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Domenica, 28 Aprile 2024
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Il processo Qatargate a rischio: il procuratore si dimette per conflitto d'interessi

Il grande accusatore di Panzeri e soci, Michel Claise sotto accusa: i legami di affari con un'eurodeputata considerata vicina agli indagati (ma mai arrestata)

Michel Claise, il procuratore belga a capo dell'indagine sul cosiddetto scandalo Qatargate, non seguirà più il caso. La conferma è arrivata ieri dal suo ufficio, e segue l'accusa mossa dall'avvocato di uno degli imputati, l'eurodeputato Marc Tarabella, secondo cui il giudice, noto per il suo impegno anticorruzione e considerato una sorta di sceriffo integerrimo, avrebbe un conflitto d'interessi legato all'indagine.

“In via cautelare, e al fine di consentire alla giustizia di proseguire con serenità il proprio lavoro e mantenere la necessaria separazione tra vita privata e familiare e responsabilità professionali, il giudice istruttore Michel Claise ci ha comunicato di aver deciso questa sera di dimettersi dall'incarico il caso", si legge in una nota della procura belga, secondo cui al momento non ci sono "prove reali per mettere in dubbio la correttezza di una qualsiasi delle parti coinvolte e il lavoro sostanziale che lui e i suoi investigatori hanno svolto in questo caso".

Tutto ruota intorno a una figura di spicco della politica belga, l'ex ministra dell'Istruzione ed eurodeputata, Maria Arena. Come Tarabella, anche lei è di origini italiane e fa parte del partito socialista belga. A Bruxelles, è nota da tempo la vicinanza tra Arena e Antonio Panzeri, il presunto deus ex machina del sistema di corruzione costruito per fare pressioni sul Parlamento europeo sui dossier di interesse del Qatar (e forse anche del Marocco). Il rapporto tra i due ("un'amicizia professionale", l'ha definita Arena) si è consolidato negli anni in cui hanno condiviso il lavoro da deputati all'Eurocamera, imperniato sul tema dei diritti umani e della giustizia sociale. Quando Panzeri ha lasciato la politica e ha dato vita a Fight impunity, l'ong che l'ex sindacalista italiano avrebbe usato per le sue attività (illegali) di lobby, Arena è stata tra i principali sostenitori della nuova avventura. Tanto più che l'eurodeputata è stata, fino al Qatargate, la presidente della sottocommissione Diritti umani, quella su cui si sarebbero concentrate le pressioni del Qatar. 

Arena si è sempre detta all'oscuro di queste trame. E il giudice Caise sembra averle creduto visto che, a differenza di altri colleghi con ruoli più marginali al Parlamento (il già citato Tarabella, ma anche l'italiano Andrea Cozzolino), Arena non è stata né interrogata, né incriminata. Un trattamento che per Maxim Toeller, l'avvocato di Tarabella, potrebbe avere altre motivazioni. Toeller ha infatti presentato una richiesta di ricusazione del procuratore a capo dell'indagine sostenendo che questi abbia un conflitto di interessi con Arena: il figlio del giudice, Nicolas Claise, è socio d'affari del figlio di Arena, Ugo Lemaire, con il quale si conoscono da anni.

Kaili: "Spiata dai servizi segreti durante l'immunità"

Il rapporto tra i due figli è confermato da documenti pubblici, ma questo non presuppone automaticamente che vi sia un conflitto d'interessi. Di sicuro, la notizia mette sotto cattiva luce il grande accusatore del "sistema Panzeri". E le sue dimissioni "potrebbero ritardare o addirittura minacciare il caso", scrive Politico. Un caso su cui in questi giorni è piombata un'altra denuncia, quella dell'altra grande accusata del Qatargate, l'ex vicepresidente del Parlamento Eva Kaili: per il suo avvocato, la politica greca sarebbe stata spiata dai servizi segreti mentre godeva dell'immunità parlamentare.

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