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Venerdì, 19 Aprile 2024
EuropaTalk

"Tutelare l'ambiente è un atto di giustizia"

Il workshop di Europe4future

Si è svolto il 19 aprile il talk dal titolo “Ambientalismo scientifico e giustizia ambientale”, organizzato nell’ambito del progetto “Europe4future”.

L’incontro è stato introdotto da Marilù Mastrogiovanni, fondatrice e presidente del Forum of Mediterranean women journalis

Durante il talk le esperte e attiviste hanno discusso dell’importante della partecipazione dal basso alle decisioni che hanno un alto impatto sulla vita delle persone e in generale sugli ecosistemi.


Marina Turi, giornalista e scrittrice ha ricordato i drammatici fatti di Seveso.

Nel luglio del 1976 una nube di diossina si sprigionò dal reattore dello stabilimento dell'Icmesa e ne fu investita la comunità di Seveso, umana, animale e vegetale. Grazie al lavoro di Laura Conti, ambientalista e medica che seguì da vicino gli effetti collaterali complessivi della fuoriuscita della sostanza, venne emanata dal Parlamento Europeo la direttiva Seveso che viene aggiornata periodicamente e che riguarda le sostanze tossiche. Uno strumento importante, ha concluso Turi, anche per l'ambientalismo scientifico che da sempre ricorda che tutto ciò che è antiaambientale è anche antieconomico.

Laura Ronchetti, costituzionalista, ha analizzato l’importante avanzamento ottenuto, perché adesso – ha precisato - la nostra Costituzione non tutela solo il paesaggio ma anche l'ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi; particolare importanza va data al concetto di ecosistema, che permette di agire su tutti i piani connessi non solo sul mero piano del degrado ambientale. Tutelare l'ecosistema significa tutelare tutte le possibili convivenze in esso, ha concluso Ronchetti.

Alice Franchi, Fridays for Future Toscana, ha parlato di equilibrio, cambiamento, giustizia. Per la giovane attivista sono le tre parole chiave per costruire un futuro che tenga conto dell'urgenza climatica e ambientale. Il tempo è scaduto e “noi giovani generazioni, ha detto, abbiamo bisogno di vedere ora azioni concrete da parte dei governi, tenendo presente che non siamo tutte nelle stesse condizioni, ci sono popolazioni maggiormente colpite e altre che hanno maggiori responsabilità”.

Antonella D’Autilia, sociologa, ha esposto il caso Ilva di Taranto, precisando quanto sia importante il citizen science per coinvolgere realmente la cittadinanza che subisce danni ambientali, per mettere in luce le contraddizioni fra lavoro e ambiente ma anche, nel caso di Taranto e non solo si può parlare di razzismo ambientale, ossia quando popolazioni più povere e marginalizzate sono costrette a vivere in prossimità di aree potenzialmente tossiche (industrie, discariche….) con gravi conseguenze sulla salute.

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