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Domenica, 28 Aprile 2024
Il caso / Israele

Chi finanzia l'Unrwa, l'agenzia Onu per i rifugiati palestinesi

L'organizzazione è stata accusata da Israele di legami con Hamas e l'attentato del 7 ottobre. Italia e altri 14 Paesi hanno sospeso i fondi. L'Ue: "Ruolo vitale per abitanti di Gaza"

All'indomani della decisione della Corte internazionale di giustizia, il più alto tribunale dell'Onu, di dar seguito all'accusa di genocidio contro Israele per i raid nella Striscia di Gaza, le autorità di Tel Aviv hanno messo nel mirino l'Unrwa, il braccio operativo delle stesse Nazioni Unite nella regione che si occupa di assistere i rifugiati palestinesi. Secondo Israele, circa 190 impiegati dall'agenzia Onu (su un totale di 13mila) avrebbe legami con Hamas e avrebbe partecipato all'attentato terroristico del 7 ottobre. Il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres ha però parlato di 12 sospetti, di cui 9 già licenziati. Quali che siano i numeri, l'accusa israeliana ha spinto diversi Paesi, tra cui l'Italia, a sospendere i finanziamenti all'Unrwa. Una scelta non condivisa dall'Unione europea. 

Chi finanzia l'Unrwa

"Gli impegni di finanziamento in corso da parte dell'Ue sono stati rispettati e i finanziamenti non sono stati sospesi", ha fatto sapere in una nota l'ufficio dell'Alto commissario per la politica estera dell'Ue, Josep Borrell. L'Ue è il terzo donatore istituzionale dell'agenzia per i rifugiati palestinesi, stando agli ultimi dati forniti dalla stessa Unrwa. Nel 2022, Bruxelles ha stanziato poco più di 114 milioni di dollari, circa il 10% dei fondi ricevuti dall'agenzia da governi e organizzazioni internazionali, pari a 1,1 miliardi di dollari. In vetta alla classifica delle donazioni ci sono gli Stati Uniti, con 343 milioni. Al secondo posto la Germania con 202 milioni, che è anche il primo Paese dell'Ue per finanziamenti davanti alla Svezia (60 milioni). Scorrendo la lista dei principali donatori, dominata dagli Stati europei e da quelli del G7, ci sono anche Paesi arabi e musulmani: l'Arabia saudita (ottava in generale con 27 milioni), la Turchia (25), il Kuwait (12) e il Qatar (10). L'Italia si piazza al quattordicesimo posto, con 18 milioni di dollari.

Il nostro governo è tra quelli che hanno annunciato la sospensione delle donazioni all'Unrwa. Si tratta di una quindicina di Stati, tra cui Usa, Germania, Norvegia, Giappone, Francia, Canada, Australia, Regno Unito, Finlandia, Austria, Romania, Paesi Bassi, e Svizzera. Guardando ai fondi del 2022, l'impatto per le casse dell'agenzia Onu è notevole: solo Washington e Berlino rappresentano il 50% dei finanziamenti pubblici dell'Unrwa.

Ecco perché la decisione dell'Ue di mantenere le sue donazioni è una boccata d'ossigeno fondamentale per l'agenzia. "Il ruolo dell'Unrwa è vitale nelle attuali circostanze a Gaza: 2 milioni di persone hanno un disperato bisogno degli aiuti forniti dall'Unrwa e da altre agenzie delle Nazioni Unite", spiega l'ufficio di Borrell. 

Cosa fa l'Unrwa

L'agenzia Onu svolge un ruolo centrale non solo a Gaza, ma in tutti i territori della regione in cui vivono i palestinesi rifugiati. Di chi si tratta? I rifugiati palestinesi sono definiti come "persone il cui luogo di residenza abituale era la Palestina nel periodo dal 1 giugno 1946 al 15 maggio 1948, e che hanno perso sia la casa che i mezzi di sostentamento a seguito del conflitto del 1948" tra Israele e una coalizione di Paesi arabi, si legge sul sito dell'agenzia.

I rifugiati palestinesi a oggi sono circa 5,9 milioni. Quasi un terzo di loro più di 1,5 milioni di individui, vivono in 58 campi profughi in Giordania, Libano, Siria, Striscia di Gaza e Cisgiordania, compresa Gerusalemme Est. L'Unrwa gestisce anche scuole, centri sanitari e centri di distribuzione in aree esterne ai campi riconosciuti dove si concentrano i rifugiati palestinesi, come Yarmouk, vicino a Damasco.

L'operato dell'Unrwa non riguarda solo Gaza, dunque. Ma nella Striscia le condizioni della popolazione assistita sono quelle che richiedono il maggior impegno dell'agenzia: qui, secondo il rapporto del 2021, vivevano 1,5 milioni di rifugiati su una popolazione totale di 2 milioni. Per loro, il cibo, l'assistenza sanitaria e l'istruzione dipendono dall'agenzia Onu. E il conflitto in corso non ha fatto altro che peggiorare ulteriormente la situazione (nei raid di Israele, tra l'altro, sono morti oltre cento dipendenti delle Nazioni Unite). Senza donazioni, ha avvertito la stessa Unrwa, le attività nella Striscia potrebbero venire interrotte già a fine febbraio. 

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