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Venerdì, 26 Aprile 2024
Crisi idrica / Spagna

A Barcellona manca l'acqua: i cittadini potranno lavare le auto solo con una spugna

In Catalogna le riserve idriche sono al di sotto del 33%. Limiti per agricoltura e industria, ma anche per la pulizia delle strade e le piscine

È allarme siccità in Catalogna, dove le riserve idriche sono al di sotto del 33 per cento. Dopo un anno estremamente secco e senza prospettive di piogge generose in vista, il governo regionale ha varato un piano per limitare al minimo gli sprechi dell'oro blu.

Le nuove norme imporranno una riduzione del 25 per cento dell'uso dell'acqua per l'irrigazione agricola, del 10 per cento per il bestiame, e del 5 per cento per l'industria. A casa, si potrà consumare un massimo di 250 litri al giorno. Il piano prevede che l'irrigazione dei giardini, sia pubblici che privati, può avvenire solo nelle ore di minore insolazione: dalle 8 di sera alle 8 del mattino. Nei giardini privati ​​sarà possibile irrigare solo due giorni alla settimana.

Ai privati ​​è vietato poi usare i tubi dell'acqua per pulire le strade o le facciate delle loro case. Possono utilizzare oggetti come stracci o spugne. Da parte loro, i Comuni devono seguire un piano per utilizzare meno acqua potabile possibile per pulire le strade. Il piano prevede anche limitazioni per la pulizia dell'auto: i car wash potranno operare solo se hanno un sistema di ricircolo. I privati, invece, dovranno limitarsi a pulire vetri, specchietti, luci e targhe utilizzando rigorosamente una spugna. Altra misura riguarda le piscine: il riempimento può essere solo parziale in quelle che hanno un sistema di ricircolo e nelle quantità necessarie per sostituire l'acqua che si perde e per pulire i filtri. Le piscine di nuova costruzione possono effettuare solo il primo riempimento.

Secondo quanto riportato da El País saranno interessati un totale di 6,6 milioni di catalani, oltre l'85 per cento della popolazione della comunità. Per l'assessore catalano Teresa Jordà, tali misure non incideranno sui consumi dei cittadini: "Il pubblico non se ne accorgerà. Non ci saranno tagli all'acqua. Abbiamo scorte di acqua potabile per più di un anno". Jordà definisce comunque la situazione come "preoccupante". Negli ultimi nove mesi, l'Agenzia catalana dell'acqua (Aca) ha attuato misure per rallentare la diminuzione delle riserve idriche.

Ad esempio, secondo Acció Climàtica, è stata potenziata la produzione degli impianti di desalinizzazione, che sono passati dal 20 per cento al 90 per cento della loro capacità e hanno contribuito al sistema con oltre 54 ettometri cubi. Questo apporto di acqua ha permesso di attenuare il calo dei bacini e di evitare scenari di maggiori restrizioni rispetto a quelli previsti ora. "Se oggi siamo al 34 per cento delle riserve, senza i dissalatori saremmo al 27 per cento, molto vicini a uno scenario di eccezionalità", sottolineano fonti del governo catalano. La comunità inizia a guardare il cielo con grande preoccupazione. Se la mancanza di pioggia si protrarrà per più mesi, la prossima stagione irrigua comincerà a essere seriamente messa in pericolo (l'agricoltura consuma il 70 per cento delle risorse, secondo l'Unesco).

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