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Martedì, 23 Aprile 2024
Ambiente

“Vietare la vendita di caldaie a gas nell’Ue dal 2025”: la richiesta degli ecologisti

La rete di associazioni Coolproduct se la prende con la Commissione, che vorrebbe consentire l’installazione di impianti inquinanti fino al 2030

L’Ue si è posta l’ambizioso obiettivo di raggiungere la neutralità climatica entro il 2050, ma le regole che sta per adottare permetterebbero di continuare a vendere e installare caldaie a gas in tutta l’Ue per almeno tutto il prossimo decennio. È quanto denuncia la coalizione di ong Coolproduct, secondo la quale ciò significa che le caldaie inquinanti resteranno nelle case europee fino al 2050, ovvero quando Bruxelles sostiene che l’Europa raggiungerà l’obiettivo delle zero emissioni nette. 

“Attualmente ci sono circa 129 milioni di caldaie (di tutti i tipi) installate nell’Ue”, ha ricordato la rete di organizzazioni ambientaliste. “Più del 50% delle quali sono molto inefficienti, classificate in classe energetica C o inferiore” mentre “più dell'80% di tutti gli impianti di riscaldamento installati in Europa sono alimentati da fonti fossili”.

Lo scorso maggio, “l'Agenzia Internazionale dell'Energia ha raccomandato l'introduzione di divieti di installazione per le nuove caldaie a combustibili fossili a livello globale a partire dal 2025”. Una data limite che gli ecologisti non oltrepassare, perché “permettere la vendita di caldaie e riscaldatori a combustibili fossili nell'Ue dopo quell'anno rischia di compromettere gli sforzi che diversi Stati membri stanno facendo per impedire nuove vendite di vecchie tecnologie di riscaldamento inquinanti”. 

Di qui la richiesta di sostenere un'eliminazione graduale degli apparecchi di riscaldamento a combustibile fossile entro il 2025 attraverso le norme sull’ecodesign, che la Commissione annuncerà entro la fine del 2021, come garantito anche nelle ultime ore da diverse fonti Ue. In particolare, si legge in una nota degli ecologisti, “l'Ue deve porre fine all'installazione di nuove caldaie a combustibili fossili al di sotto dei 400 kW entro il 2025”.

In Italia, ricordano le Ong citando dati Ispra, il riscaldamento degli edifici residenziali, commerciali e pubblici pesa sulle emissioni di anidride carbonica per oltre il 17,7%, e ha un ruolo particolarmente incisivo nell'inquinamento atmosferico: è responsabile del 64% della quantità di polveri sottili, PM 2,5, del 53% di PM10 e del 60% di monossido di carbonio emessi nel 2018. La scelta di metter fine al più presto alla vendita di caldaie, a detta degli ecologisti, è dunque un tema urgente e da non rinviare alla fine del decennio.

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