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Domenica, 28 Aprile 2024
L'annuncio

La vittoria delle escort: i siti porno finiscono "sotto controllo"

La Commissione Ue ha inserito Pornhub, Stripchat e XVideo tra le piattaforme online che dovranno rispettare la nuova legge contro i contenuti pericolosi: stretta su pedofilia, revenge porn e deepfake

Lo scorso ottobre, una trentina di ong, tra cui la lobby europea delle escort, aveva inviato una lettera alla Commissione europea chiedendo una stretta sui siti porno per fermare la diffusione di contenuti pericolosi, soprattutto per i minori. La richiesta è stata accolta: Bruxelles ha annunciato che i tre maggiori portali del settore, Pornhub, Stripchat e XVideo, dovranno rispettare gli stretti paletti fissati dalla nuova legge sui servizi digitali (Dsa) per le cosiddette "piattaforme online molto grandi" (Vlop, secondo l'acronimo in inglese). Tra le altre cose, questi siti web non potranno più promuovere campagne pubblicitarie mirate ai minorenni, e dovranno mettere in campo misure per prevenire l'uso dei loro canali per attività connesse alla pedofilia, al revenge porn e alla pornografia deepfake. Pena pesanti multe fino al 6% del loro fatturato globale.

La battaglia delle escort

Dall'entrata in vigore del Dsa, la legge con cui l'Ue vuole combattere una serie di fenomeni e crimini sul web come la disinformazione, l'odio online e per l'appunto la pedopornografia, la Commissione ha designato come Vlop 19 piattaforme e motori di ricerca. Tra questi ci sono Facebook, Instagram, TikTok e X (ex Twitter), solo per citarne alcuni. Le Vlop rappresentano la cerchia di giganti online con più di 45 milioni di utenti su cui gravano le norme più rigide in merito alla lotta ai contenuti pericolosi. Ma finora, da questa cerchia erano stati esclusi i siti porno.

Una carenza denunciata da una coalizione di ong, tra cui la European Sex Workers' Rights Alliance, che riunisce i lavoratori del sesso di tutta l'Ue. A loro avviso, i giganti del porno online avrebbero cercato "attivamente di sottrarsi alle proprie responsabilità e di non essere ritenuti responsabili per i rischi sistemici esistenti sulle loro piattaforme", come la diffusione di immagini di abusi sessuali o deepfake,  dichiarando in modo falso un numero di utenti inferiore alla soglia dei 45 milioni che fa scattare le regole più stringenti.

La stretta sui giganti del porno

Bruxelles, in risposta alle sollecitazioni, aveva avviato un'indagine, il cui esito ha portato all'inserimento di Pornhub, Stripchat e XVideo nelle Vlop. Per questi siti, ci sarà poco tempo per adeguarsi alle nuove norme: la deadline fissata dalla Commissione è il 17 febbraio 2024. Tra le disposizioni generali che dovranno osservare ci sarà quella di "fornire meccanismi di facile utilizzo per consentire agli utenti o alle entità di segnalare contenuti illegali" e di dare priorità al trattamento delle segnalazioni inviate dai cosiddetti "segnalatori attendibili", scriva Bruxelles

Inoltre, dovranno "informare tempestivamente le autorità di contrasto se vengono a conoscenza di informazioni che facciano sorgere il sospetto che sia avvenuto, si stia svolgendo o possa verificarsi un reato che comporta una minaccia alla vita o all'incolumità di una persona, anche nel caso di abusi sessuali su minori". 

Stop alle pubblicità mirate ai minori

Se necessario, Pornhub, Stripchat e XVideo dovranno "riprogettare i propri sistemi per garantire un elevato livello di privacy, sicurezza e incolumità dei minori" e "garantire che le loro interfacce non siano progettate in modo da ingannare o manipolare gli utenti". A tal proposito sarà vietata la "pubblicità mirata basata sulla profilazione di dati sensibili (come origine etnica, opinioni politiche o orientamento sessuale), o mirata a minori".

Perché i siti porno sono finiti sotto attacco in Europa

In quanto Vlop, tali siti avranno ulteriori misure da mettere in atto (entro i prossimi quatto mesi). Tra queste, ci sono le "misure di mitigazione per affrontare i rischi legati alla diffusione di contenuti illegali online, come materiale pedopornografico, e contenuti che ledono i diritti fondamentali, come il diritto alla dignità umana e alla vita privata in caso di condivisione non consensuale di contenuti materiale intimo online (è il caso del revenge porn, ndr) o pornografia deepfake".  Un altro aspetto importante della legge è che le Vlop "dovranno dare accesso ai dati disponibili al pubblico ai ricercatori, compresi i ricercatori selezionati e designati dai coordinatori dei servizi digitali", spiega sempre Bruxelles.

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