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Venerdì, 26 Aprile 2024
La riforma / Francia

In pensione solo a 65 anni: la decisione di Macron

Il presidente francese conferma senza titubanze l'intenzione di aumentare l'età pensionabile da 62 a 65 anni dal 2023, ma il traguardo della riforma è ancora lontano

Il presidente francese Emmanuel Macron conferma senza titubanze l'intenzione di aumentare l'età pensionabile nel Paese da 62 a 65 anni. In un'intervista concessa al canale televisivo France 2, Macron ha affermato, come già più volte fatto in passato, che un aumento graduale avverrà dal prossimo anno. La riforma delle pensioni entrerà in vigore "dall'estate 2023", assicurava il presidente stesso in un'intervista a Le Parisien a giugno. "Dal momento che viviamo più a lungo, la soluzione è lavorare più a lungo", ha detto Macron. L'età minima per ricevere una pensione completa sarà gradualmente aumentata da 62 a 65 anni entro il 2031, ha aggiunto. 

Una simile proposta di riforma delle pensioni aveva suscitato scalpore e scioperi e manifestazioni a livello nazionale nel 2019, durante il primo mandato di Macron. Il governo ha quindi interrotto l'elaborazione della riforma delle pensioni durante la pandemia di Covid e gli anni di emergenza sanitaria, rimandando il tutto a tempi migliori. Per tornare alla carica adesso, con buone possibilità di arrivare al traguardo, secondo vari osservatori. Secondo alcune stime l'innalzamento dell'età pensionabile potrebbe comportare un risparmio di 21 miliardi di euro per le casse dello Stato. Attualmente, la Francia paga 16 milioni di pensioni per un costo totale di 330 miliardi all'anno, circa il 14% del suo Pil. Una parte degli eventuali risparmi della riforma dovrebbero essere utilizzati, nelle intenzioni dell'Eliseo, per elevare la pensione mimina, portandola a 1.100 euro mensili. 

La proposta non è mai piaciuta a sindacati e opposizione. In passato sia Marine Le Pen, da destra, sia Jean-Luc Mélenchon, da sinistra, avevano proposto una riforma opposta, ossia ridurre l'età pensionabile a 60 anni per favorire il ricambio generazionale. Le proteste non mancheranno lungo la strada della riforma. "Tutti i sindacati in Francia sono contro il fatto di lavorare fino a 64 o 65 anni", dice il segretario generale del sindacato CGT, Philipppe Martinez. Quanto alle concertazioni annunciate da Macron, "se sono per dirci che si discute l’allungamento dell’età pensionistica, non parteciperemo a lungo".

Macron vuole fare nuovamente discutere e approvare dal Parlamento transalpino la riforma perché sia operativa l'anno prossimo, ma il governo non ha una chiara maggioranza parlamentare e non può "esagerare" con i voti di fiducia.

"Alzate i salari e non l'età pensionabile'' è lo slogan utilizzato nelle scorse settimane dai tre principali sindacati che hanno organizzato uno sciopero molto partecipato, Cgt, Fsu e Solidaires. Oltre 200 i raduni e le manifestazioni organizzate a fine settembre per contestare il disegno di legge sulle pensioni: è stato il primo grande sciopero dalla rielezione di Macron ad aprile, che ha comunque approvato aumenti salariali per dipendenti pubblici e insegnanti, ha limitato i prezzi dell'energia per le famiglie e tenuto sotto controllo l'inflazione.

Il Conseil d’Orientation des Retraites, ente pubblico di ricerca specializzato nello studio del sistema pensionistico, avvertiva in passato, inoltre, che se da un lato il prolungamento dell’età lavorativa permetterebbe allo Stato di fare cassa, dall'altro una larga parte di quei risparmi andrebbe a coprire la rinnovata necessità di sussidi di disoccupazione e altre forme di sicurezza sociale, nell'attuale contesto, finendo così per ottenere un effetto più limitato del previsto.

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