rotate-mobile
Sabato, 27 Aprile 2024
L'allarme / Francia

In Francia 80mila nuovi posti di lavoro nel nucleare entro il 2030, ma manca la manodopera

Macron vuole altri sei reattori ma il settore energetico mette in guardia sulla carenza di operai: nei mesi scorsi Parigi costretta ad assumere lavoratori americani per la manutenzione degli impianti

Il piano di Emmanuel Macron per la costruzione di altri sei reattori nucleari si sta scontrando con le perplessità della stessa industria energetica francese. Se approvato dal Parlamento, il nuovo programma di sviluppo dell'energia dell'atomo dovrà partire da un'assunzione di massa di operai, ingegneri, saldatori ed elettricisti. La stima di personale necessario a realizzare il piano di Macron ammonta a circa 15mila lavoratori l'anno, per un totale di 80mila posti entro il 2030. Una vera dimostrazione della grandeur francese che costerà 50 miliardi di euro.

Peccato che la Francia stia già soffrendo della carenza di manodopera nel settore nucleare. Al momento, 26 reattori sui 56 presenti nel Paese sono sconnessi dalla rete energetica a causa delle manutenzioni che si sono rese necessarie dopo la scoperta di problemi di erosione degli impianti, ormai datati, che rischiano di metterne a repentaglio la sicurezza. Colpita durante l'estate dalle centrali fuori uso e dalla crisi energetica dovuta alla guerra in Ucraina, la Francia si è vista costretta ad assumere manodopera dagli Stati Uniti per riparare gli impianti.

La carenza di lavoratori, già resa palese dal programma di manutenzioni, a detta dell'agenzia Bloomberg rischia di compromettere in partenza anche il piano di Macron sui nuovi reattori. Il fabbisogno annuo di assunzioni fino al 2030, ha dichiarato Alain Tranzer, vice direttore generale del colosso Edf (Electricite de France), andrà da 10mila a 15mila lavoratori in più all'anno. La produzione di energia nucleare francese potrebbe impiegare entro il 2030 circa 300mila persone a fronte delle 220mila attuali, ha aggiunto Tranzer. Il che renderebbe l'economia dell'Esagono ancora più dipendente dall'energia nucleare e non è detto che questa sia una buona notizia. 

Alle preoccupazioni dell'industria vanno infatti aggiunte le perplessità sullo sforzo di bilancio necessario a incrementare la produzione di energia nucleare in Francia, che soddisfa già il 70% del fabbisogno di elettricità del Paese. Come ha fatto notare il New York Times, la società a partecipazione statale Edf naviga in cattive acque: oltre ad avere un debito di quasi 45 miliardi di euro, recentemente ha annunciato che i suoi profitti nel 2022 sarebbero diminuiti di 29 miliardi a causa dei problemi con i suoi reattori. Ad aggravare la situazione è lo sforzo imposto dal governo di Parigi affinché la società fornisca energia elettrica a basso costo a famiglie e imprese.

Il gigante francese del nucleare fa causa allo Stato per il tetto ai prezzi dell'energia

Un mix di fattori che ha portato a una crisi dell'energia nucleare in Francia, tanto che Macron ha annunciato l'acquisizione del restante 16% di Edf a un costo di quasi 10 miliardi di euro. Un'operazione che porterà il 100% del controllo dell'azienda in mano al governo, che si dovrà assumere la piena responsabilità della rimessa in funzione dei reattori e dell'assunzione della manodopera necessaria a costruirne altri sei, uno dei quali dovrebbe avviare la produzione entro il 2035.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

In Francia 80mila nuovi posti di lavoro nel nucleare entro il 2030, ma manca la manodopera

Today è in caricamento