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Sabato, 27 Aprile 2024
La battaglia legale

Exxon non vuole pagare la tassa sugli extra profitti dell'energia e fa causa all'Ue

Presentata una denuncia alla Corte di Giustizia contro il "contributo temporaneo di solidarietà" chiesto ai produttori di petrolio e gas per contribuire a ridurre le bollette energetiche

La ExxonMobil ha presentato una denuncia alla Corte di Giustizia dell'Unione europea contro la tassa sui "super-profitti" dei giganti dell'energia che, secondo la multinazionale statunitense, potrebbe "scoraggiare gli investimenti". Ufficialmente chiamata "contributo temporaneo di solidarietà", la tassa dovrebbe essere pagata dai produttori e distributori di petrolio, gas e carbone che hanno tratto enormi profitti dall'impennata dei prezzi in seguito alla guerra in Ucraina. Secondo le previsioni della Commissione l'imposta avrebbe raccolto 25 miliardi di euro "per contribuire a ridurre le bollette energetiche".

Quando è stata adottata alla fine di settembre, la Commissione è stata attenta a non usare la parola "tassa" perché qualsiasi nuova disposizione fiscale a livello europeo avrebbe richiesto l'unanimità tra i 27 Stati membri, una procedura più complicata e rischiosa dell'adozione a maggioranza qualificata. L'idea era in particolare quella di evitare procedimenti come quello presentato alla Cgue in Lussemburgo dalle filiali tedesche e olandesi di ExxonMobil.

Casey Norton, portavoce della Exxon, ha dichiarato che la multinazionale statunitense riconosce che gli alti costi dell'energia "gravano pesantemente sulle famiglie e sulle imprese", ma sostiene che l'imposta sia "controproducente" e che "minerebbe la fiducia degli investitori, scoraggerebbe gli investimenti e aumenterebbe la dipendenza dalle importazioni di energia". La Exxon ha speso 3 miliardi di dollari in progetti di raffinazione europei negli ultimi 10 anni, aumentando la produzione "in un momento in cui l'Europa lotta per ridurre le importazioni di energia dalla Russia", ha dichiarato Norton. Norton ha aggiunto che la Exxon sta valutando "futuri investimenti multimiliardari" nel continente. "La scelta di investire qui dipende principalmente da quanto l'Europa sarà attraente e competitiva a livello globale".

L'entrata in vigore della nuova tassa è prevista per il 31 dicembre e consisterebbe in un'aliquota di almeno il 33% su ogni profitto tassabile nel 2022-23 che sia del 20% superiore alla media dei profitti tra il 2018 e il 2021. Exxon, uno dei maggiori fornitori di petrolio in Europa, potrebbe pagare una tassa sugli extraprofitti di 2 miliardi di dollari. Nel terzo trimestre, la società ha generato profitti globali record di quasi 20 miliardi di dollari.

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