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Venerdì, 26 Aprile 2024
Le stime

La ripresa è finita: l'Ue prevede inflazione record e recessione già nel 2022 (se Putin taglia il gas)

Le ultime previsioni di Bruxelles sono allarmanti. L'Italia potrebbe crescere ancora, ma sull'immediato futuro incombe la crisi dell'energia

La ripresa dell'economia europea post-pandemia è già finita. Per usare le parole del commissario Ue Paolo Gentiloni, "da una fase di rallentamento della crescita" siamo passati in fretta "a una fase di frenata". E se la Russia dovesse tagliare di colpo le forniture di gas in piena estate, il quadro peggiorerebbe ancora di più: l'Europa entrerebbe in recessione già nella seconda metà del 2022. È quanto emerge dalle ultime previsioni economiche della Commissione Ue.

Stando a tali previsioni, l'economia dell'Ue dovrebbe registrare una crescita del 2,7% nel 2022 e dell'1,5% nel 2023. La crescita nella zona euro dovrebbe attestarsi al 2,6% nel 2022, per poi scendere all'1,4% nel 2023. Si tratta di stime più basse di quelle rilasciate appena lo scorso maggio. Il dato più preoccupante è senza dubbio quello dell'inflazione, che dovrebbe raggiungere i massimi storici nel 2022, attestandosi al 7,6% nella zona euro e all'8,3% nell'Ue, per poi scendere rispettivamente al 4,0% e al 4,6% nel 2023.

In Italia, le stime sull'inflazione per il 2022 passano dal 4,9% previsto in primavera al 7,4%. Di contro, l'Italia è l'unica grande economia dell'Ue per la quale gli esperti di Bruxelles hanno rivisto al rialzo le stime di crescita: dal 2,4% previsto a maggio al 2,9%. I problemi, però, sono solo rinviati: nel 2023 il tasso di crescita dovrebbe contrarsi di un punto percentuale rispetto alle previsioni di primavera (0,9% contro 1,9%). Per Gentiloni, la resilienza dell'Italia nel brevissimo termine è dettata soprattutto dagli effetti benefici del Recovery fund. "Gli investimenti sono fortemente aumentati nel primo trimestre e continueranno a essere sostenuti dall'attuazione del Piano di ripresa e resilienza - ha spiegato l'ex premier - Le prospettive per il 2023 sono peggiorate a causa della perdita del potere d'acquisto reale delle famiglie, del calo della fiducia delle imprese e dei consumatori, dei persistenti colli di bottiglia dell'offerta e dell'aumento dei costi di finanziamento".

A ogni modo, e questo vale anche per l'Italia, le stime della Commissione sono soggette a forti rischi di revisione al ribasso. Le previsioni, infatti, non tengono conto dell'eventuale stop alle forniture di gas da parte della Russia, in particolare del blocco del Nord Stream 1. "Ulteriori riduzioni della fornitura di gas all'Unione europea farebbero ulteriormente aumentare i prezzi e amplifichierebbe le forze di stagflazione", ha spiegato Gentiloni. "Nelle prospettive di primavera abbiamo presentato una simulazione basata su un modello nel caso di un taglio totale della fornitura di gas dalla Russia con delle limitate sostituzioni possibili nel breve termine. Questo scenario grave porterebbe l'economia europea alla recessione nella seconda metà di quest'anno e contribuirebbe ulteriormente alla depressione dell'attività economica nel prossimo anno. Alla luce degli eventi recenti tale rischio è diventato più concreto, più di uno scenario ipotetico ed è una situazione per cui dobbiamo prepararci. Una tempesta è possibile ma ancora non siamo arrivati a quel momento", ha aggiunto.

Per Bruxelles, tale scenario non porterebbe solo alla recessione, ma "comporterebbe anche maggiori rischi per la stabilità finanziaria. Non si può escludere che la recrudescenza della pandemia nell'Ue provochi nuove perturbazioni dell'economia", si legge nelle previsioni. "Allo stesso tempo le recenti tendenze al ribasso dei prezzi del petrolio e di altre materie prime potrebbero intensificarsi, determinando un calo dell'inflazione più rapido di quanto attualmente previsto. Inoltre, grazie a un mercato del lavoro forte, i consumi privati potrebbero rivelarsi più resilienti all'aumento dei prezzi se le famiglie utilizzassero maggiormente il risparmio accumulato", conclude la Commissione. In altre parole, l'invoto di Bruxelles è di cominciare a risparmiare gas e luce. 

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