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Venerdì, 26 Aprile 2024
Soldi virtuali

Perché l'euro digitale spaventa le banche

La Commissione Ue rompe gli indugi e annuncia una proposta di legge entro il 2023 per regolamentare la versione virtuale della moneta europea. E ricucire il ritardo con la Cina

Da un lato, c'è la Cina e il suo e-yuan già in fase avanzata. Dall'altro ci sono le banche europee, che temono eventuali contraccolpi alla loro stabilità in caso di crisi finanziaria. In mezzo, c'è la Commissione Ue che ha deciso di rompere gli indugi (o almeno pare) e ha annunciato la presentazione di una proposta di legge sull'euro digitale entro i primi mesi del 2023. Si tratterebbe della prima iniziativa legislativa in tal senso, e, spiega Politico, servirà da base giuridica per il lavoro tecnico in corso della Banca centrale europea.

La corsa al digitale

Come dicevamo, la questione è delicata. Un'indagine del 2021 della Banca dei regolamenti internazionali, condotta su 65 banche centrali, ha mostrato che l'86% di questa sta sviluppando una moneta digitale. Il 14% delle banche ha affermato che stavano conducendo progetti pilota e il 60% stava sviluppando studi di fattibilità. Deutsche Bank prevede che le banche centrali di Paesi che rappresentano circa un quinto della popolazione mondiale, probabilmente emetteranno una moneta virtuale nei prossimi due-tre anni. 

Questa spinta al digitale nasce innanzitutto per via del boom di criptovalute private e dalla possibilità che sempre più colossi del Big Tech possano entrare in un mercato finora controllato dalle banche. Si pensi al caso di Facebook (oggi Meta) che alcuni anni fa aveva annunciato la creazione di una propria moneta digitale, un progetto abbandonato di recente sotto la pressione, pare, di Usa e Ue. 

Lo yuan virtuale

Ma se Mark Zuckerberg si può fermare, diverso il discorso quando davanti si ha la Cina. Pechino sta utilizzando i Giochi olimpici invernali per mostrare al mondo come i suoi piani di una valuta digitale siano già in fase avanzata. La banca centrale cinese ha lanciato uno yuan digitale, soprannominato e-CNY, per gli olimpionici e i visitatori, che grazie a una app potranno archiviare il denaro digitale su una carta fisica ma su braccialetti che possono essere strisciati per effettuare transazioni.

La valuta digitale è in lavorazione dal 2014, scrive Dw.com, quando la banca centrale del Paese ha istituito un gruppo di ricerca per studiare le valute digitali in pieno boom, mediatico ma non solo, dei bitcoin. Da circa un anno, le e-CNY sono già in uso in alcune regioni della Cina, e alla fine del 2021, secondo un reporto della banca centrale di Pechino, oltre 260 milioni di persone avevano già conti e-CNY, mentre le transazioni totali in yuan digitali hanno raggiunto quasi i 12 miliardi di euro. Il mese scorso, in vista delle Olimpiadi invernali, la versione pilota dell'app dello yuan digitale è sbarcata sugli store iOS e Android.   

La Bce al lavoro

Dinanzi all'attivismo della Cina, e all'immobilismo degli Stati Uniti (che non ha ancora chiarito pubblicamente le sue intenzioni), i Paesi dell'Eurozona sono rimasti a lungo interdetti sul da farsi. L'anno scorso, Germania e Francia hanno rotto gli indugi esortando la Bce ad accelerare il processo per la creazione di un euro digitale. "Dobbiamo andare avanti a tutta velocità. Nessuno ci aspetterà", aveva detto l'allora ministro delle Finanze e oggi cancelliere tedesco Olaf Scholz.

La Bce ha accolto l'invito e ha avviato i suoi studi tecnici. Il primo prototipo di euro digitale dovrebbe essere presentato nel 2023. A quel punto, verrà lanciata una fase di sperimentazione, che dovrebbe durare due anni. In sostanza, se Bruxelles tirerà dritto su questo progetto, l'euro virtuale potrebbe cominciare a essere usato dai clienti nel 2025. Un lasso di tempo che dovrebbe consentire alla Commissione europea di presentare la sua proposta normativa e negoziarla con Stati membri ed Europarlamento.

Le paure delle banche

I prossimi passi di Bruxelles sono essenzialmente due: il primo è una consultazione pubblica che si concentrerà su come potrebbe essere utilizzato l'euro digitale (per esempio, la gestione dei pagamenti quotidiani) e che dovrebbe venire lanciata "nelle prossime settimane", ha detto la commissaria Ue ai Servizi finanziari, Mairead McGuinness. 

Il secondo passo, molto più delicato, riguarderà la valutazione di impatto. È qui che le banche europee avranno un ruolo centrale. Gli istituti, spiegano Politico, "temono che i risparmiatori possano convertire i loro depositi nella valuta digitale della Banca centrale con il semplice clic di un pulsante in caso di un'altra crisi finanziaria, creando una corsa agli sportelli online". E provocando scossoni alla loro stabilità come in una profezia che si autoadempie. 

Per capire meglio, bisogna spiegare una delle grandi novità che le valute digitali potrebbero apportare nel sistema monetario. L'emissione di valuta tradizionale, infatti, prevede che una banca centrale emetta denaro attraverso le banche commerciali. Nel caso delle valute digitali, scrive Dw.com, "la maggior parte delle banche centrali sta esplorando un'architettura ibrida: un mix tra l'emissione tradizionale a due livelli e l'emissione a un livello, che coinvolge la banca centrale che emette denaro direttamente agli utenti". In altre parole, i clienti potrebbero chiudere i conti bancari attuali e depositare i loro risparmi direttamente presso la banca centrale.

"Poiché i conti di deposito attualmente pagano tassi di interesse bassi, una moneta virtuale ha il potenziale per disintermediare il sistema bancario", si legge in una analisi della Deutsche Bank. "Le persone potrebbero preferire detenere i loro soldi direttamente presso la banca centrale", e questo "potrebbe avrebbe un impatto sulla stabilità finanziaria" delle banche. Le paure di questi istituti stanno di fatto frenando la corsa all'euro digitale.

La Bce, dal canto suo, ha avvertito: i clienti si sposteranno sempre di più verso le monete virtuali e "se non soddisfiamo questa richiesta, altri lo faranno", ha detto Fabio Panetta, membro del board della Banca centrale europea. La Cina, ma non solo. 

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