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Sabato, 27 Aprile 2024
Energia / Russia

L'Ue pronta a chiudere i gasdotti russi, ma resta dipendente dal Gnl di Mosca

Il contratto per le forniture che arrivano attraverso l'Ucraina in scadenza a fine anno, Bruxelles: "Non abbiamo nessun interesse a prolungarlo". Ma le importazioni di gas sono stabili sui 18 miliardi di metri cubi

L'Unione europea è pronta a chiudere definitivamente i gasdotti che arrivano dalla Russia, anche se questo non significa un addio completo al gas di Mosca, che continuerà arrivare in forma liquefatta come Gnl. "L'Ue non ha alcun interesse nel prolungare l'accordo" di transito del gas russo attraverso l'Ucraina stretto con Mosca e Kiev nel 2019 in scadenza il 31 dicembre. Lo ha dichiarato la commissaria europea per l'Energia, Kadri Simson, in conferenza stampa al termine del Consiglio Ue sul tema. "Le importazioni in Ue di gas dalla Russia sono diminuite del 71% dal 2021, nel 2023 hanno contribuito solo al 15% del totale dell'import rispetto al 24% nel 2022", ha rivendicato la politica estone, evidenziando che "dopo due anni" del programma "RePowerEu ci sono risultati e una rete diversificata di alternative", e grazie a questo anche i prezzi del gas nell'Ue "sono diminuiti in modo significativo".

Dopo la chiusura del Nord Stream, i cui flussi sono stati interrotti da Mosca nel 2022 adducendo ragioni tecniche, poi definitivamente fermati dopo i sabotaggi del settembre dello stesso anno, i Paesi europei hanno continuato a ricevere idrocarburi russi sia attraverso il gasdotto che attraversa l'Ucraina, sia come Gnl. "L'importazione di Gnl dalla Russia è rimasta stabile sui 18 miliardi di metri cubi. Ho ribadito in Consiglio che non possiamo permettere alla Russia di compensare con il Gnl alcuni volumi che ha tagliato in modo unilaterale dal gas via gasdotto", ha lamentato Simson, consapevole che l'addio al gas russo è ancora lontano. "Per bandire legalmente il Gnl russo serve l'unanimità. E dagli interventi, da uno almeno, è emerso che al momento non c'e'", ha spiegato Tinne Van der Straeten, ministra dell'Energia del Belgio, il Paese con la presidenza di turno dell'Ue.

Tra gli Stati membri molti restano dipendenti dagli idrocarburi russi, in particolar modo l'Austria, e ancora non sono riusciti a trovare delle forniture alternative. Per questo al Consiglio Ue Energia i Ventisette hanno deciso di continuare a spingere per una riduzione dei consumi. I governi hanno raggiunto un accordo per prolungare di un ulteriore anni, fino al 31 marzo 2025, l'impegno a provare a raggiungere una riduzione di almeno il 15% rispetto al consumo medio nel periodo dal primo aprile 2017 al 31 marzo 2022. Il provvedimento è stato adottato come strumento di emergenza nel 2022, in risposta alla crisi energetica causata dall'invasione dell'Ucraina da parte della Russia di Vladimir Putin. Nel marzo 2023 è stato prorogato fino alla fine di marzo di quest'anno, per garantire la continuità della sicurezza dell'approvvigionamento e contenere la volatilità dei prezzi, e ora ci sarà il la seconda proroga.

Nonostante il miglioramento generale della situazione degli approvvigionamenti, tuttavia, secondo gli ultimi rapporti della Commissione, la situazione sui mercati globali del gas rimane tesa. "Abbiamo fatto molta strada dal 2022 adottando misure coordinate nell'Ue e rispondendo rapidamente alla crisi energetica causata dalla guerra di aggressione della Russia contro l'Ucraina. L'accordo politico raggiunto oggi dimostra il nostro impegno a rimanere preparati contro qualsiasi interruzione delle forniture e a garantire un inverno sicuro ai nostri cittadini e alle nostre industrie", ha dichiarato la ministra belga der Straeten. La politica ha anche spiegato che "gli stoccaggi di gas dell'Ue sono pieni al 62% della capacità", ma ha aggiunto che nonostante questo, gli Stati membri sono d'accordo sul fatto che i mercati rimangono vulnerabili a shock inaspettati".

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