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Venerdì, 26 Aprile 2024
Energia pulita

L'industria del solare è a corto di manodopera: "Servono 1 milione di lavoratori entro il 2030"

L'allarme delle imprese del settore: a rischio gli obiettivi prefissati dall'Europa nello sviluppo delle rinnovabili

I piani dell'Unione europea per aumentare la produzione e l'utilizzo di energie rinnovabili si scontra con una mancanza di manodopera nel settore, un settore che invece se sostenuto adeguatamente potrebbe portare una importante crescita dell'occupazione. Secondo le stime di SolarPower Europe, gruppo di ricerca con sede a Bruxelles, serviranno ben più di un milione di lavoratori entro il 2030 per raggiungere gli obiettivi prefissati in materia di energie rinnovabili. L'80 % di questi saranno necessari nel settore delle installazioni, anche perché l’Ue prevede di mettere in campo 600 GW di capacità solare e fino a oltre 500 GW di quella eolica entro quel periodo.

Secondo Stefan Hobmair, responsabile di sviluppo e reclutamento strategico presso BayWa r.e. (gruppo attivo globalmente nei segmenti dell'Energia, Agricoltura e Materiali da costruzione), il problema più grande è rappresentato dai cambiamenti demografici, responsabili della carenza di lavoratori nel settore. Questo è particolarmente vero se si guarda alla sfera del solare, dove alta è la competitività e ambiziosi sono gli obiettivi di installazione, facendo sì che la domanda di operai cresca più rapidamente che in altre aree. Un esempio di questa tendenza può essere visto in Germania (che vanta il più grande mercato europeo del solare) dove si prospetta una carenza di cinque milioni di lavoratori entro il 2030, questo perché la lentezza del ritmo delle nascite riduce il ricambio generazionale nel mondo del lavoro, specialmente in alcuni settori. Le opportunità di crescita però sono ampie, le imprese di installazione svedesi prevedono di dover assumere 28mila lavoratori nei prossimi cinque anni, secondo i dati forniti dall'associazione delle imprese elettriche EuropeOn.

Anche il settore eolico è alla ricerca di lavoratori competenti, e il suo maggiore sviluppo lo rende al momento più attraente nel mercato del lavoro, privando il solare di risorse umane, ha osservato Antonio Scala, responsabile di People and Organization Global Industry dell’azienda Enel. Proprio quest’ultima è attualmente alla ricerca di nuove competenze in entrambi i campi, avendo bisogno di impiegati soprattutto nei campi dell’analisi di dati e sistemi. La più grande sfida per BayWa r.e. rimane quella di trovare lavoratori per le attività di gestione e manutenzione (o&m), ha affermato Hobmair.

Scala ha poi aggiunto che un impatto positivo potrebbe essere invece quello offerto dal legame tra le aziende elettriche e i settori industriali, dato che molte competenze possono essere trasferite tra i due; così soggetti come Enel possono beneficiare di un’attività in cui la graduale chiusura delle centrali a carbone offre un potenziale bacino di talenti cui attingere. A questo proposito, si può fare l’esempio della formazione che l’ente energetico sta fornendo a più di 120 persone provenienti dalla centrale a carbone di Torrevaldaliga Nord, vicino a Roma. In maniera simile, anche Svea Solar ha aperto tre nuovi centri di formazione in Svezia, Spagna e Germania nel 2022.

Resta da capire in che modo l’Europa dovrebbe intervenire a sostegno di una branca che rappresenta il futuro per i suoi cittadini e, più in generale, per il mondo. C’è grande collaborazione tra SolarPower Europe e altri gruppi industriali come l’associazione Eurec per "identificare le misure concrete di riqualificazione necessarie per raggiungere gli ambiziosi obiettivi in materia di energie rinnovabili", ha dichiarato il suo portavoce. Su questa scia, il gruppo industriale a dicembre ha lanciato il primo sistema di reclutamento solare online in Europa per creare un ponte tra il settore e i potenziali lavoratori.

Cruciale sarà l’apporto dell’Ue nell’ottica di un maggiore coordinamento degli sforzi di formazione nazionale e di una maggiore mobilità della manodopera tra i vari Paesi dell’Unione. Contemporaneamente, il Piano industriale dell’Ue per il Green Deal, se approvato dagli Stati membri, ammorbidirebbe le regole sugli aiuti di Stato dell’Ue, permettendo ai governi di usare più fondi pubblici per sostenere le imprese, e questo aprirebbe nuove fonti di finanziamento per le rinnovabili. SolarPower Europe ha infine aggiunto che i vari governi dovrebbero incentivare le istituzioni accademiche a creare programmi di formazione includendo, ad esempio, nuovi corsi universitari volti a colmare le lacune della forza lavoro.

Come mostrato dal grafico sui futuri mercati del solare in Europa, la Germania, in prima posizione, oscilla tra i 53 e gli 80 GW di installazioni nel periodo 2023-2026; anche l'Italia, se pur con un largo distacco, compare nelle prime quattro posizioni stando tra i 16 e i 34 GW.

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