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Sabato, 27 Aprile 2024
Il riscatto del Sud

Spagna, Grecia e Portogallo: mentre l'Italia resta al palo gli altri Pigs ora trainano l'Europa

La Commissione Ue rivede al ribasso le stime sull'Eurozona e sul nostro Paese. Preoccupa la Germania. Mentre Madrid, Atene e Lisbona registrano tassi di crescita cinque volti superiori alla media dell'area Euro

C'erano una volta i Pigs, acronimo coniato da alcuni economisti per indicare quei Paesi europei del Sud che intorno al 2010 sembravano a un passo dal tracollo finanziario: debiti pubblici alle stelle, crescita al palo e disoccupazione galoppante. Del gruppo facevano parte Portogallo, Italia, Grecia e Spagna. Quasi tre lustri dopo, lo scenario si è ribaltato, ma non per tutti: le ultime previsioni economiche della Commissione Ue confermano che oggi a trainare la crescita dell'Eurozona sono proprio Madrid, Atene e Lisbona. Il Nord del continente, invece, arranca, con Germania e Olanda che registrano tassi vicini allo zero. Mentre l'Italia resta a metà strada.

Nel 2023, il Pil del nostro Paese è cresciuto dello 0,6%, poco sopra la media dell'Eurozona (0,5%). Secondo le stime invernali di Bruxelles, il 2024 non andrà molto meglio: la crescita della nostra economia dovrebbe essere dello 0,7%, leggermente sotto quella media dell'area Euro e più contenuta di quanto previsto dalla stessa Commissione in autunno (lo stesso valer per il resto dell'Eurozona). Stando a quanto scrivono gli esperti dell'esecutivo Ue, quello che sta mancando all'Italia è la spinta degli investimenti del Pnrr. Bruxelles professa comunque ottimismo: la spesa per i progetti del piano di ripresa dovrebbe migliorare da qui al prossimo anno, sostenendo una crescita del Pil che potrebbe dell'1,2% nel 2025.

Per il momento, chi sta sfruttando al meglio gli investimenti Ue per la ripresa è la Spagna: nel 2023 la sua economia è cresciuta del 2,5%, meglio di quanto previsto da Bruxelles in precedenza e cinque volte la media dell'Eurozona. Quest'anno, l'aumento del Pil spagnolo dovrebbe essere dell'1,7%, per poi salire ancora del 2% nel 2025.

Anche la Grecia e il Portogallo sembrano aver usufruito della spinta dei loro Pnrr: il 2023 si è chiuso per entrambi con una crescita sopra il 2%, e le buone performance dovrebbero proseguire quest'anno e nel 2025, in particolare per Atene. Il governo greco prevede di sfruttare il momento propizio per ridurre ancora il suo debito pubblico nel triennio, lasciando la maglia nera di Paese europeo più indebitato all'Italia.

L'ottimismo di Atene stride con il pessimismo che circola in quello che è stato a lungo il motore del continente, la Germania. Il ministro tedesco dell'Economia Robert Habeck ha ammesso che l'economia del suo paese sta andando "drammaticamente male": il 2023 si è chiuso con una recessione dello 0,3%, e il 2024 non andrà di molto meglio. Bruxelles prevede una crescita debole dello 0,3%. Berlino teme che possa raggiungere appena lo 0,2%, quando fino a poco tempo fa contava su una ripresa decisamente più sostenuta. 

La Germania potrebbe essere il nuovo grande malato d'Europa: per gli esperti, le difficoltà tedesche non sono temporanee, ma strutturali. La crisi energetica, particolarmente sentita in un Paese fino a ieri fortemente dipendente dal gas russo, ha tolto competitività alle imprese, le quali lamentano di pagare tasse più alte rispetto ai loro concorrenti internazionali, oltre a un crescente onere normativo e burocratico. Lo stallo di Berlino non è una buona notizia per l'Italia, la cui economia dipende non poco dall'andamento dell'industria tedesca. 

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