Ripristineremo il 20% della biodiversità di terra e mare entro il 2030
Accordo tra Parlamento e Consiglio Ue sulla Nature restauration Law, un testo che era diventato centro di uno scontro tra popolari, socialisti e Verdi. Gli ambientalisti lamentano che il provvedimento è stato indebolito
Il Parlamento e il Consiglio Ue hanno raggiunto un accordo sulla Nature Restauration Law, la Legge sul ripristino della natura, un testo legislativo chiave per la protezione della biodiversità, che era diventato il centro di un feroce scontro tra socialisti e verdi da una parte e popolari e conservatori dall'altra. Il testo, che fa parte del più ampio progetto del Green Deal, richiederà agli Stati membri di attuare misure per ripristinare la natura su almeno il 20% delle aree terrestri e marine dell'Unione entro il 2030. Tra inquinamento, urbanizzazione e sfruttamento intensivo, secondo Bruxelles l'80% degli habitat naturali dell'Unione si trova in uno stato di conservazione "scarso o mediocre" (in particolare torbiere, dune e praterie) e fino al 70% dei suoli non gode di buona salute.
I legislatori europei hanno accolto con favore l'accordo raggiunto prima della mezzanotte di ieri (giovedì 9 novembre), ma gli ambientalisti lamentano che per raggiungere un compromesso il testo è stato fortemente indebolito. "Possiamo essere orgogliosi di questo risultato storico, che definisce regole ambiziose e praticabili per tutti", ha dichiarato il liberale Pascal Canfin, presidente della commissione Ambiente del Parlamento, su X. Teresa Ribera Rodriguez, ministra per la Transizione ecologica della Spagna, Paese con la presidenza di turno dell'Ue, si è detta "orgogliosa" della legge, "la prima del suo genere". "Ci aiuterà a ricostruire livelli sani di biodiversità e a preservare la natura per le generazioni future, combattendo al contempo il cambiamento climatico", ha dichiarato.
La Commissione europea aveva proposto il testo nel 2022. Il partito più grande del Parlamento europeo, il Partito popolare europeo (Ppe), ha cercato di farlo saltare, sostenendo che avrebbe dato un duro colpo all'economia del blocco per gli obblighi che imporrà agli agricoltori in particlare. In linea con l'accordo internazionale di Kunming-Montreal (Cop15 Biodiversità), per raggiungere il ripristino del 20% delle aree terrestri e marine dell'Ue, la legislazione richiederà un percorso a tappe secondo cui si dovranno ripristinare almeno il 30% degli habitat danneggiati entro il 2030, poi il 60% entro il 2040 e il 90% entro il 2050.
Per Tatiana Nuno, Senior Marine Policy Officer dell'associazione ambientalista Seas At Risk, l'accordo "è ben lontano da ciò che è necessario per affrontare la crisi della biodiversità, ma per quanto riguarda gli oceani è un passo fondamentale verso il ripristino della preziosa vita marina che essi sostengono". Vera Coelho, vicepresidente di Oceana in Europa, ha dichiarato: "Sebbene notevolmente indebolite dal Consiglio, le disposizioni relative alla pesca contenute nella legge rappresentano un tentativo di allineare le politiche ambientali e della pesca che avrebbe dovuto essere fatto molto tempo fa". "Mentre celebriamo questa modesta vittoria per la natura, è importante notare che la proposta della Commissione è stata indebolita durante le discussioni del trilogo", ha lamentato Can Europa.
Il Ppe ha sottolineato con orgoglio i "notevoli miglioramenti" apportati al testo "pesantemente rivisto", come l'eliminazione "dell'obbligo di rinaturalizzare il 10% dei terreni agricoli". Prima dei negoziati tra gli Stati membri e il Parlamento, il gruppo aveva sostenuto che il testo avrebbe messo a rischio la sicurezza alimentare in Europa. Gli eurodeputati di sinistra hanno poi accusato il Pppe, che punta sul voto degli agricoltori, di utilizzare il progetto di legge in vista delle elezioni europee del 2024.
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