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Sabato, 27 Aprile 2024
Trasporti sostenibili

La battaglia delle città europee contro i Suv

Parigi ha triplicato le tariffe dei parcheggi per le auto di grandi dimensioni. Altre città europee hanno già varato una stretta su questi veicoli. E i produttori sono in allarme

Dal prossimo settembre, chi arriva a Parigi a bordo di un Suv pagherà fino a 225 euro per una sosta di sei ore in un parcheggio pubblico. Lo hanno deciso i cittadini (non moltissimi, in realtà) che a inizio febbraio hanno votato a favore di un referendum che mira a imporre una stretta sulla circolazione delle autovetture pesanti. Ma la capitale francese è solo l'ultima di un gruppo sempre più nutrito di città europee che stanno adottando misure sempre più restrittive nei confronti dei mezzi privati di grossa cilindrata, con il duplice obiettivo di abbattere le emissioni di CO2 e di aumentare la sicurezza dei centri urbani. 

Le città contro i Suv

Prima di Parigi, a penalizzare fortemente i Suv erano state anche altre città francesi, come Lione. Misure simili sarebbero in via di valutazione a Londra, Amsterdam e Bruxelles (che ha già alcune regole circa la dimensione delle vetture), nonché da parte dell'associazione delle città tedesche. A livello nazionale, le tasse automobilistiche sono già differenziate in base alla cilindrata dei veicoli in Francia, Paesi Bassi, Norvegia e Svizzera, e l'Estonia dovrebbe seguire questa strada già dall'anno prossimo. 

E la stessa Commissione europea starebbe lavorando ad una serie di misure per ridurre la mortalità sulle strade del Vecchio continente, tra le quali ci sarebbe una stretta sulla possibilità per i neo-patentati di guidare Suv. In Italia, nel frattempo, si litiga sul limite dei 30 km all'ora nei centri abitati.

Dudley Curtis, portavoce del Consiglio europeo per la sicurezza dei trasporti, sostiene che "le città dovrebbero essere progettate per consentire alle persone di muoversi in sicurezza, soprattutto quando scelgono modalità di trasporto più sane e meno dannose, come camminare e andare in bicicletta o prendere i mezzi pubblici".

Auto sempre più grandi

Le case automobilistiche traggono grossi profitti dalla vendita di Suv e crossover di piccole dimensioni con motore a combustione, al punto che alcuni marchi stanno riducendo la produzione delle vetture più piccole che si stanno dimostrando meno redditizie. I margini maggiori servirebbero a finanziare la costosa transizione verso il trasporto privato a impatto carbonico neutrale, sostengono le industrie dell'automotive.

Stando ai dati di Jato Dynamics, nel settembre 2023 i Suv contavano per il 54% delle nuove immatricolazioni di auto in Europa. Nello specifico, questi veicoli hanno rappresentato il 60% delle immatricolazioni di auto completamente elettriche (i cosiddetti Bev, la cui domanda è cresciuta del 13% lo scorso anno) e il 74% delle ibride plug-in. 

E si tratta di vetture sempre più ingombranti. Secondo un recente studio dell'ong Transport & environment, i nuovi veicoli diventano più larghi in media di 1 cm ogni due anni. Questo si traduce, oltre ai disagi relativi ai parcheggi, anche in una minor sicurezza degli utenti più deboli della strada, come pedoni e ciclisti, per i quali un aumento medio di 10 cm dell'altezza dei frontali delle autovetture comporta rischi di morire nelle collisioni maggiori del 30%. E in una città come Parigi, che sta compiendo grandi sforzi per diventare sempre più "ciclabile", statistiche di questo genere non passano inosservate.

Ma oltre alla sicurezza stradale, l'altra motivazione principale per limitare la circolazione dei grossi autoveicoli ha a che fare con le loro emissioni. Come riportato dal quotidiano britannico Guardian, studi scientifici hanno dimostrato che i Suv, anche nuovi, inquinano di più delle auto più piccole, anche se immatricolate da diversi anni.

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