Così cambierà la pubblicità politica, soprattutto quella online
Trovato un accordo sul nuovo regolamento europeo che riguarderà le campagne elettorali di tutti gli Stati membri. Il relatore Gozi: "Offriamo maggiore trasparenza e combattiamo le ingerenze straniere"
Nessun finanziamento da entità di Paesi non appartenenti al blocco, trasparenza sull'origine di tutti fondi utilizzati per le pubblicità e divieto di profilazione degli elettori in base all'origine etnica, alla religione o all'orientamento sessuale. Sono alcuni dei punti principali delle nuove regole sulla propaganda politica nell'Unione europea, soprattutto online, contenute in un accordo raggiunto tra Parlamento e Consiglio Ue, regole che puntano a rendere le campagne elettorali più trasparenti.
"Grazie a questa legge diamo una risposta concreta alla domanda di più trasparenza nella pubblicità politica, in particolare quella online, e alla necessità di proteggere maggiormente le nostre democrazie dalle ingerenze straniere, garantendo la libertà di espressione di tutti", ha rivendicato l'italiano Sandro Gozi, relatore del testo per l'Aula. "Con questo accordo i cittadini europei sapranno individuare più facilmente la pubblicità politica online e chi la finanzia. Avremo regole più severe sulla profilazione e l'utilizzo dei dati personali", ha continuato il deputato italiano ma eletto in Francia nelle file della Liste Renaissance di Emmanuel Macron.
Il regolamento è stato redatto in seguito alle preoccupazioni per i pericoli posti dalla manipolazione delle informazioni e dalle interferenze straniere nelle elezioni, in particolare della Russia di Vladimir Putin, più volte accusata di tentativi di ingerenza. L'obiettivo è quello di rendere più facile per i cittadini riconoscere le pubblicità politiche, capire chi c'è dietro e sapere se hanno ricevuto una pubblicità mirata, in modo da essere in grado di fare scelte informate. Proposta due anni fa, nel novembre 2021, dalla Commissione europea, la bozza di regolamento mira a garantire una maggiore trasparenza nella pubblicità politica e a limitare drasticamente le strategie di targeting.
Secondo l'accordo provvisorio, che ora ha bisogno dell'approvazione formale, alle entità con sede al di fuori dell'Unione europea sarà vietato finanziare la pubblicità politica all'interno dell'Ue nei tre mesi precedenti un'elezione o un referendum. La pubblicità politica è definita come messaggi pubblicati per conto di attori politici o destinati a influenzare il comportamento elettorale nel contesto di un'elezione che si svolge nell'Unione europea, a livello locale, nazionale o europeo.
Questa normativa prevede che le piattaforme online indichino chiaramente le pubblicità politiche. I cittadini dovranno avere facile accesso alle informazioni sull'origine dei finanziamenti e sugli importi. Due anni dopo l'entrata in vigore delle nuove norme, prevista nel 2025 (quindi dopo le elezioni europee del 2024), la Commissione sarà responsabile della creazione di un database accessibile al pubblico che elenchi tutta la pubblicità politica online, per un periodo massimo di sette anni.
Secondo l'accordo, solo i dati personali esplicitamente forniti ai fini della pubblicità politica online e raccolti direttamente dal soggetto interessato possono essere utilizzati dai fornitori per indirizzare gli utenti. La profilazione basata su dati personali relativi all'origine etnica, alla religione o all'orientamento sessuale è vietata, così come l'uso di dati relativi a minori. Le regole concordate riguardano solo la pubblicità politica retribuita, questo significa che le opinioni personali, le opinioni politiche, come qualsiasi contenuto giornalistico non sponsorizzato, o le comunicazioni sull'organizzazione delle elezioni (ad esempio annunci di candidati o promozione della partecipazione) da parte di fonti ufficiali nazionali o dell'Ue non sono interessate.
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