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Sabato, 27 Aprile 2024
Lettera da Bruxelles

Caccia libera nei parchi, ora l'Italia rischia la procedura d'infrazione europea

La Commissione contesta le disposizioni che violerebbero le norme a tutela delle specie selvatiche

Il via libera alla caccia nei parchi, anche in zone urbane, è finito nel mirino di Bruxelles. La Commissione europea ha confermato a Europa Today di aver inviato una lettera al governo italiano "in relazione ad alcune disposizioni della legge numero 197", ovvero la legge di bilancio. Il testo - per via di un emendamento presentato da Tommaso Foti, capogruppo alla Camera di Fratelli d’Italia - permette l'abbattimento o la cattura di animali selvatici anche nelle aree urbane. 

La norma è stata introdotta per controllare il numero di cinghiali e altre specie che da alcuni anni circolano regolarmente in diverse città italiane, a partire dalla capitale. Nella sua lettera l'esecutivo europeo ha contestato le nuove disposizioni approvate lo scorso dicembre con riferimento "alla loro compatibilità con le direttive Habitat e Uccelli", ha spiegato una fonte della Commissione europea. 

Chiusa Villa Pamphilj per la presenza di cinghiali

Le due direttive Ue citate nella lettera della Commissione mirano a proteggere tutte le specie di uccelli selvatici nei ventisette Paesi membri e a conservare gli habitat della flora e della fauna selvatiche. Come ha fatto notare l'associazione animalista Lav, "l’emendamento sulla 'caccia selvaggia' ha tolto di mezzo il controllo scientifico esercitato dall’Ispra", ovvero dall'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, "sulle attività dei cacciatori ed è stato cancellato l’obbligo di applicare preventivamente i metodi ecologici, che non prevedono cioè alcun intervento diretto sugli animali selvatici".

La Commissione europea ha precisato di essere ora "in attesa di una risposta da parte delle autorità italiane e, dopo la sua valutazione, decideremo l'azione più opportuna", ha concluso la fonte Ue. La lettera di Bruxelles è stata inviata ai sensi del progetto "EU Pilot", la piattaforma online utilizzata dai governi e dalla Commissione per comunicare e chiarire il contesto fattuale e giuridico dei problemi che sorgono in relazione alla corretta applicazione del diritto dell'Ue. Questo sistema viene utilizzato per far rispettare le norme Ue e in modo da evitare, se possibile, le formali procedure di infrazione.

Gli Stati membri dispongono normalmente di dieci settimane per rispondere e i servizi della Commissione, a loro volta, dispongono anch'essi di dieci settimane per valutare la risposta. Se questa non è soddisfacente, la Commissione di norma avvia una procedura d'infrazione inviando una lettera di costituzione in mora allo Stato membro interessato. Di qui il rischio che per l'Italia si apra un nuovo contenzioso con l'Ue.

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