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Venerdì, 26 Aprile 2024
Veicoli di lusso

Come i big dell'auto stanno aumentando i profitti vendendo meno vetture

La tendenza sembra destinata a confermarsi anche nell’anno in corso nonostante il crollo delle vendite dell’11%

Fare più soldi vendendo meno macchine. Il sogno delle case automobilistiche si è realizzato nel 2021 grazie alla crisi dei semiconduttori, le materie prime per fabbricare i chip necessari al funzionamento di tanti apparecchi elettronici, incluse diverse componenti delle autovetture. Secondo un'analisi del network di consulenza Ernst & Young (EY), nello scorso anno le sedici principali case automobilistiche hanno aumentato i loro profitti del 168%, nonostante le vendite siano aumentate solo dell'1,2% rispetto ai minimi storici registrati nel 2020.

Un aumento che ha fatto salire i profitti dai 50 miliardi del 2020 a 134 miliardi di euro dell’anno successivo. Un trend paradossalmente sostenuto dalla carenza globale di semiconduttori e dalla guerra in Ucraina, che avrebbe interrotto la catena di approvvigionamento di altre componenti. Di qui la scelta delle case automobilistiche di concentrarsi sui soli modelli più costosi e che portano a un maggior margine di profitto nelle casse delle società.

La tendenza al rialzo sembra infatti destinata a confermarsi anche nell’anno in corso, con un aumento dei profitti del 19% nel primo trimestre del 2022 mentre le vendite complessive, nello stesso periodo, sono crollate dell’11%. 

Il Gruppo Volkswagen - ad esempio - lo scorso anno ha aumentato i suoi profitti del 75%, mentre le sue vendite sono diminuite di 600mila vetture. La casa automobilistica - sostiene la testata Politico - ha dato priorità, nell'allocazione di chip così come nella produzione, ai suoi veicoli ad alto margine di profitto, come le auto a marchio Porsche e Audi, trascurando i brand più economici del gruppo come Skoda e Seat.

Questo contribuisce a spiegare l’aumento fino al 10% su base annua nel 2021 delle vendite di Porsche, con il marchio che ha superato per la prima volta le 300mila auto, generando 5 miliardi di euro di profitti all’intero Gruppo Volkswagen. Al contrario, le vendite dei marchi Seat e Skoda sono calate rispettivamente del 2% e del 15%. 

Oltre a generare lauti profitti alle case automobilistiche, la strategia ‘pro-lusso’ sta facendo preoccupare le associazioni ambientaliste, che avvertono sul maggiore impatto sulla qualità dell’aria delle ‘supercar’ e dei Suv rispetto alle auto più piccole o con una cilindrata inferiore. “Le case automobilistiche che cercano di vendere più auto di lusso nel mezzo di una crisi climatica sono parte del problema, non la soluzione", ha denunciato Marion Tiemann, esperta di mobilità per Greenpeace.

La fine dei motori a diesel e benzina può attendere (per ora)

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