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Sabato, 27 Aprile 2024
Il caso

La svolta green della Bce parte dai dipendenti: "Chi non è ambientalista non ci serve"

Il membro olandese del comitato esecutivo spinge per una politica finanziaria che sia più focalizzata sulla lotta al cambiamento climatico, provocando le proteste di una parte degli impiegati. Lagarde prova a mediare

La svolta green dell'economia europea comincia dai dipendenti della Bce. O almeno questo è quello che vorrebbe Frank Elderson, uno dei sei membri del comitato esecutivo della Banca centrale europea. Durante una riunione interna, l'alto funzionario avrebbe detto "non voglio più queste persone", riferendosi a coloro che non condividono gli obiettivi ecologici dell'istituto di Francoforte. Come riporta Politico, all'inizio di questo mese, l'olandese Elderson avrebbe chiesto ai dipendenti: "Perché dovremmo assumere persone che dobbiamo riprogrammare? Perché vengono dalle migliori università, ma non sanno ancora come si scrive la parola 'clima'".

Lagarde prova a mediare

Christine Lagarde ha dato ragione al collega olandese ma ha provato a mediare. "Io sostengo Frank", ha detto aggiungendo però che "io e gli altri valorizziamo la diversità nell'istituzione che guido", specificando che per diversità si intendono, fra le altre, "la diversità di pensiero e la diversità di background". Ma i dipendenti hanno definito i commenti di Elderson "autoritari" e letali per la cultura della diversità e dell'inclusione. "Pensavo che questi valori facessero parte della cultura di questa istituzione", avrebbe commentato un membro dello staff sempre secondo Politico.

Il personaggio

Frank Elderson è un avvocato olandese che prima di entrare nella Bce è stato direttore esecutivo della vigilanza presso la De Nederlandsche Bank e membro ex officio del Consiglio di vigilanza sempre della Bce. Nella sua carriera si è sempre espresso a favore su un ruolo più attivo delle banche centrali nella lotta al cambiamento climatico, rendendo la Banca nazionale olandese un protagonista di spicco in questo settore. Nel 2016, ha fondato e presieduto la Piattaforma per le finanze sostenibili, un forum ospitato dalla Banca nazionale olandese che riunisce banchieri centrali, funzionari governativi e gruppi della società civile. Nel 2017, Elderson è stato nominato primo presidente del Network for Greening the Financial System (NGFS), una rete di 114 banche centrali e autorità di vigilanza finanziaria che mira ad accelerare la diffusione della finanza verde e a sviluppare raccomandazioni sul ruolo delle banche centrali in materia di cambiamenti climatici.

Il dibattito

La polemica si inserisce all'interno di una cornice più ampia riguardo al ruolo che la Bce dovrebbe assumere nella transizione green del continente europeo. "La discussione sul rendere verde la banca centrale è diventata così polarizzata che un dibattito critico è diventato difficile", ha detto Daniel Gros, direttore dell'Istituto per la politica europea presso l'Università Bocconi di Milano. "Se esprimi critiche, sei rapidamente accusato di essere anti-clima. Ho avuto personalmente questa esperienza più di una volta", ha aggiunto.

Dall'altra parte della barricata rispetto a  Elderson  c'è invece nella Bce Pierre Wunsch, membro del consiglio direttivo dell'istituto e capo della Banca centrale belga. Lo scorso anno, dopo che aveva espresso dubbi sull'adeguamento di alcune operazioni della Bce agli obiettivi climatici, 20 gruppi ambientalisti hanno inviato una lettera al re del Belgio, Filippo, chiedendo di non concedergli un secondo mandato. Ci sono insomma da una parte i sostenitori di una Bce più green, che abbracci l'idea di una finanza etica e tenga conto degli obiettivi climatici nelle sue scelte di politica monetaria, dall'altra, invece, i paladini del ruolo tradizionale della Bce, per cui l'obiettivo primario è (e deve rimanere) la stabilità dei prezzi nell'Eurozona a prescindere dagli obiettivi climatici.

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