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Sabato, 27 Aprile 2024
Il 'non paper' / Italia

Italia e sette Paesi contro le norme Ue sull'Euro7: "Irrealistiche"

Otto governi lamentano effetti negativi sugli investimenti nel settore automobilistico che rallenterebbero "la transizione verso la neutralità climatica" in vista dello stop ai motori a combustione del 2035

La proposta della Commissione europea di regolamento Euro 7 non è "realistica" e rischia di avere degli effetti negativi sugli investimenti in tecnologie a zero emissioni e di conseguenza "rallentare la transizione verso la neutralità climatica". Lo affermano l'Italia e altri sette Paesi del blocco (Bulgaria, Cechia, Francia, Polonia, Romania, Slovacchia e Ungheria), che hanno inviato alla presidenza di turno dell'Unione un 'non paper' in cui spiegano e loro principali preoccupazioni comuni.  Gli otto governi si oppongono "a qualsiasi nuova norma sulle emissioni di gas di scarico (compresi nuovi requisiti di test o nuovi limiti di emissione) per auto e furgoni poiché queste nuove norme distoglierebbero gli investimenti del settore dal raggiungimento del percorso di transizione net-zero stabilito nel regolamento sulle emissioni di Co2 recentemente adottato".

I Paesi contrari alle nuove regole sostengono che queste dovrebbero concentrarsi a "migliorare le performance in termini di emissioni che saranno ancora rilevanti dopo il 2035", quando inizierà il divieto di vendita di veicoli non elettrici. Secondo loro insomma, imporre dei cambiamenti troppo radical, nonostante tra 12 anni le auto a combustione saranno comunque del tutto bandite, è uno spreco di tempo e di risorse. Per questo, a loro dire, ci si dovrebbe concentrare di più su emissioni come quelle delle "particelle legate all'abrasione" di freni e pneumatici, sostenendo però che "dovrebbe tuttavia riflettere l'attuale sviluppo dei metodi di misurazione a livello delle Nazioni Unite, includere l'applicazione della relativa fase di monitoraggio a livello delle Nazioni Unite e tenere conto delle proprietà dei veicoli elettrici".

Oltre all'introduzione di nuovi limiti sulle emissioni di gas di scarico, gli otto governi contestano le date di applicazione dell'Euro 7 che "devono essere prorogate" da quelle indicate dall'attuale proposta, che prevede l'entrata in vigore dal primo luglio 2025 per autovetture e furgoni e il primo luglio 2027 per i veicoli pesanti, ad "almeno tre anni dal momento dell'adozione dell'intero pacchetto, compresi gli atti di esecuzione". Gli otto governi contestano anche i nuovi requisiti sui veicoli pesanti ritenuti "troppo ambiziosi". Riprendendo la critica generale all'intera proposta sull'Euro 7, i Paesi firmatari del documento sostengono che "un'estrema riduzione dei limiti" di emissione per i camion "provocherebbe un significativo dirottamento delle risorse dagli investimenti verso tecnologie a emissioni zero e, di conseguenza, rallenterebbe la transizione verso la neutralità climatica".

"Ciò comporterebbe inoltre un aumento estremo del prezzo dei veicoli nuovi", si legge ancora nel documento che stima i benefici per la qualità dell'aria previsti dall'Euro 7 come "notevolmente inferiori rispetto a quanto stimato nella valutazione d'impatto della Commissione". Sempre in materia di veicoli pesanti si chiede "coerenza" tra l'Euro 7 e gli altri provvedimenti in materia di riduzione della Co2 e, in particolare, che venga "considerata l'esenzione degli autobus urbani dalle disposizioni relative al rispetto dei limiti di emissione dei gas di scarico". Gli otto Paesi criticano infine il fatto che "i poteri conferiti alla Commissione per l'adozione di atti di esecuzione sono troppo ampi e non definiti in modo esplicito" determinando un quadro giuridico "imprevedibile". Pertanto, "questi poteri devono essere chiaramente definiti", si chiede nel 'non-paper'.

Oltre alle critiche principali evidenziate nel documento informale, i governi firmatati hanno elencato altri otto temi della proposta che necessitano maggiori chiarimenti e discussioni in sede di negoziato. Tra questi i Paesi citano le condizioni per le prove in condizioni di guida che devono essere 'statisticamente rilevanti' ("le condizioni di guida estese proposte riguardano condizioni di guida rare, il cui rispetto, tuttavia, richiederà l'introduzione di tecnologia aggiuntiva", afferma il testo), sostengono che va vietata la guida 'distorta' durante l'esecuzione dei test, che è necessario elaborare ulteriormente e chiarire le disposizioni relative al monitoraggio a bordo delle emissioni in tempo reale, che è necessario fissare chiaramente le soglie di superamento delle emissioni monitorate e riflettere adeguatamente nella metodologia di valutazione la tolleranza del sensore.

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