rotate-mobile
Venerdì, 26 Aprile 2024
L'intesa

Il motore a combustione è salvo, ma per l'Italia è una mezza beffa

Germania e Commissione europea hanno raggiunto l'accordo: niente stop alle vecchie auto entro il 2035, ma solo se alimentate con eFuel. Il governo Meloni chiedeva di inserire anche i biocarburanti

La Germania ha vinto la sua battaglia per salvare il motore a combustione: il governo di Olaf Scholz ha raggiunto un accordo con la Commissione europea che di fatto elimina lo stop alla vendita dei veicoli che utilizzano questa tecnologia entro il 2035. Al posto di benzina e diesel, tali motori dovranno essere alimentati con gli eFuel, carburanti sintetici che "neutri in termini di emissioni di Co2", come li ha definiti il vicepresidente dell'esecutivo Ue e responsabile del Green deal, Frans Timmermans. Per l'Italia, che ha affiancato la Germania in questa battaglia, si tratta di una vittoria a metà, o di una mezza beffa, a seconda dei punti di vista.

Nell'accordo, infatti, non trovano spazio per ora i biocarburanti, che il governo di Giorgia Meloni chiedeva di equiparare agli eFuel. "Abbiamo raggiunto un accordo con la Germania sul futuro utilizzo di carburanti sintetici nelle automobili", ha annunciato Timmermans su Twitter. "I veicoli dotati di motore a combustione possono essere immatricolati dopo il 2035 se utilizzano solo carburanti neutri in termini di emissioni di Co2", ha ulteriormente chiarito il ministro dei Trasporti tedesco Volker Wissing, con cui Matteo Salvini aveva di recente fatto asse a Strasburgo per bloccare il regolamento sulle emissioni auto.

Questo regolamento, concordato dopo anni di trattative e sulla scorta dello scandalo del Dieselgate, che aveva dimostrato come le emissioni dei veicoli con motore a combustione fossero ben più alte di quelle dichiarate dalle case automobilistiche, era ormai giunto in dirittura d'arrivo nel dicembre scorso, quando tutti gli Stati membri, compresi Germania e Italia, avevano dato il loro consenso allo stop alla vendita di auto e furgoni alimentati con carburanti fossili (benzina, diesel, gpl e metano). Nel testo finale, sempre per le pressioni di Berlino e Roma, era stata inserita una deroga per le auto di lusso. Inoltre, una clausola lasciava aperta la porta a una revisione dello stop al motore a combustione nel caso di gravi problemi nel settore dei trasporti e di ripercussioni a livello economico e sociale causate dalla transizione all'elettrico.

Quando ormai il regolamento sembrava cosa fatta, il governo tedesco ha posto il veto, seguito in questo dall'Italia e da un gruppetto di altri Paesi Ue, tra cui la Polonia. Una retromarcia inusuale, che aveva provocato la rabbia del Parlamento europeo e degli ambientalisti, tra l'altro traditi da un governo, quello di Scholz, al cui interno i Verdi hanno un ruolo di primo piano. Ma nel difficile gioco di equilibri della maggioranza a Berlino, il cancelliere ha dovuto tenere conto anche della posizione dell'altro partner di governo, i liberaldemocratici dell'Fdp, guidati da "mister Porsche", il ministro delle Finanze Christian Lindner, amante delle auto di lusso e fiero sostenitore del motore a combustione.

La richiesta tedesca era di allegare al regolamento un testo che indicasse con chiarezza un piano per la commercializzazione delle auto alimentate con eFuel dopo il 2035. La Commissione ha dato l'ok a produrre un atto delegato, ossia una normativa europea che potrà entrare in vigore in tempi più rapidi della legislazione ordinaria, a meno che di mezzo non si metta il Parlamento. Stando a quanto circola a Bruxelles in queste ora, l'esecutivo Ue presenterà l'atto delegato entro la fine della legislatura, prevista a maggio 2024. Non è chiaro se il Parlamento europeo avrà modo di pronunciarsi prima di quella data. In caso contrario, spetterà ai deputati eletti con le prossime elezioni per il rinnovo dell'Eurocamera, dove il peso degli ambientalisti, stando ai sondaggi, potrebbe essere decisamente inferiore a quello attuale. 

L'Italia, come dicevamo, resta per il momento fuori dall'accordo, almeno per metà. Da un lato, il salvataggio del motore a combustione è una buona notizia per la filiera dei componenti di questa tecnologia, dove trova spazio un pezzo importante della manifattura italiana. Dall'altro, Meloni insisteva per l'inserimento dei biocarburanti. Cosa che per il momento non è prevista.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Il motore a combustione è salvo, ma per l'Italia è una mezza beffa

Today è in caricamento