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Venerdì, 26 Aprile 2024
Il caso / Norvegia

Il killer che fa causa allo Stato perché "il carcere è troppo duro"

Anders Breivik vive in isolamento con tre pappagallini, da quando ha ucciso 77 adolescenti al campo estivo del partito socialista norvegese

Aveva ucciso 77 persone in un duplice attentato e ora, dopo poco più di dieci anni di prigione, chiede di porre fine al suo isolamento. Anders Behring Breivik, il fanatico di estrema destra autore della "strage di Utoya" in Norvegia, l'8 gennaio ha chiesto ad un tribunale di terminare la condizione di isolamento, perché violerebbe i suoi diritti umani. L'assassino sta anche facendo causa allo Stato nel tentativo di eliminare le restrizioni sulla sua corrispondenza con il mondo esterno. Gli avvocati dello Stato contestano le richieste, reputandolo ancora un pericolo per la società e possibile fonte di ispirazione per altri estremisti di destra.

La strage

Nel 2011 Anders Behring Breivik uccise dapprima otto persone con un'autobomba ad Oslo, poi si recò sull'isola di Utoya per ucciderne altre 69, la maggior parte dei quali erano adolescenti riunitisi in un campo giovanile del partito socialista. L’obiettivo era quello di distruggere il Partito Laburista alla radice, sulla base del suo odio contro gli immigrati e contro la politica multiculturalista promossa dalla sinistra. Breivik, oggi 44enne, prima dei suoi attacchi aveva inviato via email copie di un manifesto delirante improntato al suprematismo bianco per esporre le sue teorie. La vicenda viene reputata la peggiore atrocità avvenuta in Norvegia in tempo di pace. Il caso ha scosso l'intero Paese, generando orrore e sconcerto. Ha messo in crisi persino i principi di riabilitazione, reputati un pilastro del sistema giudiziario e carcerario del Paese scandinavo. Reputato "sano di mente", nel 2012 venne condannato a 21 anni di carcere. Il killer xenofobo si era presentato in aula con il pungo destro alzato e alla lettura della sentenza sorrise.

Le condizioni dell’isolamento

Al momento Breivik si trova in una sezione del carcere di massima sicurezza di Ringerike, 70 km a nord-ovest di Oslo. Si tratta della terza prigione in cui è stato detenuto. A sua disposizione c'è un'intera area dedicata, che comprende una sala corsi, una cucina, una sala TV e un bagno, come attestato il mese scorso dalle telecamere dell'agenzia di stampa NTB. Gli è inoltre permesso tenere tre pappagallini come animali domestici che volano liberamente nella zona. Secondo il suo avvocato, il lungo periodo di isolamento "senza interazioni significative" che dura da oltre un decennio avrebbe avuto un impatto devastante su Breivik. "Ora ha tendenze suicide", ha scritto il legale Oeystein Storrvik, aggiungendo che l'omicida dipende dal farmaco antidepressivo Prozac per superare i giorni in prigione.

Rischio di contatti con l’estrema destra

Di avviso opposto gli avvocati che rappresentano il ministero della Giustizia, i quali sostengono che l'uomo rappresenti una minaccia per la sicurezza, motivo per cui va tenuto separato dal resto della popolazione carceraria. Hanno inoltre contestato il livello di isolamento, definendolo "relativo" visto che Breivik continua ad avere contatti con le guardie, un prete, gli operatori sanitari e, fino a poco tempo fa, un volontario esterno che il condannato ora non desidera più vedere. Per un'ora ogni due settimane ha la possibilità di vedere altri due detenuti. Ad essere controllati sono anche i suoi contatti col mondo esterno, dato che secondo gli avvocati sussiste il rischio che ispiri altre persone a commettere atti violenti, tenuto conto della matrice ideologica dei suoi omicidi. "Ciò vale in particolare per i contatti con ambienti di estrema destra, comprese persone che desiderano stabilire un rapporto con Breivik a seguito degli atti terroristici del 22 luglio 2011", si legge nel documento. L’uomo è già stato citato come fonte d'ispirazione da Brenton Tarrant, un uomo che nel 2019 ha ucciso 51 persone in due moschee a Christchurch, in Nuova Zelanda.

Condanna prorogabile

La condanna di Breivik è relativamente breve. La sua pena complessiva è di 21 anni ed è la più lunga che un tribunale norvegese possa imporre, ma nel suo caso può essere prorogata fino a quando sarà ritenuto una minaccia per la società. "Ciò che è unico è quanto tempo è stato in isolamento", ha dichiarato alla stampa locale Knut Mellingsaeter Soerensen, professore associato presso l'Università della polizia norvegese e autore di un dottorato sulle condizioni di Breivik nella sua prima prigione dal 2011 al 2013. "La sfida, con una persona che ha mostrato l'intenzione e la capacità di commettere un attacco terroristico, e di pianificarlo a lungo termine, è quando alleggerire le misure di sicurezza per poter effettivamente avere contatti con altri detenuti?", ha sottolineato il docente. Non è la prima volta che Breivik cita in giudizio la Norvegia. Lo aveva già fatto nel 2016, quando aveva sostenuto che lo Stato stesse violando la Convenzione europea dei diritti dell’uomo, facendo riferimento ai divieti di essere sottoposti a "tortura o a trattamenti o punizioni inumani o degradanti". In un primo momento vinse la causa, ma il verdetto venne ribaltato un anno dopo in appello, prima che tutte le restrizioni venissero revocate. L'udienza per questa nuova causa si tiene nella palestra della prigione, situata sulla riva del lago Tyrijorden, dove si trova l'isola di Utoya, luogo della sparatoria di Breivik. Il verdetto del giudice verrà emesso nelle prossime settimane.

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