Conti, tra Ue e Italia tregua finita: "Inaccettabile deficit 2020 al 3,5%"
Tria a Bruxelles: “Stabilizzare il debito coincide con gli interessi italiani”. Moscovici ricorda gli impegni presi da Roma e non esclude “misure fiscali”
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Con Luci della ribalta Chaplin intese narrare una storia individuale, la storia di un declino e di una morte, e forse prefigurava se stesso, o voleva esorcizzare. Aveva sessantatré anni, pensava alla poesia e al sentimento e aveva finalmente accettato la parola nei film. Aveva capito che la parola non sarebbe servita, come nel Grande dittatore, a enunciare i grandi temi: il cinema non aveva necessariamente quel dovere e Chaplin non aveva quella capacità. Charlot aveva espresso i massimi valori e sentimenti col gesto e le azioni. Una bella storia individuale, capace di far ridere e sorridere, e anche commuovere, poteva essere altrettanto importante dei grandi messaggi sociali che aveva cercato di lanciare con immensa efficacia (Tempi moderni) o allarmante originalità (Monsieur Verdoux).
Alejandro vive nella Zona, un quartiere ricco nel centro di Città del Messico, recintato e protetto da guardie private. Fuori dai confini c'è la miseria più nera. Nel giorno del suo compleanno tre ragazzi delle borgate si introducono in una delle case della Zona. La rapina finisce male, un'anziana resta uccisa, mentre la cameriera riesce a fuggire e ad allertare le guardie che a loro volta irrompono nell'appartamento uccidendo brutalmente due dei rapinatori. Il terzo, Miguel, si mette in salvo, però viene preso da alcuni dei residenti che decidono di non consegnare il ladro alle autorità. Vogliono processarlo a casa di Alejandro durante la festa del suo compleanno.