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Sabato, 27 Aprile 2024
Le nuove sfide post-pandemia / Italia

Mancano i pezzi di ricambio degli aerei. Volare costerà di più?

Durante la pandemia c'erano flotte ferme negli hangar mentre ora hanno bisogno di più manutenzione e Airbus e Boeing non riescono a soddisfare la crescente domanda

Flotte a terra e prezzi dei biglietti in aumento per chi intende volare. Questo lo scenario peggiore che si profila all'orizzonte nel mondo del trasporto aereo. All'origine c'è una carenza di pezzi di ricambio, che affonda le radici a sua volta nella pandemia. In breve, le flotte rimaste parcheggiate per mesi negli hangar a causa delle restrizioni da Covid-19 stanno facendo fatica a rimettersi in moto. L'esplosione dei viaggi, non appena sono decadute o comunque sono state allentate le limitazioni ai movimenti, avrebbe colto di sorpresa sia le compagnie aeree che i produttori degli aerombili, che si ritrovano adesso in forte ritardo rispetto alle consegne. In cosa si tradurrà questa situazione? Anche se sembra essere ancora sotto controllo, c'è già chi prevede un aumento dei prezzi che graverà sui viaggiatori, con tariffe sempre meno low-cost per spostarsi per ragioni di lavoro, famiglia e vacanze.

Ripresa inaspettata

A lanciare l'allarme in Europa è stato il gruppo Lufthansa, che ha bloccato temporaneamente un terzo della flotta di Airbus A220 di Swiss a Zurigo a causa di problemi ai motori Pratt & Whitney. Il capo dell'azienda Carsten Spohr sostiene di non aver mai assistito ad una situazione simile nei suoi 30 anni di carriera nel trasporto aereo. A fargli eco c'è anche Willie Walsh, amministratore delegato della International Air Transport Association (Iata), così come altri capi delle compagnie aeree. All'unisono si lamentano della mancanza di pezzi di ricambio, soprattutto per i motori. All'origine del problema ci sarebbe la ripresa del trasporto aereo, avvenuta in maniera repentina, massiccia e inaspettata dopo la crisi sanitaria. N

onostante lo scoppio della guerra in Ucraina chi può viaggiare non esita a farlo. "Dobbiamo innanzitutto ricordare che con la pandemia di Covid le compagnie aeree sono state costrette a chiudere quantità considerevoli di aerei", ha indicato l'esperto di trasporto aereo Jean Collard alla tv belga Rtbf. "Quando la domanda di trasporto è nuovamente aumentata, con un vigore che ha sorpreso le compagnie, questi aerei dovevano essere portati fuori dai parcheggi. E credetemi, non è come un'auto che esce dal garage! Per far uscire un aereo dal parcheggio, c'è una serie di tecniche da mettere in atto, che sono estremamente costose e dispendioso in termini di tempo perché gli standard di sicurezza sono estremamente elevati", ha spiegato l'esperto. Conseguenza: in breve sono venute meno le scorte di pezzi di ricambio.

Motori da bancarotta

Collard ha ricordato come anche i fornitori di questi pezzi colpiti dalla crisi sanitaria, per cui rilanciare queste industrie non è stato facile. Con l'inizio del conflitto in Ucraina, ha poi inciso l'impennata dei costi di luce e gas. Rispetto alle cifre di questa crisi Collard non si è esposto, ma ha detto: "Sappiamo, ad esempio, che ci sono enormi difficoltà a mantenere in volo i Boeing 737-800". Alle soglie della stagione turistica, quando si intensificano i movimenti in cielo, emergono fondati timori che il problema peggiori. In Europa la situazione sembra ancora sotto controllo, ma in India la questione è già degenerata in un conflitto.

La compagnia aerea low cost Go First ha dichiarato di avere motori "in avaria", con metà della flotta di aerei imprigionata a terra, accusando il produttore americano Pratt & Whitney di aver fornito pezzi non funzionanti. Il motore in questione " ha problemi di affidabilità da diversi mesi" e queste preoccupazioni tecniche sono "accelerate dalle difficoltà generali della catena di approvvigionamento che rallentano la consegne di motori nuovi e revisioni", ha riportato il media specializzato Aerocontact. Per questo motivo Go First è sull'orlo del fallimento.

Consegne in ritardo

Anche i due grandi produttori di aeromobili, Airbus e Boeing, stanno accumulando ritardi nella produzione di nuovi aeromobili nelle consegne. Il costruttore europeo Airbus ha consegnato "solo" 127 aerei tra gennaio e marzo 2023, mentre ne aveva consegnati 142 nel primo trimestre del 2022. L'americano Boeing ha avvertito a metà aprile che le consegne del suo aereo di punta, il 737 Max, sarebbero state interrotte a causa di problemi di qualità relativi alle parti fornite da un subappaltatore. Risultato: il gigante dei voli low-cost Ryanair ha dovuto ridurre il suo programma di voli per luglio. Ciò nonostante la compagnia irlandese ha annunciato di aver effettuato un ordine di ben 300 Boeing 737 Max, per un valore stimato tra 36 e 40 miliardi di euro.

Il manager dell'azienda, Michael O'Leary, ha scommesso su un ulteriore incremento dei viaggi aerei fino a 300 milioni di passeggeri l'anno e ha voluto così battere sul tempo i suoi concorrenti. Ma riuscirà Boeing a soddisfare i tempi di consegna, previsti tra il 2027 e il 2033? Ma soprattutto, quale sarà l'impatto sul prezzo dei biglietti aerei e in che misura? "Il problema fondamentale è se il prezzo dei pezzi di ricambio aumenterà. Per me è molto probabile perché ciò che è raro è costoso. Questi aumenti di prezzo influiranno sui costi di manutenzione e alla fine è inevitabile che si rifletterà nel prezzo dei biglietti aerei”, ha dichiarato Jean Collard.

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