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Domenica, 28 Aprile 2024
La direttiva

Stop ai tirocini gratuiti in Europa, ma il governo Meloni si oppone

Al Parlamento europeo passa la proposta che introduce una retribuzione obbligatoria per gli stagisti. Lega e Fratelli d'Italia si astengono

Niente più stage gratuiti in tutta l'Unione europea e regole chiare sulla loro durata e sulla protezione sociale dei tirocinanti. È quanto prevede la proposta del Parlamento Ue che è stata votata oggi a Strasburgo. Tra gli italiani, hanno votato a favore il Pd, il M5s, Azione-Italia viva e verdi. Lega e Fratelli d'Italia, invece, si sono astenuti.

La proposta si divide in due parti: una direttiva per i tirocini nel mercato del lavoro (ossia quelli che si svolgono dopo la laurea o il diploma) e una decisione per i tirocini curriculari validi in tutta Europa (ossia quelli sostenuti dagli studenti durante i loro percorsi di studio). Per i tirocini post laurea o diploma, la direttiva chiede l'obbligo di retribuzione per gli stagisti: la paga dovrà essere in linea con il salario minimo del Paese membro dove lo stage viene attivato. Il datore di lavoro dovrà sottoscrivere un accordo di tirocinio con lo stagista che preveda un sistema di obiettivi condivisi, valutazione e feedback del lavoro svolto. Il tirocinio dovrà avere una durata minima di 1 mese e una massima di 6 mesi. Sono concessi i rinnovi solo entro certi limiti, in modo da "impedire che i giovani siano costretti a passare da un tirocinio all’altro per anni, senza reali prospettive lavorative", spiega l'eurodeputata dei Verdi europei, Rosa D'Amato.

Gli stage gratuiti costano fino a 6mila euro a famiglia

L'altro 'pezzo' di legislazione riguarda i tirocini curriculari, ossia quelli svolti durate il periodo di studio. Il testo prevede anche qui una sorta di paga: i tirocinanti dovranno ricevere una compensazione dei costi sostenuti che copra almeno le spese per vitto, alloggio e trasporti. Altri aspetti importanti: il tirocinio dovrà essere in linea con il piano di studi e prevedere forme di  compatibilità fra ore di studio e ore di lavoro. 

"Si tratta di una vittoria importantissima per i nostri giovani - dice D'Amato - Il lavoro va pagato, sempre. La scusa dello stage gratuito per ‘fare esperienza’ è solo un modo per nascondere lo sfruttamento ed è una forma di ingiustizia per tutti quei giovani che non hanno una famiglia alle spalle che possa sostenerli economicamente. Inoltre, la nostra proposta va a vantaggio anche degli imprenditori, dal momento che prevede incentivi per chi propone tirocini pagati e di qualità, e combatte la concorrenza sleale di chi invece sfrutta personale non pagato. Gli studenti e i neolaureati italiani devono sapere che questo passo in avanti è stato possibile nonostante l’ostruzionismo dei partiti del governo Meloni, che non hanno appoggiato la nostra proposta e che fino all’ultimo si sono opposti all’obbligo di retribuzione. Ora la passa passa alla Commissione europea, che mi auguro agisca in tempi rapidi presentando una proposta di direttiva in linea con quanto chiede il Parlamento", conclude D'Amato. 

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