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Sabato, 27 Aprile 2024
EU4Future

Migrazioni e politica estera: via al quarto panel dei cittadini alla Conferenza sul Futuro dell'Europa

Gli ultimi 200 cittadini estratti a sorte stanno discutendo al Parlamento europeo di Strasburgo: sul tavolo le relazioni con Usa e Cina e il delicato equilibrio tra controllo delle frontiere e accoglienza

Siamo arrivati al quarto e ultimo panel dei cittadini alla Conferenza sul Futuro dell’Europa. Anche per questo weekend 200 persone selezionate a caso da tutta Europa hanno occupato i banchi della plenaria del Parlamento europeo a Strasburgo per portare proposte, riflessioni e idee che guidino l’Unione verso il 2050. I cittadini sono stati chiamati a partecipare con una selezione casuale, via telefono, ma che rappresentasse la diversità dell’Europa in termini di genere, provenienza, estrazione sociale ed età: questo fattore è stato particolarmente importante, per la Conferenza sul Futuro dell’Europa, tanto che un terzo dei partecipanti ha meno di 26 anni.

I temi di questo incontro sono stati Migrazione e Relazioni dell’Ue con il resto del mondo. Due argomenti divisivi, soprattutto il primo. Dalla Piattaforma della Conferenza, che da aprile raccoglie idee e proposte, sono emerse due tendenze ugualmente rappresentate ma in conflitto tra di loro, quella di una maggiore accoglienza e quella di un controllo più serrato sulle persone che vogliono entrare in Europa. I cittadini potranno discuterne nei quindici gruppi di lavoro, in cui verranno elaborati suggerimenti da concretizzare durante i prossimi incontri.

Argomento più difficile da affrontare, ma per la sua complessità, è invece quello che riguarda le relazioni dell’Unione europea con il resto del mondo. Dalle prime discussioni e dai primi commenti dei cittadini è emersa la volontà di avere un’Europa più coesa, con la creazione di una politica estera e di un esercito comuni, per rappresentare i valori e gli interessi europei. Rimane la grande questione del posizionamento dell’Ue rispetto a Stati Uniti, Russia e Cina, in un equilibrio che dovrebbe vedere l’Unione difendere i diritti umani senza perdere occasioni di crescita economica.

Oggi i 200 cittadini a Strasburgo hanno potuto confrontarsi su questi due argomenti con alcuni esperti europei tra cui Federica Mogherini, ex Alta rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza. Con lei si è discusso di sviluppo di una difesa comunitaria, un processo nato durante il suo mandato e poi messo in pausa con la pandemia, ma anche di un’accademia unica per formare il corpo diplomatico del futuro, e di intelligence sharing, un processo di scambio di dati e informazioni che in Europa è ancora agli inizi.

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I cittadini hanno anche fatto proposte molto pratiche: per esempio che il seggio permanente nel Consiglio di sicurezza dell’ONU passi dalla Francia, che rappresenta i propri interessi, all’Unione europea, che rappresenta invece gli interessi dei 27 Stati memrni. Un ragazzo sloveno ha sollevato la questione della vendita di armi ai paesi in guerra, commercio che l’Europa dovrebbe vietare o quantomeno scoraggiare sul proprio territorio. Laura, giovane donna italiana, ha chiesto del trattato transatlantico di libero scambio, il TTIP, affossato da Donald Trump nel 2016.

Con gli esperti di migrazione si è discusso invece del processo di richiesta d’asilo: per qualcuno dovrebbe partire dopo attenti controlli alle frontiere mentre per altri, come Antonio, che ha 70 anni e viene da Napoli, dovrebbe iniziare nei paesi di partenza, e dovrebbe essere il più ampio possibile. Una donna romena ha proposto che in attesa dei documenti i migranti possano frequentare corsi di lingua o di formazione professionale per poter essere subito inseriti nel tessuto sociale del Paese europeo in cui vivranno. Christian invece, che è italiano, chiede perché non si possa creare una polizia comunitaria che si occupi di migrazioni e di richieste d’asilo.

Cosa succede ora

I cittadini avranno fino a domenica pomeriggio per tracciare un primo elenco di proposte su immigrazione e politica estera. Si incontreranno poi altre due volte, una online e una a Maastricht, per concretizzare le idee.

Ma non saranno i soli: come dicevamo ci sono stati altri tre incontri, tra settembre e ottobre, in cui altri 200 cittadini per panel hanno discusso di ambiente, salute, democrazia, economia e molto altro. Un totale quindi 800 cittadini e cittadine: alla fine dei 12 incontri complessivi i portavoce dei panel insieme a rappresentanti di Commissione, Consiglio e Parlamento europei redigeranno una relazione finale che sarà presentata alle istituzioni nel 2022

Come si è arrivati fin qui

La Conferenza sul Futuro dell’Europa getta le basi di quella che sarà l’Unione nel 2050. Servirà per rilanciare il processo di unificazione e democratizzazione, fermo al 2007 con i Trattati di Lisbona. Sarebbe dovuta iniziare il 9 maggio 2020, 70esimo anniversario della dichiarazione di Schuman, ma la pandemia l’ha fatta slittare di un anno. Perché la Conferenza fosse davvero rappresentativa le istituzioni hanno voluto coinvolgere i cittadini, per ascoltare le loro idee: ad aprile 2021, come dicevamo, è stata lanciata la Piattaforma che ha raccolto le idee e le proposte che sono state la base per i quattro panel di cittadini che abbiamo raccontato in queste settimane.

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