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Venerdì, 26 Aprile 2024
L'indagine

I falsi sconti del Black Friday 2022: il 23% è stato ingannevole

Lo rivela un'indagine condotta dalla Commissione europea: il 43% dei siti web ha violato le norme Ue per i consumatori

Nel 23% dei casi, le percentuali degli sconti dei prodotti venduti online durante il Black Friday 2022 sono state notevolmente gonfiate, o pressoché inesistenti. È quanto emerge da un'indagine condotta dalla Commissione europea e da 13 autorità nazionali per la tutela dei consumatori dell'Ue sui siti di e-commerce.

Secondo la legge europea sull'indicazione dei prezzi, i negozi, compresi i marketplace online, devono indicare il prezzo più basso applicato al prodotto nei 30 giorni precedenti l'offerta e presentare l'eventuale sconto basandosi su tale costo. L'indagine ha monitorato 16mila prodotti su 176 siti web europei per un periodo di un mese, e ha rilevato violazioni in almeno il 43% dei portali esaminati. Nel 23% dei prodotti scontati, la percentuale di riduzione violava le norme Ue.

La Commissione segnala alcuni esempi, pur non rivelando siti e aziende coinvolti. Il metodo usato è più o meno lo stesso: si alza il prezzo normale di un prodotto a ridosso del Black Friday, per poi ridurlo il giorno dell'offerta (il 25 novembre) presentando uno sconto decisamente più alto. Un prodotto monitorato, per esempio, aveva un prezzo di 27,99 euro fino al 2 novembre. Poi, è salito a 39,99 euro, per scendere il 25 novembre a 23,99. In questo modo, lo sconto proposto è stato del 40%, quando per le leggi Ue dovrebbe essere del 14%.

"I risultati di oggi mostrano che i consumatori continuano a essere esposti a un gran numero di sconti non veritieri e pratiche commerciali sleali - dice il commissario per la Giustizia, Didier Reynders - Questa è una violazione del diritto dell'Ue. Chiediamo a tutti i rivenditori online di rispettare pienamente le regole e di rivedere la presentazione degli sconti. I buoni affari devono essere un vero vantaggio e non una tecnica di marketing manipolativa; dovrebbero sempre basarsi su una concreta differenza di prezzo”. Secondo la direttiva europea in materia, spetta ora alle autorità nazionali contattare i commercianti interessati per richiedere modifiche alle loro pratiche e, se necessario, avviare azioni esecutive, che potrebbero portare a sanzioni pecuniarie, se le pratiche non vengono corrette.

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