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Sabato, 27 Aprile 2024
Il voto

Smog, arrivano limiti più severi e maggiori controlli

Dal Parlamento Ue luce verde alla nuova direttiva anti smog. I governatori delle regioni del Nord, le più inquinate in Italia, si erano opposti. Gli obiettivi sono da raggiungere entro il 2035

I membri del Parlamento europeo hanno votato per rafforzare la direttiva sull'inquinamento atmosferico proposta dalla Commissione europea. La relazione presentata dall'eurodeputato Javi Lopez (Socialisti & democratici) è stata votata con 363 voti a favore, 226 contrari e 46 astensioni. Gli obiettivi sono da raggiungere entro il 2035 e valgono per diversi inquinanti, tra cui particolato (PM2.5, PM10), NO2 (anidride carbonica), SO2 (anidride solforosa) e O3 (ozono). Le nuove regole mirano a garantire che la qualità dell'aria nell'Ue non sia dannosa per la salute umana, gli ecosistemi e la biodiversità e ad allineare le regole Ue con le più recenti linee guida per la qualità dell'aria dell'Organizzazione mondiale della sanità (Oms).

Il relatore ha ricordato come ogni anno 300mila persone muoiano prematuramente a causa dello smog nell'Unione europea, essendo correlato a tumori, demenza, difficoltà respiratorie e diabete. "L'inquinamento atmosferico è una pandemia silenziosa che merita più attenzione politica di quanta ne abbia oggi. L'inquinamento atmosferico, proprio come il cambiamento climatico, non è un incidente del destino a cui dobbiamo rassegnarci. Si può e si deve fare molto di più". L'obiettivo finale approvato dagli eurodeputati è quello di raggiungere "l'inquinamento zero dell'aria" entro il 2050.

Il documento era stato pesantemente avversato da alcune delle regioni italiane più inquinate. Da mesi Lombardia, Piemonte, Veneto ed Emilia Romagna si oppongono a questa legge, sostenendo l'impossibilità di adattarsi ai parametri richiesti dagli europarlamentari. Nei mesi scorsi il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana si era recato a Bruxelles per incontrare la presidente del Parlamento Europeo Roberta Metsola, illustrando la sua contrarietà alle misure in tema di emissioni atmosferiche. "La normativa Ue pone un obiettivo di valore legale per noi irrealistico. Per raggiungerlo dovremmo ricorrere a una drastica riduzione delle nostre attività", aveva dichiarato alla stampa il politico leghista, sottolineando che sarebbe stato necessario "eliminare il 75% delle attività produttive e impedire la circolazione dei 3/4 dei veicoli che oggi circolano" per poter adempiere le nuove norme.

La strenua opposizione delle regioni padane non è bastata a bloccare la norma, mentre la volontà di annacquare il testo tramite gli emendamenti è riuscita solo in minima parte. Durante le votazioni si è assistito ad una serie di defezioni. Tra le fila dei socialisti e del gruppo Renew, ad esempio, a "tradire" la posizione del gruppo su alcuni emendamenti ci sono stati svariati eurodeputati della Romania. Al contrario vari eurodeputati dei Popolari, a seconda dei casi, hanno votato allo stesso modo di Socialisti e Verdi e questo ha permesso alla legge di passare. 

Gli strumenti e i nuovi limiti

Il testo punta ad aumentare il numero di punti di campionamento della qualità dell'aria. Nelle aree urbane dovrebbe esserci almeno un super-sito di monitoraggio ogni due milioni di abitanti, per poter rappresentare l'esposizione della popolazione urbana generale (mentre la Commissione ne ha proposto uno per 10 milioni). In luoghi in cui è probabile che si verifichino alte concentrazioni di particelle ultrafine (UFP), di carbone nero, di mercurio e di ammoniaca (NH3), dovrebbe esserci un punto di campionamento ogni milione di abitanti, a differenza della proposta dell'esecutivo che ne ha proposto uno ogni cinque milioni e solo per le particelle ultrafine.

A festeggiare, oltre ai Socialisti, c'è in prima fila il gruppo dei Verdi/Efa, che ha fatto pressioni per rafforzare la posizione del Parlamento in vista dei prossimi negoziati a tre con il Consiglio e la Commissione europea. Il gruppo ha accusato il Partito popolare europeo di essersi ormai allineato alle posizioni dell'estrema destra in materia ambientale. "Se prima non era chiaro, ora dovrebbe esserlo per tutti che il Ppe sta confondendo i confini con l'estrema destra e sta strategicamente lavorando per rendere legittima la cooperazione con le forze razziste e fasciste", ha affermato Nicolae Ștefănuță, eurodeputato verde, che ha lavorato come relatore ombra del testo in commissione Ambiente. Oltre ai danni alla salute, Ștefănuță ha ricordato quelli agli ecosistemi: "L'inquinamento atmosferico minaccia l'ambiente attraverso l'acidificazione, l'eutrofizzazione e i danni all'ozono, causando danni alle foreste, agli ecosistemi e alle colture".

Malcontento leghista

Critici invece gli esponenti di Identità e democrazia, il gruppo parlamentare cui aderisce la Lega. "La proposta contiene numerose criticità, in primis ridurre i valori limite degli inquinanti e introdurne nuovi. Non si tengono in considerazione le specificità di ogni Stato membro e di alcune particolari regioni. Questa proposta è irrealizzabile e comporterebbe gravi implicazioni economiche e sociali su vasti territori del Paese", ha dichiarato in una nota stampa l'eurodeputata leghista Gianna Gancia. L'obiettivo dell'estrema destra era quello di posticipare la data di introduzione dei nuovi limiti al 2040, facendo aumentare i valori limite e chiedendo maggiore flessibilità nell’accesso alla deroga. Posizioni non avallate però in plenaria. "Un’altra occasione persa: uno schiaffo al nostro settore produttivo, che contribuirà solo alla deindustrializzazione e all’impoverimento di regioni trainanti della nostra economia, senza peraltro portare benefici all’ambiente", ha concluso Gancia.

Cautela è stata espressa da parte del Movimento 5 Stelle, preoccupato della sostenibilità delle misure approvate. "L’obiettivo inquinamento zero entro il 2050 può essere raggiunto solo se c’è ferma condivisione fra Europa e Comuni. Le misure anti-smog devono essere sostenibili e vanno finanziate con nuovi fondi europei", ha affermato in un intervento in plenaria l'eurodeputata pentastellata Mariangela Danzì. "Non abbandoniamo i territori al loro destino altrimenti daremo fiato ai negazionisti del cambiamento climatico", ha aggiunto Danzì.

Soddisfatte le ong

Fuori dai partiti politici hanno invece espresso soddisfazione le organizzazioni ambientaliste, impegnate a sostenere la proposta per una migliore qualità dell'aria. "Gli eurodeputati hanno riconosciuto l'urgenza di agire e hanno dato il tanto necessario impulso alla proposta della Commissione europea in materia di salute, anche se il livello di ambizione è stato leggermente attenuato rispetto al voto della commissione Envi", ha commentato Anne Stauffer, vicedirettrice di Health and Environment Alliance (Heal). In Italia la battaglia per la nuova direttiva è stata invece condotta dall'organizzazione Cittadini per l'aria.

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