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Venerdì, 26 Aprile 2024
Il report Bce

La prossima crisi bancaria potrebbe essere causata dal Clima

Gli istituti finanziari non tengono conto dei rischi economici legati al Climate Change, che ha ripercussioni anche economiche, creando instabilità nel sistema

La prossima crisi finanziaria in Europa potrebbe essere causata dal clima. Questo perché le banche non hanno inserito i rischi connessi al Climate Change tra quelli da prendere in considerazione nelle loro politiche di prestiti e investimenti. Lo rivela uno stress test condotto dalla Banca centrale europea con oltre 100 banche che ha mostrato che la maggior parte di esse non include il rischio climatico nei propri modelli di rischio di credito, mettendo così a rischio la stabilità finanziaria idel continente. Inoltre dal report è emerso che circa due terzi delle entrate delle banche da clienti aziendali non finanziari provengono da industrie ad alta intensità di emissioni di gas serra.

"Le banche dell'area dell'euro devono intensificare con urgenza gli sforzi per misurare e gestire il rischio climatico", ha chiesto Andrea Enria, presidente del Consiglio di vigilanza della Bce. Come riporta Euractiv delle 104 banche che hanno partecipato allo stress test, il 60% è risultato non avere un quadro di riferimento per le prove di stress sul rischio climatico e solo il 20% considera il rischio climatico come una variabile nella concessione dei prestiti. Ma in questo modo si espongono a perdite inaspettate, ad esempio se una compagnia petrolifera da loro finanziata fallisce a causa delle politiche sul cambiamento climatico loro perdono i soldi investiti, e se cose come queste accadessero su larga scala, la stabilità del sistema finanziario scricchiolerebbe. Sul tema "le banche sono ancora molto lontane dalle nostre aspettative", ha detto un portavoce dell'istituto di Francoforte.

La disponibilità di dati sembra essere uno dei principali problemi, in quanto le banche spesso non sono consapevoli dei rischi climatici dei loro clienti. Caroline Liesegang, responsabile della regolamentazione prudenziale e della ricerca presso l'Associazione per i mercati finanziari in Europa, ha affermato che "l'analisi del rischio climatico e i dati sul rischio climatico sono ancora agli inizi", e che "c'è ancora molto lavoro da fare per colmare le lacune dei dati, affinare la portata e gli scenari e, naturalmente, comprendere la meccanica dei canali di trasmissione nei bilanci e nei portafogli delle banche". Secondo il deputato dei Verdi Rasmus Andresen, gli stress test sul rischio climatico "mostrano chiaramente che le banche non prendono abbastanza sul serio i rischi climatici". "I risultati deludenti dimostrano anche che sono urgentemente necessarie linee guida legali ambiziose e rigorosamente applicate, dato che le banche non sembrano seguire sufficientemente le raccomandazioni volontarie", ha dichiarato in un comunicato stampa.

Ma sebbene la Federazione bancaria europea concordi sul fatto che "si dovrebbe fare di più per incorporare il rischio climatico nei quadri di stress-testing e nei modelli interni", il suo Ceo Wim Mijs ha affermato che le banche potrebbero svolgere un "ruolo importante" nella trasformazione verde dell'Europa "solo se sostenute dalle politiche industriali e climatiche dei governi".

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