rotate-mobile
Sabato, 27 Aprile 2024
Accordo raggiunto

Dopo le proteste l'Europa limita le importazioni dall'Ucraina (ma salva il grano)

Per un altro anno i prodotti agricoli di Kiev saranno esentati dai dazi doganali, ma alcune materie prime come zucchero, miele e pollame non potranno superare determinate soglie

L'Unione europea ha esteso per un altro anno, a partire da giugno, l'esenzione generale dai dazi doganali concessa all'Ucraina dal 2022 per sostenere Kiev dopo l'invasione russa. Bruxelles ha però concordato di limitare alcune importazioni agricole ucraine. Si tratta di uova, pollame, zucchero, avena, mais e miele; in questo meccanismo di tutela non risulta però incluso il grano. La decisione arriva come risposta alla rabbia e alle proteste del settore, con centinaia di agricoltori che da mesi sono scesi in piazza, soprattutto nei Paesi dell'Europa dell'Est, con blocchi alle frontiere e capitali invase dai trattori. Gli Stati membri stanno valutando anche la possibilità di limitare le importazioni di alcuni prodotti dell'agroalimentare provenienti dalla Russia, che nell'arco di due anni ha approfittato del conflitto per incrementare le vendite all'estero di cereali, dato che le sanzioni europee avevano escluso il settore primario.

Il rinnovo dell'esenzione dai dazi per l'Ucraina

L'esenzione generale dai dazi doganali era stata concessa all'Ucraina a partire dal 2022 per sostenere Kiev dopo l'invasione russa. Gli agricoltori dei Paesi limitrofi, come la Polonia e l'Ungheria, già dopo pochi mesi avevano lamentato un ingresso massiccio di prodotti alimentari a basso prezzo, con ingenti danni economici. Accusano Kiev di concorrenza "sleale" perché le sue aziende agricole non rispettano determinati standard vigenti negli Stati membri dell'Ue, come quelle relative alle dimensioni delle fattorie o ai limiti all'uso di pesticidi. La Commissione europea in un primo momento aveva deciso di compensare le perdite sovvenzionando i produttori di cinque Stati particolarmente danneggiati. Una decisione che aveva però sollevato aspre critiche da parte delle aziende agricole dei Paesi esclusi.

Come funziona il meccanismo di protezione

Nel rinnovare l'esenzione, Bruxelles ha deciso stavolta di muoversi diversamente, introducendo dei "meccanismi di salvaguardia" per i prodotti "particolarmente sensibili", tra cui alcuni cereali. Il grano e l'orzo restano però esclusi. Le importazioni dei prodotti "protetti" saranno in sostanza limitate, non potendo superare i livelli medi importati dall'Ue nel 2022 e nel 2023. Superate queste soglie, ai prodotti in questione saranno automaticamente reimposti i dazi doganali. "L'accordo rafforza il costante impegno dell'Ue nei confronti dell'Ucraina" e allo stesso tempo "rafforza le misure di salvaguardia che allevierebbero la pressione sugli agricoltori dell'UE se fossero sopraffatti da un improvviso aumento delle importazioni", ha dichiarato l'eurodeputata lettone Sandra Kalniete dei Popolari europei (centrodestra), in qualità di relatrice del testo. 

La pressione degli agricoltori polacchi

Uno dei Paesi in cui maggiore è stata la pressione del settore rurale per stoppare l'ingresso di materie prime dall'Ucraina è la Polonia. Il malcontento circola da oltre un anno, ma nelle ultime settimane gli agricoltori si sono fatti sentire con azioni più drastiche, ad esempio bloccando i valichi di frontiera con l'Ucraina e la Germania. A settembre Varsavia aveva deciso unilateralmente di bloccare l'ingresso di alcuni prodotti, suscitando l'ira del presidente ucraino Volodymyr Zelensky. La Commissione europea inizialmente aveva proposto di estendere l'esenzione dai dazi doganali, prevedendo semplici "misure correttive". Queste ultime avrebbero potuto essere adottate rapidamente in caso di "gravi perturbazioni" del mercato, anche nell'ipotesi in cui si fossero verificate in un solo Stato membro. 

Gli eurodeputati volevano limitare anche il grano

La scorsa settimana, nel corso della plenaria a Strasburgo, gli eurodeputati hanno votato con una maggioranza netta a favore dell'estensione di questo tetto ai cereali (grano, orzo, avena, mais) e al miele. I parlamentari europei volevano inoltre calcolare il periodo di riferimento sulla media di tre anni, cioè nella forchetta dal 2021 al 2023, includendo quindi un riferimento temporale antecedente allo scoppio della guerra. Avevano così accolto le critiche da parte delle organizzazioni agricole rispetto al massimale proposto da Bruxelles, che corrisponde già a volumi reputati "eccessivi" provenienti da Kiev.

Bruxelles obbligata a reagire in tempi più rapidi

I negoziati finali hanno dato un esito di compromesso, con l'esclusione del grano, uno dei prodotti che desta maggiore preoccupazione. "Gli eurodeputati hanno ottenuto un fermo impegno da parte della Commissione ad agire in caso di aumento delle importazioni di grano ucraino", sulla base di un monitoraggio regolare, ha spiegato il Parlamento in una nota. Nell'accordo risulta inoltre che il governo europeo sarà obbligato ad agire "più rapidamente, entro 14 giorni anziché 21 (come inizialmente previsto), se verranno raggiunte le soglie per l'attivazione dei meccanismi di salvaguardia".

L'accordo prevede anche la possibilità di compensazioni finanziarie ai produttori europei danneggiati dalle importazioni ucraine in eccesso. Una fonte del governo francese ha riferito all'Afp che la Francia è al lavoro anche "per consentire ai prodotti agricoli ucraini di tornare ai loro mercati di origine", quelli cioè in Africa e Medio Oriente, affinché non restino bloccati in Europa. L'accordo deve ora essere formalmente ratificato dal Consiglio europeo, che riunisce i governi dei 27 Stati membri, e dagli eurodeputati nella sessione plenaria di fine aprile. Entrerà in vigore il 6 giugno di quest'anno e durerà fino al 5 giugno 2025. 
 

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Dopo le proteste l'Europa limita le importazioni dall'Ucraina (ma salva il grano)

Today è in caricamento