rotate-mobile
Venerdì, 26 Aprile 2024
Sommersi

Il regalo di Meloni a chi produce rifiuti: così rischiamo altri 7 milioni di tonnellate di imballaggi

L'Italia si oppone agli obiettivi, già annacquati, per ridurre i contenitori in plastica, carta e vetro. Insieme alla Finlandia, prova ad impedire l'introduzione del deposito cauzionale

Italia e Finlandia sono pronte a rendersi responsabili di ulteriori 7,3 milioni di tonnellate di imballaggi entro il 2030. Materiali, spesso in plastica, che potrebbero essere evitati se i governi dei due Paesi non fossero impegnati a fare pressione per ottenere due deroghe al regolamento sulla riduzione degli imballaggi dell'Ue. Dei calcoli si è occupata l'Ufficio europeo per l'ambiente (Eeb) in vista del consiglio Ambiente previsto il 18 dicembre a Bruxelles. Dopo aver contribuito a diluire gli impegni per la riduzione dei rifiuti, grazie ad un intenso lavoro di lobby sugli eurodeputati italiani, il governo guidato da Giorgia Meloni si prepara ad un altro regalo per le lobby di plastica e carta e ad assestare un altro duro colpo all'impegno per ridurre i rifiuti.

Alleato finlandese

A novembre l'industria degli imballaggi monouso ha ottenuto un primo importante successo, grazie ad una serie di emendamenti fortemente voluti dai parlamentari italiani di destra ed estrema destra (Lega, Forza Italia e Fratelli d'Italia), col contributo di alcuni deputati europei del Partito democratico. Il dossier passa adesso agli Stati membri, che si riuniranno il prossimo lunedì 18 dicembre per adottare la loro posizione sulle norme per la gestione dei rifiuti di imballaggio. Secondo l'Ufficio europeo per l'ambiente in questa sede i ministri che rappresentano l'Italia e la Finlandia hanno diffuso una serie di informazioni, tratte dalle lobby degli imballaggi, per spingere i loro omologhi ad annacquare se non eliminare ulteriormente le misure di riutilizzo e prevenzione dei rifiuti. "Il riutilizzo e la limitazione degli imballaggi superflui sono le misure di maggior impatto ambientale proposte nel regolamento sugli imballaggi. Minare queste misure è irresponsabile e rischia di permettere l'immissione sul mercato di ulteriori 7,3 milioni di tonnellate di rifiuti di imballaggio entro il 2030", ha dichiarato in una nota Jean-Pierre Schweitzer, responsabile delle politiche di economia circolare per l'Eeb. 

Distorsioni

La mole di rifiuti equivarrebbe alla produzione annuale di rifiuti di imballaggio della Spagna. Non solo. Andrebbero aggiunte altre 3,5 milioni di tonnellate di emissioni di Co2 nel 2030. Secondo l'organizzazione, le misure per migliorare il riciclo proposte nel regolamento riuscirebbero a far risparmiare nello stesso periodo solo 800 mila tonnellate di CO2 equivalenti. "Le deroghe proposte dall'Italia e dalla Finlandia, basate sui tassi di raccolta e/o di riciclo, non solo sono chiaramente poco ambiziose, ma ignorano anche la gerarchia dei rifiuti, creando un conflitto con la Direttiva quadro sui rifiuti", si legge in una nota dell'Eeb. Secondo una coalizione di 50 Ong, cui aderiscono anche l'Associazione comuni virtuosi e Altroconsumo, se Italia e Finlandia ottenessero l'eliminazione degli obiettivi di riutilizzo (contenuti negli articoli 26 e 22) nonché di intere righe dell'Allegato V, si avrebbero enormi distorsioni all'interno del mercato unico. Verrebbero inoltre favoriti approcci nazionali divergenti che impedirebbero la riduzione dei rifiuti di imballaggio.

L'alternativa

In particolare le organizzazioni puntano all'incentivo dei sistemi di deposito cauzionale (noti come Drs), gli unici in grado di garantire tassi di raccolta superiori al 90%. ci sarebbero anche costi inferiori per le autorità locali, visto che dalle strade sparirebbero contenitori come lattine e bottiglie di plastica.  Le Ong assicurano inoltre che i sistemi di deposito cauzionale finalizzati al riciclo "sono perfettamente compatibili con i sistemi di vuoto a rendere per contenitori ricaricabili (PET e vetro), consentendo ai consumatori di accedere a punti di raccolta in comune per il riscatto della cauzione". 

Edit: in una prima versione avevamo indicato erroneamente che l'Eeb fosse l'Agenzia europea per l'Ambiente, che è invece un organo ufficiale delle istituzioni europee. Si tratta invece dell'Ufficio europeo per l'ambiente, un'organizzazione indipendente che accoglie numerose associazioni e organizzazioni. Ci scusiamo coi lettori per l'errore.

Continua a leggere su Today.it


 

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Il regalo di Meloni a chi produce rifiuti: così rischiamo altri 7 milioni di tonnellate di imballaggi

Today è in caricamento