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Domenica, 28 Aprile 2024
Lo studio / Russia

Con la guerra le imprese europee in Russia hanno perso 100 miliardi

Lo rivela un'analisi del Financial times. A oggi, 12 società italiane hanno mantenuto inalterate le loro attività nel Paese

Le imprese europee attive in Russia hanno perso almeno 100 miliardi di euro dall'inizio della guerra in Ucraina. È quanto rivela il Financial times sulla base dei bilanci delle aziende.

"Un'indagine sulle relazioni annuali e sui bilanci del 2023 di 600 gruppi europei mostra che 176 società hanno registrato svalutazioni di attività, oneri relativi ai cambi e altre spese una tantum a seguito della vendita, chiusura o riduzione di attività russe", afferma il quotidiano economico-finanziario britannico. "La cifra aggregata" di 100 miliardi "non include gli impatti macroeconomici indiretti della guerra come l'aumento dei costi dell'energia e delle materie prime". Ma va detto anche che i settori con maggiori svalutazioni e oneri, ossia gruppi petroliferi e del gas come Bp, Shell e TotalEnergies, hanno sì riportato "oneri combinati per 40,6 miliardi", ma hanno controbilanciato le perdite grazie agli enormi profitti aggregati generati proprio dall'aumento dei prezzi energetici. Tra i settori più colpiti ci sono quello automobilistico, con perdite attestate a 13,6 miliardi di euro, e quello delle società finanziarie, "tra cui banche, assicurazioni e società di investimento", le quali "hanno registrato 17,5 miliardi di svalutazioni e altri oneri".

Secondo i dati della Kyiv School of Economics, più del 50% delle 1.871 entità di proprietà europea presenti in Russia prima della guerra sono ancora operative nel Paese. "Anche se un'azienda ha perso molti soldi lasciando la Russia, chi resta rischia perdite molto più ingenti", ha dichiarato Nabi Abdullaev, partner della società di consulenza strategica Control Risks. "È emerso che tagliare i ponti e scappare era la strategia migliore per le aziende che decidevano cosa fare all'inizio della guerra. Più velocemente si partiva, minori erano le perdite", ha aggiunto. Secondo il database dell'università di Yale, attualmente 12 società italiane hanno mantenuto inalterate le loro attività in Russia. 

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