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Venerdì, 29 Marzo 2024
Europa Today

Ocean Viking, solo il Lussemburgo aiuta l'Italia: accoglierà una quota di migranti

L'Ungheria di Orban, la Germania di Merkel e il resto dell'Ue non pervenuti. L’unico a intervenire è il premier Bettel, protagonista poche settimane fa dello scontro sui diritti Lgbt

C’è minoranza e minoranza. La Commissione europea, nelle ultime settimane in prima linea per tutelare i diritti della comunità Lgbt dalle presunte discriminazioni del Governo ungherese, si è rivelata ancora una volta troppo insicura - se non disinteressata - nell’affrontare il tema migranti, specie quando questi arrivano sulle coste del continente. Venerdì scorso, dopo che l’Italia aveva offerto un porto sicuro alla nave Ocean Viking con a bordo 572 persone salvate dalle onde in diverse operazioni nei giorni precedenti, dall’esecutivo Ue era partita una richiesta: “Facciamo appello alla solidarietà degli Stati Ue” perché “la migrazione è una responsabilità condivisa”. Un appello caduto nel vuoto. O quasi. 

L’unico a rispondere, per il momento, è stato Xavier Bettel, primo ministro lussemburghese, che ha garantito l’accoglienza di una quota degli sbarcati. Fonti diplomatiche raggiunte da Europa Today fanno sapere che l’esecutivo del Granducato per ora ha scelto di non comunicare la cifra esatta di persone sbarcate dalla nave ong e destinate al Lussemburgo. Di sicuro si tratterà di un numero a una sola cifra, probabilmente non lontano dai due migranti accolti a inizio giugno tra i 414 sbarcati dalla nave Sea Eye 4. Poco ma comunque un gesto simbolico che gli altri Paesi membri neanche hanno fatto gli altri Paesi membri. Nel caso della Sea Eye 4 i naufraghi erano stati salvati da una ong tedesca, mentre per la Ocean Viking chi ha condotto i migranti in salvo è la francese Sos Méditerranée. Un’attività di volontariato, quella delle ong, che ha evitato diverse tragedie nel Mar Mediterraneo. Tuttavia, la solidarietà delle “ambulanze del mare” finora non ha fatto breccia nei cuori dei Paesi Ue lontani dalle coste africane, tantomeno dei Governi di Francia e Germania, gli Stati provenienza delle due ong. 

E così, ancora una volta, il peso della rotta migratoria del Mediterraneo centrale verrà sopportato dalla sola Italia, con il sostegno quasi simbolico del Lussemburgo. Una solidarietà, quella di Bettel, che comunque la si pensi denota il carattere del primo ministro del secondo Paese Ue più piccolo sia per estensione che per popolazione. Ma che, evidentemente, non soffre di complessi di inferiorità. L’ultimo a farne le spese in ordine di tempo è stato il premier ungherese Viktor Orban, affrontato all’ultimo summit europeo proprio da Bettel. Il premier, omosessuale dichiarato e sposato, rimproverò al collega ungherese il mancato rispetto della minoranza Lgbt+ da parte del Governo di Budapest. “Ti rispetto, ma questa è una linea rossa. Riguarda i diritti fondamentali, il diritto di essere diversi”, disse Bettel in quell’occasione, prima di guadagnarsi il plauso quasi unanime degli altri leader presenti all’incontro, che si schierarono dalla sua parte in difesa delle persone Lgbt+. Ma che ora non dimostrano lo stesso spirito di solidarietà per la tutela dei più deboli.

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