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Sabato, 27 Aprile 2024
Climate change

Bruxelles vuole una riduzione delle emissioni del 90% (ma risparmia l'agricoltura)

La Commissione fissa target ambiziosi, ma lascia al prossimo esecutivo il compito di formalizzare la proposta. Il tema sarà al centro dello scontro politico in vista delle europee

La Commissione europea ha fissato l'ambizioso obiettivo di ridurre le emissioni nette di gas serra del 90% entro il 2040, un target che metterà alla prova la reale volontà dei partiti politici europei di lottare in maniera concreta contro il cambiamento climatico, in vista delle elezioni europee del prossimo giugno. L'esecutivo comunitario ha però indebolito una parte della raccomandazione riguardante l'agricoltura, in risposta a settimane di proteste da parte degli agricoltori arrabbiati, tra le altre cose, per le regole ambientali dell'Unione. Una precedente bozza dell'obiettivo Ue, diceva che l'agricoltura avrebbe dovuto ridurre le emissioni non Co2 del 30% entro il 2040 rispetto ai livelli del 2015, per rispettare l'obiettivo climatico generale. Questo punto, secondo quanto riporta la Reuters, sarebbe stato rimosso dal testo finale.

"Dobbiamo assicurarci di avere un approccio equilibrato", ha dichiarato il commissario europeo al Clima, Wopke Hoekstra, parlando al Parlamento europeo. "La stragrande maggioranza dei nostri cittadini vede gli effetti del cambiamento climatico, vuole essere protetta, ma è anche preoccupata di ciò che questo implica per il proprio sostentamento", ha spiegato. La proposta di oggi darà il via al dibattito politico sull'obiettivo, ma spetterà alla nuova Commissione e al nuovo Parlamento, che nascerà dopo le elezioni di giugno, approvare l'obiettivo finale.

Nella comunicazione adottata oggi, l'esecutivo comunitario individua un blocco di otto aree in cui raccomanda agli Stati membri di mettere in campo "misure decisive" per contribuire all'obiettivo del 2040 e creare le "condizioni favorevoli" per raggiungerlo. Come previsto, la comunicazione non è una proposta legislativa vera e propria: Bruxelles ha presentato solo una raccomandazione, sotto forma di comunicazione, accompagnata da una dettagliata valutazione d'impatto con tre scenari ipotizzati. Sarà quindi la prossima Commissione ad avere la responsabilità politica di proporre una legislazione sull'obiettivo del 2040 e sul quadro politico di accompagnamento per il periodo successivo al 203. E il tema ambientale sarà sicuramente uno di quelli più caldi, con il centrodestra che da mesi si sta scagliando contro il Green Deal, accusato di affossare l'economia del blocco. Che quindi le raccomandazioni si trasformino in misure concrete e decisive non è affatto contato.

Eppure l'urgenza di intervenire sembra evidente. Nel 2023, con un'accelerazione storicamente elevata degli sconvolgimenti climatici, il riscaldamento globale ha raggiunto 1,48°C al di sopra dei livelli preindustriali e le temperature degli oceani e la perdita di ghiaccio dell'Oceano Antartico hanno battuto ogni record. La temperatura dell'aria di superficie è aumentata ancora di più in Europa, con l'ultima media quinquennale di 2,2°C al di sopra dell'era preindustriale. Si prevede che incendi, inondazioni, siccità e ondate di calore aumenteranno e la riduzione delle emissioni e il potenziamento delle azioni di adattamento sono l'unico modo per evitare gli esiti peggiori del cambiamento climatico e proteggere vite, salute, economia ed ecosistemi.

La Legge europea sul clima, entrata in vigore nel luglio 2021, sancisce l'impegno dell'Ue a raggiungere la neutralità climatica entro il 2050 e l'obiettivo intermedio di ridurre le emissioni nette di gas serra di almeno il 55% entro il 2030, rispetto ai livelli del 1990, con il nuovo obiettivo suggerito del 90% entro il 2040. Per raggiungere questo obiettivo l'esecutivo comunitario chiede anche di puntare sulle tecnologie di cattura e stoccaggio della Co2.

La comunicazione individua una serie di azioni da intraprendere a livello nazionale e dell'Ue per consentire la diffusione di queste tecnologie e delle infrastrutture necessarie per creare un mercato unico per la Co2 in Europa nei prossimi decenni. Bruxelles valuterà i volumi di anidride carbonica che devono essere rimossi direttamente dall'atmosfera (assorbimenti industriali di carbonio) per conseguire le ambizioni di riduzione per il 2040 e il 2050 e valuterà gli obiettivi generali e le misure politiche per conseguirli.

"Una maggiore ambizione è ovviamente benvenuta, ma un obiettivo di riduzione del 90% non è ancora sufficiente per allinearsi correttamente all'obiettivo di 1,5°C. Le soluzioni reali per raggiungere lo zero netto entro il 2040 sono evidenti: abbiamo solo bisogno di un coraggio politico all'altezza delle sfide che stiamo affrontando", ha dichiarato Chiara Martinelli, direttrice di Can Europe (Climate Action Network), organizzazione che riunisce le principali associazioni ambientaliste del blocco. "Una recente ricerca di Can Europe indica che allinearsi subito all'obiettivo di zero emissioni entro il 2040 produrrebbe benefici economici pari ad almeno milla miliardi di euro entro il 2030. Scegliendo una posizione meno ambiziosa, la Commissione europea sta perdendo un'occasione d'oro per accedere a questi benefici", ha aggiunto Martinelli.

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