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Martedì, 23 Aprile 2024
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L'Unione Europea vuole scortare il grano ucraino fuori dai porti di Odessa

Lo riporta El Pais citando fonti europee in vista del vertice di lunedì a Bruxelles dove sarà affrontata la crisi del grano

Il grano contenuto nei silos in Ucraina rischia di marcire e la comunità internazionale vuole correre ai ripari per evitare una grave crisi alimentare, che porterebbe a pericolose conseguenze politiche ed economiche nei Paesi in via di sviluppo. Secondo una rivelazione del quotidiano spagnolo El Pais, l’Unione Europea sta valutando la possibilità di lanciare una missione navale per scortare il passaggio delle navi di grano da Odessa attraverso il Mar Nero, attualmente ancora presidiato dai sottomarini russi. La testata spagnola cita fonti europee in vista del vertice straordinario che è in programma il prossimo lunedì 30 maggio a Bruxelles, dove i leader sono chiamati a risolvere una missione quasi impossibile, data la complessità della situazione.

Tutte le opzioni sono sul tavolo. L'operazione navale per sbloccare il grano ucraino comporterebbe infatti un "rischio estremo" per l'Ue, che potrebbe essere coinvolta in uno scontro diretto con la Marina russa, scrive il giornale. Nei piani di Bruxelles, però, c’è anche l’obiettivo di allontanare la possibilità di un peggioramento dell’attuale crisi alimentare, che potrebbe tradursi in un "crimine contro l'umanità" in quei Paesi i cui fabbisogni alimentari più elementari dipendono dalle esportazioni ucraine.

Per questo l'Unione europea sarebbe pronta a mobilitare tutte le risorse possibili per la rimozione del grano accumulato nei silos e nei porti ucraini. Nelle conclusioni della bozza del vertice, visionate dal Pais, si "condanna severamente la distruzione e l'appropriazione illegale della produzione agricola ucraina da parte della Russia". E si chiede a Mosca di porre fine al limite massimo consentito di esportazione di generi alimentari, soprattutto nella regione di Odessa.

Immediata la risposta della Duma, il parlamento russo. Il presidente Vyacheslav Volodin ritiente che svuotare i silos di grano in Ucraina possa esser controproducente, in particolar modo per gli stessi ucraini. "Molte delle regioni ucraine non hanno svolto completamente il lavoro sui campi primaverili e questo può portare a scarsità alimentare”, è il ragionamento di Volodin.

Continuerà la produzione del grano in Ucraina

La situazione nel porto del Mar Nero desta quindi preoccupazione nelle cancellerie europee e nella Casa Bianca. Kiev punta il dito contro Mosca per aver bloccato le esportazioni di grano. “Globalmente siamo in grado di esportare nel mondo intero un volume di grano paragonabile a quello dell'anno scorso. Il problema, è che non riesce ad uscire dal paese", ha spiegato il ministro ucraino del Commercio estero, Taras Kachka, in un'intervista concessa al quotidiano francese Le Monde durante il vertice di Davos, al quale è intervenuto. Il responsabile del commercio ucraino, nel rispondere alla tesi del presidente della Duma, ha spiegato che l'80 per cento dei terreni coltivabili del Paese è seminato e ci sarà una produzione di grano paragonabile a quella del 2021. Gli ostacoli però sono molti: a causa della guerra che dura ormai da 100 giorni, in Ucraina scarseggia il concime e il gasolio per le macchine agricole.

Il ministro ha presentato dati economici preoccupanti per il suo Paese: il Pil dell'Ucraina dovrebbe essere più basso del 30-40 per cento nel 2022. Al calo economico si si aggiungono i danni alle infrastrutture provocati dal conflitto russo. Kachka ha precisato che, dall’inizio della guerra, sono state distrutte 24.000 km di strade e 38 milioni di metri quadrati di abitazioni. “Le stimiamo in 100 miliardi di dollari (93 miliardi di euro) in valore contabile e in 600 miliardi di dollari come impatto negativo. Se mettiamo insieme tutte le perdite, arriviamo probabilmente attorno ai 1.000 miliardi di dollari", ha precisato il ministro, presentando un quadro drammatico.

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