insediamenti costieri, le barriere coralline si sbiancheranno completamente e gli alberi moriranno. In più, c’è il rischio particolare che l’aumento delle temperature favorisca il proliferare di malattie. Le perdite previste, tuttavia, diminuirebbero drasticamente se si riuscisse a mantenere l’aumento delle temperature entro 1,5°. Il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, si è detto colpito dallo studio, e non ha usato mezzi termini per commentarne i risultati: “I fatti sono innegabili. Questa abdicazione di leadership è criminale. I più grandi inquinatori del mondo sono colpevoli di aver incendiato la nostra unica casa”.

A lanciare un messaggio di speranza è stata la dottoressa Helen Adams del King's College di Londra, autrice principale del rapporto: "Una delle cose che penso sia davvero molto chiara nel rapporto è che sì, le cose vanno male, ma in realtà il futuro dipende da noi, non dal clima". Nonostante le feroci conseguenze che il mondo sta già vivendo, dunque, c’è ancora una breve finestra di tempo in cui l’uomo può agire per evitare di raggiungere il punto di non ritorno.

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