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Sabato, 27 Aprile 2024
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I cittadini che "formeranno" la nuova Unione: tra i banchi di Strasburgo inizia la Conferenza sul futuro dell'Europa

200 persone selezionate in modo casuale per presentare alle istituzioni idee e proposte. Che dovranno trasformarsi in atti concreti

DALLA NOSTRA INVIATA A STRASBURGO - Duecento cittadini e cittadine europei riuniti nell'aula della plenaria del Parlamento europeo, a Strasburgo. 200 storie diverse, 200 opinioni che l'Europa è pronta ad ascoltare. E' iniziata così la Conferenza sul futuro dell'Europa, il grande progetto dell'Unione per essere sempre più presente e attenta alle vite dei suoi 446 milioni di abitanti.

I partecipanti (che fanno parte di una sorta di "assemblea costituente" di 800 cittadini da tutta Europa) sono stati selezionati in modo casuale da alcune agenzie (a loro volta selezionate dall'Ue), che li hanno contattati sulla base di elenchi rappresentativi delle diversità geografiche, di genere, di estrazione sociale, di formazione e di età. Quest'ultimo elemento in particolare è stato importante, perché il futuro dell'Europa è in mano ai giovani: un terzo dei cittadini estratti infatti è costituito da ragazzi e ragazze tra i 16 e i 25 anni. Chi ha risposto sì alla chiamata è stato invitato a Strasburgo a partecipare al weekend di apertura dei lavori, tra il 17 e il 19 settembre.

I 200 cittadini, divisi in 15 sottogruppi, si sono scambiati idee e hanno fatto proposte concrete su tre grandi temi: economia, giustizia sociale e occupazione, poi trasformazione digitale e infine istruzione, cultura, gioventù e sport. Ci sono stati anche alcuni momenti di plenaria, in cui i partecipanti hanno potuto ascoltare le opinioni di alcuni esperti dei vari argomenti e porre loro domande.

Sono state fatte proposte concrete e si sono affrontati temi veri, reali, a volte comuni tra Paesi e a volte differenti. "Per noi italiani quello della plastica nei mari e nei fiumi è un tema molto reale, quotidiano", spiega Paolo Mauro, diciassettenne di Cosenza. "Per il signore danese che era seduto di fianco a me in plenaria invece no, da loro la gestione dei rifiuti funziona meglio che da noi". "Nel mio sottogruppo si è discusso di occupazione femminile e di quanto sia difficile per una donna essere madre e lavoratrice allo stesso tempo" racconta Lucia Balirano, 48 anni e un forte accento fiorentino. "Eravamo tutte d'accordo: io, la donna portoghese, quella di Malta e quella di Copenaghen".

Un fluire di idee che man mano che passavano le ore sono diventate proposte per l'Europa, raccolte dai moderatori dei vari sottogruppi che hanno lanciato temi e "fatto ondeggiare quella bacinella piena d'acqua che era il sottogruppo", secondo la metafora usata da Mauro. Anche in plenaria, con gli esperti, sono stati trattati argomenti rilevanti: qualcuno ha chiesto come si porta avanti il processo di abolizione del voto all'unanimità, pratica europea su cui da qualche anno il dibattito è forte. Altri hanno parlato di reddito minimo garantito europeo, di sistema fiscale omogeneo e di coordinamento degli orari e dei programmi scolastici in Ue.

I corridoi del Parlamento europeo e i banchi della plenaria sono stati invasi e quasi occupati da un gruppo di persone eterogeneo, qualcuno più sicuro di sè e qualcuno più titubante. Qualcuno aveva portato il pc, altri hanno preso appunti su carta. Dappertutto capannelli di ragazzi giovani provenienti da tutta Europa si sono trovati, confrontati, forse messi in discussione. Una partecipazione di cittadini così non si era mai vista, da queste parti. L'ultima grande rivoluzione dell'Unione europea risale al 2007, al Trattato di Lisbona, ma anche allora non era stato il gioco dei milioni di europei che invece oggi sono rappresentati e ascoltati. Fuori dalle riunioni dei sottogruppi, nelle pause caffè tra una plenaria e l'altra lo stesso concetto si ripete con frequenza: "l'UE per me era lontana, una macchina burocratica che non mi affascinava: sono qui anche per mettere in discussione questa convinzione". Andrea Cavina, trentenne di Bologna, dà voce alla preoccupazione di alcuni: "speriamo che non siano solo parole al vento, speriamo di venire ascoltati. Ma sono fiducioso: se le istituzioni hanno messo in piedi questo progetto così grande e impegnativo vuol dire che c'è attenzione e voglia di darci voce".

Come siamo arrivati qui

La proposta di lanciare una Conferenza sul futuro dell'Europa, proprio per riportare l'UE al centro delle vite dei cittadini, risale al 2019: sarebbe dovuta iniziare il 9 maggio del 2020, 70 anni dopo la dichiarazione di Schuman che aveva dato il via al concetto di integrazione europea, ma la pandemia da Covid-19 ha inevitabilmente fatto slittare la data a un anno dopo. La CoFoe è guidata da un comitato esecutivo, fatto da membri delle tre grandi istituzioni europee: Parlamento, Commissione e Consiglio. La sua spina dorsale è la piattaforma multilingue digitale, lanciata ad aprile 2021: un contenitore di idee, eventi, progetti e proposte tutte portate avanti da cittadini europei, singoli o riuniti in associazioni. In questi mesi è stato infatti possibile caricare sulla piattaforma visioni e suggerimenti all'Europa su nove grandi temi, tra cui salute, cambiamento climatico, migrazione, trasformazione digitale. E' stato possibile - ed è anche stato fatto, e molto - organizzare eventi piccoli o grandi per discutere di questi temi. Alcuni eventi sono in corso ancora oggi. Tutte queste idee, più di settemila, sono state lette, raccolte e filtrate perché fossero l'ossatura della Conferenza sul futuro dell'Europa che è partita in questi giorni. 

Cosa succede ora

La tre giorni di Strasburgo è solo l'inizio di un processo molto lungo: le stesse 200 persone si incontreranno in altre due occasioni, una virtuale a novembre e un'altra fisica, a Dublino. Ma queste 200 persone sono i membri di uno solo dei quattro panel che la CoFoe prevede: ce ne sono infatti altri tre, tutti con altri 200 partecipanti a testa, e ognuno incentrato su argomenti diversi: democrazia europea, stato di diritto e sicurezza il primo, cambiamento climatico e salute il secondo, Ue nel mondo e migrazione il terzo. Anche questi tre panel avranno a loro volta tre occasioni di incontro.

Tutto quello che uscirà da queste 12 riunioni, e dal confronto tra 800 persone diverse, verrà discusso in una plenaria conclusiva, a cui parteciperanno 20 persone per panel, e sarà raccolto in un rapporto finale che verrà presentato alle istituzioni europee nella primavera del 2022.

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