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Sabato, 27 Aprile 2024
L'annuncio

Mutui più bassi da giugno: ecco perché

La presidente della Bce Lagarde ha ventilato l'ipotesi di un taglio dei tassi d'interesse prima che sia "troppo tardi"

Da giugno le rate dei mutui potrebbero cominciare ad abbassarsi a un ritmo maggiore di quello (molto timido) riscontrato negli ultimi mesi. La presidente della Banca centrale europea, Christine Lagarde, ha infatti annunciato che entro l'estate i tassi di interesse potrebbe subire un primo taglio, dopo i livelli record raggiunti nel 2023 per contrastare l'inflazione. 

Tutto dipenderà dai dati che permetteranno "di valutare se (l'inflazione, ndr) continuerà a scendere sostanzialmente in linea con le nostre proiezioni. Se lo farà, sarà una conferma particolarmente importante" che permetterà al consiglio direttivo della Bce "di passare alla fase di revisione delle nostre politiche rendendole meno restrittive". Ossia, all'inizio di un percorso di riduzione dei tassi prima che sia "troppo tardi", ha aggiunto Lagarde, con un chiaro riferimento alle difficoltà che cittadini e imprese stanno affrontando con l'aumento delle rate su mutui e prestiti, oltre che con le maggiori difficoltà di accesso al credito.

Nel corso del 2023, in seguito al progressivo aumento dei tassi da parte della Bce, le rate dei mutui sono saliti anche del 119% secondo uno studio dell'Osservatorio SalvaLaTuaCasa di Save Your Home e Nomisma. L'Abi, l'associazione delle banche italiani, ha segnalato una lieve flessione dei tassi applicati ai mutui medi per le case da inizio anno. Ma solo un intervento dell'alto della Bce potrà riportare i tassi d'interesse a livelli più sostenibili, tanto per le famiglie quanto per le aziende. Gli esperti sostengono che Francoforte potrebbe dimezzare progressivamente i suoi tassi, che fanno da riferimento a quelli applicati dagli istituti bancari e finanziari, da qui a fine 2025.   

Prima di cominciare questo percorso, però, Lagarde vuole che l'area Euro "sia ulteriormente avviata in un percorso di disinflazione" e in questo senso guarderà a tre fattori essenziali: crescita delle retribuzioni, utili delle aziende e produttività. Le previsioni di Francoforte indicano un rallentamento della crescita dei salari, "ma con una disoccupazione attesa molto bassa, al 6,6%, questa dinamica salariale non può essere data per scontata", ha detto Lagarde. Un altro rischio sono i margini di profitto: se dovessero, grazie una ripresa economica, salire di un punto percentuale in più delle stime Bce a fine 2026, l'inflazione sarebbe del 2,7% nel 2025 e del 2,4% nel 2026, quindi superiore al target del 2%. Le attese della Bce, infine, sono che la ripresa della domanda aggregata possa essere soddisfatta aumentando la produttività: ma potrebbe andare diversamente, con un impatto al rialzo sull'inflazione, se "in un nuovo clima geopolitico la perdita di produttività delle imprese europee dovesse rivelarsi parzialmente strutturale".

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