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Giovedì, 28 Marzo 2024
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Schiavi 'importati' nell’Ue dalla mafia cinese per produrre marijuana: otto arresti a Barcellona

L’organizzazione criminale Bang de Fujian avrebbe guadagnato almeno 2 milioni di euro con la vendita in Olanda e Regno Unito. L'erba veniva spedita in pacchi da 10 chili

Dieci persone ridotte in schiavitù vivevano nella sporcizia all’interno di uno stabile senza finestre in provincia di Barcellona, dove erano costrette a coltivare marijuana destinata allo spaccio in Olanda e Regno Unito. A trovarle sono stati gli agenti del Mossos d’Esquadra, la polizia regionale della Catalogna. L’operazione sul posto è avvenuta dopo oltre due anni di indagini partite dalla scoperta che la mafia cinese era coinvolta nel traffico illegale di esseri umani verso l’Unione europea e ha portato all’arresto di otto persone, oltre all’affidamento delle vittime ai servizi sociali.

La testata spagnola El Pais ha rivelato i passaggi principali dell’Operazione Long, portata a termine nelle ultime settimane. Un filmato di tre minuti registrato dagli agenti mostra le condizioni precarie in cui vivevano le vittime della tratta, alcune delle quali hanno raccontato di essere state imprigionate oltre un anno fa. All'interno del luogo di schiavitù si intravedono materassi buttati sul pavimento, bottiglie piene di liquidi gialli, pentole sparse sui tavoli e sporcizia ovunque. 

Le vittime, tutte di età compresa tra i 20 e i 30 anni, sarebbero state individuate per la loro vulnerabilità economica. Gli inquirenti non ne hanno resa nota la nazionalità, ma si tratta di cittadini extracomunitari entrati illegalmente nell’Unione europea con visti falsi. L’organizzazione mafiosa cinese Bang de Fujian sarebbe riuscita a spacciare alcuni di loro come rappresentanti di un'azienda invitati a una fiera in Lituania. Una volta all'interno dell'area Schengen, sono stati spostati attraverso diversi Paesi fino a quando non sono finiti nel luogo di prigionia, uno dei quattro magazzini controllati dall'organizzazione nella provincia di Barcellona, dove gli sono stati requisiti i passaporti. 

Un destino che spesso accumuna le vittime di sfruttamento sessuale costrette a prostituirsi nei centri massaggi. Questa volta, invece, i sans papier hanno dovuto lavorare nei magazzini che producono marijuana per riacquistare la propria libertà con una somma compresa tra i 10mila e i 30mila euro da ripagare alla mafia cinese con lo sfruttamento nelle piantagioni. 

I Mossos d’Esquadra - ha rivelato il Pais - stimano che la mafia abbia guadagnato circa 2 milioni di euro dalla marijuana prodotto dalle vittime. I carichi venivano inviati tramite servizi di consegna di pacchi. La droga arrivava a Glasgow (in Regno Unito), ma anche ad Amsterdam, L’Aia e Eindhoven (in Olanda). La polizia ha accertato la spedizione di almeno 50 pacchi, ciascuno dei quali conteneva dagli 8 ai 10 chili di prodotto. L'organizzazione ha trafficato circa 450 chili di sostanze illecite, prodotte dalle 5.500 piante di marijuana scoperte sul posto assieme a 42.600 euro in contanti.

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