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Domenica, 28 Aprile 2024
L'opera / Tunisia

Il maxi cavo che trasporterà l'elettricità tra la Tunisia e la Sicilia

L'Ue ha sbloccato 307 milioni per il progetto Elmed, a cui lavora l'italiana Terna. In prospettiva, potrebbe collegare i parchi fotovoltaici del Sahara con il nostro Paese e l'Europa

Nell'immediato, servirà a portare l'elettricità dall'Italia alla Tunisia, un supporto chiave all'economia del Paese nordafricano nel quadro anche dei recenti accordi sulla gestione dei flussi migratori. Ma in prospettiva, potremmo essere noi i beneficiari del grande potenziale di produzione di energia rinnovabile della regione, che potrebbe sfruttare il deserto del Sahara per diventare un gigantesco parco fotovoltaico. Tutti elementi che spiegano l'importanza dello sblocco di 307 milioni di euro da parte della Commissione europea per la realizzazione dell'Elmed, il maxi cavo di interconnessione elettrica che collegherà le coste tunisine a quelle siciliane. 

Il progetto dovrebbe avere un costo complessivo di 850 milioni di euro. Circa il 35% delle spese sarà coperto dai fondi europei del programma Connecting Europe facility, che per la prima volta finanzia un'opera infrastrutturale tra uno Stato membro e un Paese extra-Ue. Si tratta di un segnale non da poco in un momento in cui Bruxelles e Roma stanno cercando di fare della Tunisia una sorta di modello per la cooperazione con l'Africa, non solo per quanto riguarda la gestione dei migranti. 

Il progetto

A curare il progetto è l'italiana Terna, che sarà coadiuvata dalla Steg, la compagnia tunisina dell'elettricità e del gas. La firma dell'accordo tra queste due società e la Commissione europea "segna un ulteriore passo in avanti verso la realizzazione di un'opera strategica per il sistema elettrico dei due Paesi e dell'intera Europa", ha dichiarato Giuseppina Di Foggia, amministratrice delegate di Terna, in una nota. "Elmed abiliterà lo sviluppo delle energie rinnovabili e, allo stesso tempo, consentirà benefici economici e industriali, attraendo investimenti e creando nuovi posti di lavoro", ha aggiunto.

Elmed si snoda tra la stazione elettrica di Partanna, in provincia di Trapani, e quella di Mlaabi, nella penisola tunisina di Capo Bon, per una lunghezza complessiva di circa 220 chilometri. Rispetto alla prima bozza del progetto, il cavo avrà la capacità di portare elettricità non solo dall'Africa verso l'Europa, ma anche nella direzione opposta. Si tratta di un aspetto fondamentale, che ha permesso a quest'opera, concepita nel lontano 2003 per esportare in Italia l'energia solare prodotta nel Sahara, di superare alcuni ostacoli geopolitici. Secondo la Banca mondiale, che ha finanziato in parte il progetto, questo cavo consentirà alla Tunisia di ricevere elettricità dalla Sicilia pari fino al 16% del suo fabbisogno.

Il solare del Sahara

Per l'Italia (e l'Europa), invece, i vantaggi dell'interconnessione sono in prospettiva. Secondo la Commissione Ue, l'Elmed "aumenterà la sicurezza e la sostenibilità dell'approvvigionamento di energia elettrica in Europa e consentirà una migliore integrazione delle energie rinnovabili e la sostituzione della generazione termica a gas, contribuendo così agli obiettivi dell'Ue in materia di mitigazione climatica e cambiamenti climatici". Sullo sfondo, infatti, c'è lo sfruttamento del grande potenziale di generazione di energia fotovoltaica (ma anche eolica) del Nord Africa, in particolare del Sahara. 

"L'energia solare ed eolica sono infinite e la Tunisia ne ha in abbondanza entrambe", si legge sul sito web di TuNur, società con sede in Tunisia ma investitori britannici e maltesi. L'obiettivo di TuNur, che prevede di produrre 4,5 GWh di elettricità da esportare in Italia, Francia e Malta, è quello di “fornire elettricità a basso costo a due milioni di case europee”, attraverso una linea di trasmissione che collegherà la Tunisia con l'Europa attraverso l'Italia, e ridurre così le emissioni europee di Co2 di cinque milioni di tonnellate all'anno. Si tratta di un progetto ambizioso, "il più grande nuovo impianto di energia solare concentrata del mondo". Ma per realizzarlo servono risorse, e tante. Nell'agosto 2022 l'amministratore delegato dell'azienda ha annunciato che stava valutando un investimento iniziale di 1,4 miliardi di euro per l'avvio del progetto.

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