Niente più stage gratuiti: primo via libera del Parlamento europeo
Approvato a Strasburgo un testo che introduce l'obbligo di retribuzione per i tirocini. D'Amato (Greens): "Così fermiamo la fuga di cervelli"
Stop ai tirocini gratuiti, una durata massima di 6 mesi e accesso degli stagisti alla protezione sociale come per tutti i lavoratori. Sono queste le principali novità della proposta di legge approvata dalla commissione Occupazione e affari sociali al Parlamento europeo. La proposta sarà adesso votata dalla plenaria di Strasburgo, per poi venire negoziata con Commissione Ue e governi nazionali.
"Si tratta di una prima, importante vittoria: da tempo io e i miei colleghi del gruppo portiamo avanti questa battaglia, nonostante l’opposizione del centrodestra, compresi gli esponenti di Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia. Adesso, abbiamo un testo da cui partire per portare questa battaglia di dignità e giustizia davanti alla Commissione europea e soprattutto ai governi Ue", dice Rosa D'Amato, eurodeputata dei Greens/EFA. La proposta si divide in due parti: una direttiva per i tirocini nel mercato del lavoro (ossia quelli che si svolgono dopo la laurea o il diploma) e una decisione per i tirocini curriculari validi in tutta Europa (ossia quelli sostenuti dagli studenti durante i loro percorsi di studio).
Stage dopo gli studi
In entrambi i casi, le normative introducono regole vincolanti per tutti gli Stati membri. Per i tirocini post laurea o diploma, la direttiva chiede l'obbligo di retribuzione per gli stagisti. Il datore di lavoro dovrà sottoscrivere un accordo di tirocinio con lo stagista che preveda un sistema di obiettivi condivisi, valutazione e feedback del lavoro svolto. Il tirocinio dovrà avere una durata minima di 1 mese e una massima di 6 mesi. Sono concessi i rinnovi solo entro certi limiti, in modo da "impedire che i giovani siano costretti a passare da un tirocinio all’altro per anni, senza reali prospettive lavorative", spiega D'Amato.
La principale novità è l'introduzione dell'obbligo di paga: i tirocinanti dovranno riceve uno stipendio mensile in linea con quanto previsto dalla direttiva Ue sul salario minimo. Inoltre, avranno accesso alla protezione sociale. "I tirocini sono diventati un vero e proprio ostacolo, una forma di sfruttamento: dopo anni di studi e sacrifici soltanto chi può permettersi di lavorare gratis per un tempo indefinito, senza regole chiare e prospettive future ha una possibilità. Questo è inaccettabile", dice sempre D'Amato.
I tirocini curriculari
L'altro 'pezzo' di legislazione riguarda i tirocini curriculari, ossia quelli svolti durate il periodo di studio. Il testo prevede anche qui una sorta di paga: i tirocinanti dovranno ricevere una compensazione dei costi sostenuti: "Se paghi le tasse universitarie e devi fare un tirocinio obbligatorio per ottenere il titolo di studio non puoi perdere soldi: cibo, trasporto e alloggio devono essere garantiti. Ecco perché abbiamo previsto nella normativa una compensazione che deve essere finanziaria o in benefit", spiega ancora D'Amato. Altri aspetti importanti: il tirocinio dovrà essere in linea con il piano di studi e prevedere forme di compatibilità fra ore di studio e ore di lavoro.
"Vediamo spesso lacrime di coccodrillo sulla fuga dei cervelli. Ma trattenere i giovani è più facile di quanto si pensi: lo si fa migliorando l’accesso a tirocini pagati e di qualità che mettano a frutto il loro talento e potenzialità nei settori per i quali hanno tanto duramente studiato. Tirocini che, è bene ricordare, vanno a beneficio anche delle imprese stesse", commenta D'Amato.