rotate-mobile
Venerdì, 29 Marzo 2024
Scelte obbligate / Ungheria

Il Paese europeo che chiude musei, teatri e stadi per il caro bollette

I prezzi alle stelle dell'energia stanno costringendo alcune città ungheresi a chiudere per l'inverno biblioteche, teatri, piscine e i suoi nuovi stadi di calcio, in vista dell'inverno, tutti edifici e strutture che non sono più in grado di far fronte all'aumento dei prezzi

Le bollette energetiche alle stelle stanno costringendo l'Ungheria a chiudere biblioteche, teatri, piscine e i suoi nuovi stadi di calcio, in vista dell'inverno. Tutti edifici e strutture che non sono più in grado di far fronte all'aumento dei prezzi nel paese dell'Europa centrale. I provvedimenti riguardano anche la città di Szekesfehervar, una delle più ricche del paese, 60 chilometri a sud-ovest della capitale Budapest, amministrata dal partito di Orban, dove stanno chiudendo musei, biblioteche e teatri. Janos Szikora, direttore del Teatro Vorosmarty, ha dichiarato a France Press: "Non possiamo aspettare i miracoli, dobbiamo aiutarci da soli". Il teatro chiuderà dopo aver eseguito il suo programma di Natale e riaprirà forse a marzo, quando inizierà la stagione primaverile.

Anche il nuovo stadio cittadino da 14.000 posti ha chiuso i cancelli questo mese per risparmiare sui costi, ha affermato il sindaco Andras Cser-Palkovics. "Gli spazi comuni sono ciò che identificano una città. Nessuno è stato contento delle misure, ma tutti hanno accettato il fatto che fossero necessarie", ha detto Cser-Palkovics, membro del partito Fidesz di Orban. Le prossime partite del campionato ungherese si terranno a fine gennaio, quindi nessuna partita di calcio è stata annullata al momento a causa della chiusura dello stadio. La squadra locale del Fehervar FC, che di solito si allena allo stadio durante l'inverno, utilizzerà altri campi meno "prestigiosi" in città. Già è partita una richiesta alla federazione calcistica per riprogrammare le partite serali nel nuovo anno in orario diurno, per risparmiare sui costi di riscaldamento del campo e sull'illuminazione.

La crisi energetica - uno dei tanti effetti a catena della guerra in Ucraina - ha aggiunto pressione sul premier nazionalista Orban, che ha fatto delle bollette bassissime una politica fondamentale per consolidare il consenso nell'ultimo decennio. L'inflazione in Ungheria ha però raggiunto il 21,6% in ottobre, il livello più alto dal 1996 e il terzo più alto nell'Ue, secondo i dati Eurostat. I limiti di prezzo imposti dal governo sui prodotti alimentari di base e sul carburante, volti a frenare gli aumenti dei prezzi, hanno portato a carenze in alcuni negozi e stazioni di servizio. La recessione incombe, il Pil si è contratto dello 0,4% nel terzo trimestre. "L'aumento delle bollette energetiche e ancor più l'inflazione stanno colpendo tutti: la domanda è chi incolperanno gli ungheresi per queste difficoltà economiche", ragiona, sempre parlando con l'Afp, Andrea Virag, direttore strategico del think tank Republikon con sede a Budapest. Una recente campagna pubblicitaria del governo accusa apertamente l'Ue, dicendo che "le sanzioni di Bruxelles ci stanno rovinando". La narrativa di Fidesz fa ancora molta prese tra gli ungheresi, secondo gli ultimi sondaggi. 

Non è chiaro quante attività saranno però costrette a chiudere definitivamente nei prossimi mesi per il caro bollette in Ungheria. Se Szekesfehervar è una città relativamente ricca, nelle regioni orientali e lontane da Budapest, le più povere, l'impatto della crisi potrebbe farsi sentire in maniera molto più marcata.

Tutte le notizie di oggi

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Il Paese europeo che chiude musei, teatri e stadi per il caro bollette

Today è in caricamento