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Giovedì, 25 Aprile 2024
L'accordo / Azerbaigian

L'Ue ora punta sulla Tap, nuova intesa che raddoppia il flusso di gas azero

La presidente von der Leyen: "Accordo con partner chiave nei nostri sforzi per allontanarci dai combustibili fossili russi". Si passerà dagli attuali 8,1 miliardi di metri cubi l'anno a 20 entro il 2027

Per attuare il suo piano di sostituire il gas russo l'Unione europea adesso si è rivolta anche all' Azerbaigian con cui ha siglato un'intesa che permetterà di raddoppiare in poco tempi i flussi che dal Paese asiatico arrivano in Europa e anche in Italia, attraverso il Corridoio meridionale, che arriva nel nostro Paese, dalla Puglia, tramite la Tap, la Trans Adriatic pipeline. Per siglare il patto la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, è andata in missione a Baku dove ha incontrato il presidente della nazione Ilham Aliyev.

"Con questo nuovo Memorandum d'intesa, apriamo un nuovo capitolo nella nostra cooperazione energetica con l'Azerbaigian, un partner chiave nei nostri sforzi per allontanarci dai combustibili fossili russi”, ha dichiarato von der Leyen, che ha lamentato che “già prima della brutale invasione dell'Ucraina, le forniture di gas russe all'Europa non erano più affidabili”. L'intesa siglata prevede l'impegno a raddoppiare la capacità del Corridoio meridionale del gas, che partendo dall'Azerbaigian e passando da Georgia, Turchia, Grecia e Albania, per fornire almeno 20 miliardi di metri cubi all'anno in Europa entro il 2027 e a passare dagli attuali 8,1 miliardi di metri cubi l'anno a 12 miliardi già dal prossimo.

Per quanto si tratterà di un aumento importante, non sarà certo sufficiente a sostituire gli idrocarburi di Mosca, se si pensa che solo il Nord Stream pompa ogni anno 55 miliardi di metri cubi di gas e che lo scorso anno le importazioni totali dell'Europa dalla Federazione sono state di quasi 140 miliardi di metri cubi. Ma con l'invasione dell'Ucraina gli Stati membri stanno cercando fornitori alternativi, e ogni contributo è prezioso. I governi dell'Ue hanno già concordato un graduale embargo petrolifero dalla Russia di Vladimir Putin, ma per il gas le cose sono molto più complicate, vista la forte dipendenza.

Il transito attraverso la Polonia è stato interrotto quest'anno e le spedizioni attraverso l'Ucraina sono state ridotte dallo scoppio del conflitto il 24 febbraio scorso. La Germania, una delle nazioni più dipendenti da Mosca, si sta preparando a tutti gli scenari, incluso uno stop completo alle forniture di gas russo, stop che, seppur momentaneo, è già in corso a causa di un periodo di manutenzione di 10 giorni sul gigantesco gasdotto Nord Stream 1. In risposta all'invasione il cancelliere Olaf Scholz, ha congelato l'apertura della seconda conduttura, ormai terminata, il Nord Stream 2, che potrebbe raddoppiare i flussi che dalla Russia arrivano direttamente in Germania attraverso il mar Baltico.

In quest'ottica gli idrocarburi provenienti da altre parti dell'Asia e dal nord Africa diventano indispensabili per l'Europa. Bruxelles sta lavorando in maniera intensa con i partner internazionali da mesi allo scopo di diversificare le forniture e mitigare l'aumento dei prezzi dell'energia. Nella strategia in materia di energia che accompagna il piano REPowerEU, la Commissione ha riconosciuto che il corridoio meridionale del gas svolge un ruolo chiave, in particolare per i Paesi dell'Europa sudorientale.

Nell'incontro a Baku sono stati discussi anche i rapporti economici più ad ampio raggio tra Ue e Azerbaigian. “Stiamo lavorando proprio ora su un nuovo accordo bilaterale che speriamo di concludere presto. L'obiettivo è espandere ulteriormente la forte partnership economica che abbiamo”, ha annuciato von der Leyen, ricordando che l'Europa è il primo partner commerciale della nazione, la sua prima destinazione di esportazione e una delle sue più importanti fonti di investimento. “Stiamo investendo 60 milioni di euro di fondi dell'Ue nella nazione fino al 2024. E il piano economico e di investimento ha il potenziale per mobilitare fino a 2 miliardi di euro in investimenti aggiuntivi”, e il piano “è già al lavoro, supportando circa 25mila piccole e medie imprese azere e facendo del porto di Baku un hub di trasporto sostenibile”, ha aggiunto la presidente.

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