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Domenica, 28 Aprile 2024
Bruxelles

Crescita più lenta, inflazione alta e stipendi al palo: le previsioni nere per l'Italia nel 2024

La Commissione europea ha aggiornato le sue stime: revisione al ribasso per il nostro Pil e l'allarme sui salari

La crescita economica rallenterà rispetto alle precedenti previsioni, mentre l'inflazione resterà alta. E a rendere il quadro ancora più critico contribuirà la dinamica degli stipendi, con "un aumento molto graduale" delle buste paga anche a casua della "lunga durata degli accordi e delle negoziazioni salariali". In altre parole, i prezzi continueranno a gonfiarsi e le famiglie continueranno a perdere sempre più potere d'acquisto. Virano al nero le ultime previsioni economiche, quelle estive, della Commissione europea sull'Italia. 

La crescita rallenta 

Nel 2023, il nostro Pil crescerà dello 0,9%, mentre nel 2024 si fermerà allo 0,8%, prevedono gli esperti di Bruxelles. In entrambi i casi, si tratta di un revisione al ribasso rispetto alle precedenti stime (1,2% e 1,1%). La contrazione della crescita è linea con quanto accadrà, in media, nel resto dell'Ue e dell'Eurozona, con i tassi in calo rispetto alle previsioni di primavera tanto quest'anno, quanto il prossimo. A pesare sull'andamento dell'economia europea sono soprattutto le performance di Germania e Olanda: il Pil tedesco potrebbe far registrare un preoccupante segno meno (-0,4%) contro una crescita dello 0,2% stimata pochi mesi fa. Il rimbalzo nel 2024 sarà meno sostenuto (1,1% contro 1,4%). Il tonfo maggiore lo dovrebbe far registrare l'economia olandese, che nel 2023 dovrebbe crescere appena dello 0,5% contro l'1,8% previsto in primavera. 

I guai altrui, però, non sono in questo caso un'attenuante per l'Italia: a differenza di Germania e Olanda, il nostro Paese ha un'arma in più, i fondi del Pnrr. La Spagna, per esempio, l'altro grande beneficiario del Recovey fund, va in controtendenza rispetto al resto dell'Eurozona: nel 2023 la crescita sarà del 2,2%, in rialzo rispetto alle stime di primavera (1,9%). Anche le previsioni della Francia sono migliori di quelle stimate pochi mesa fa: un aumento dell'1% contro lo 0,7% delle scorse previsioni. 

"La crescita economica dell’Italia - scrive Bruxelles - ha iniziato a rallentare lo scorso anno, arrestando la ripresa post-pandemia che aveva portato la crescita al 7,0% nel 2021 e al 3,7% nel 2022. Dopo una ripresa nel primo trimestre del 2023, il Pil è diminuito dello 0,4% su base trimestrale nel secondo trimestre, trainato dal calo della domanda interna, in particolare degli investimenti nell'edilizia". Qui, la Commissione sembra puntare il dito sullo stop al superbonus: "A questo sviluppo (negativo, ndr) ha contribuito la graduale eliminazione degli incentivi straordinari e temporanei per le ristrutturazioni edilizie decisi durante la pandemia, che hanno spinto fortemente l’attività edilizia negli ultimi due anni". 

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Stipendi al palo

L'altro appunto mosso dagli esperti di Bruxelles riguarda gli stipendi: "Si prevede che un aumento molto graduale dei salari, insieme a condizioni occupazionali ancora favorevoli, sosterranno un modesto incremento dei consumi privati ​​per tutto il 2024". Se gli stipendi sono al palo, secondo la Commissione, la prima ragione va cercata nella "lunga durata degli accordi e delle negoziazioni salariali" (un passaggio che sembra criticare la contrattazione collettiva in Italia dando un assist a chi sostiene la necessità di introdurre una salario minimo nazionale). Inoltre, segnala sempre Bruxelles, l'indicizzazione dei salari nel nostro Paese fa riferimento a un tasso di inflazione più basso rispetto a quello reale, perché non tiene conto dell’effetto degli aumenti di prezzo dell’energia importata.

In altre parole, gli stipendi degli italiani fanno fatica a crescere per ragioni anche strutturali, e soprattutto non riescono a tenere il passo dell'aumento dei prezzi al consumo: quest'anno, l'inflazione sarà del 5,9%, poco più bassa rispetto alle ultime previsioni, ma comunque più alta della media dell'Eurozona. Nel 2024 sarà del 2,9%. 

Le stime di Bruxelles non sono rosse anche sotto altri aspetti: "L'attività di investimento è destinata a contrarsi nella parte restante del 2023 per poi riprendere moderatamente nel 2024", poiché il calo nel settore dell'edilizia dovrebbe essere "compensato dagli aumenti degli investimenti in infrastrutture e attrezzature sostenuti dal Pnrr".  Infine, la Commissione "prevede che i tassi di partecipazione al lavoro si stabilizzeranno dopo la robusta crescita registrata fino alla metà del 2023".  Per Bruxelles, in altri termini, la riduzione della platea dei beneficiari del reddito di cittadinanza, che avrebbe dovuto aumentare la partecipazione al mercato del lavoro, non sembra avere per il momento effetti positivi in tal senso. 

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