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Venerdì, 26 Aprile 2024
La crisi / Regno Unito

Licenziati con un video 800 lavoratori, ammutinamento nei traghetti sulla Manica

La P&O Ferries ha definito la decisione inevitabile per "la sopravvivenza" dell'azienda, i dipendenti saranno rimpiazzati con manodopera a più basso costo. I sindacati promettono battaglia

Il servizio dei traghetti nella Manica è finito nel caos dopo che ieri una delle principali compagnie che operano nella tratta che collega l'Europa e il Regno Unito, la P&O Ferries, ha licenziato di botto 800 dipendenti. con effetto immediato. Molti dei lavoratori hanno dato vita a un ammutinamento e si sono rifiutati di lasciare le loro navi, dopo essere essere stati informati di essere stati cacciati con un video di tre minuti pre registrato da Stephen Nee, il responsabile delle "relazioni con i dipendenti" della società. Solo quattro mesi fa in un altro video promozionale dell'azienda lo stesso Nee dichiarava: "Non è solo un lavoro, è una carriera. È una famiglia".

La compagnia potrebbe bloccare il servizio per 10 giorni, e sono già partite forti proteste che potrebbero mettere in pericolo la catena di approvvigionamento verso la Gran Bretagna. A far aumentare l'indignazione l'indiscrezione secondo cui la compagnia, di proprietà di una holding degli Emirati Arabi Uniti, la DP World, avrebbe intenzioni di rimpiazzare i dipendenti cacciati con manodopera straniera a più basso costo. Il sottosegretario delle Forze armate James Heappey ha definito "sporchi" i licenziamenti di massa, ma ha insistito sul fatto che il governo non ha il potere di intervenire. I membri degli equipaggi che hanno organizzato dei sit-in sui loro traghetti sono stati trascinati via dagli addetti alla sicurezza, alcuni dei quali indossavano passamontagna e portavano manette, costringendo le vittime a trasportare i loro effetti personali gettati frettolosamente nei sacchi della spazzatura, secondo quanto riportato dalla stampa locale.

Mark Dickinson, segretario generale del sindacato dei marittimi Nautilus International, ha affermato che il licenziamento ha "disgustato tutti". Parlando al programma Today di Radio 4 ha dichiarato che si tratta di “una giornata buia” per il trasporto navale. “Sono in questo settore per oltre 40 anni e ho visto avvenimenti scioccanti in questo lungo periodo, ma questo è il punto più basso mai raggiunto”, ha sostenuto dicendosi “scioccato”e assicurando che il sindacato sta "progredendo attivamente" nella sua risposta legale alla mossa ritenuta "chiaramente illegale". L'azienda ha definito la decisione inevitabile "per la sopravvivenza" dell'attività di fronte a una crisi strutturale precipitata anche per le conseguenze della pandemia di Covid sui trasporti.

Durante le fasi più dure dell'emergenza coronavirus 1.400 dipendenti sono stati messi in una sorta di equivalente della cassa integrazione britannica, il furlough, costando ai contribuenti 10 milioni di sterline e l'azienda ha anche chiesto al governo un piano di salvataggio pubblico da 150 milioni di sterline, mentre nello stesso tempo la sua società madre pagava 250 milioni di sterline in dividendi agli azionisti. P&O Ferries gestisce il 15 per cento di tutto il trasporto merci nel Regno Unito e un terzo di tutte le merci in entrata e in uscita dalla Francia. Gli esperti ritengono che se le sue navi rimarranno in banchina per 10 giorni come previsto, potrebbe esserci carenza di cibo fresco nei supermercati come insalate e frutta dalla Spagna, nonché formaggio, vino e croissant dalla Francia. I prezzi aumenteranno sicuramente, con l'inflazione già a livelli record.

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