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Cosa ha detto von der Leyen nel suo discorso sullo Stato dell’Unione

Unità sui vaccini e divisioni sui migranti. Ma anche clima, difesa comune e tecnologia. Ecco i temi principali affrontati dalla presidente della Commissione nel consueto discorso di settembre

“L'Europa ha agito unita. Possiamo esserne fieri”. È cominciato con una punta d’orgoglio il secondo discorso sullo Stato dell’Unione di Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea dal primo dicembre 2019. Meno di un mese dopo il suo insediamento, il mondo ha iniziato a fare i conti con il virus che - tra gli altri effetti nefasti - ha avuto quello di far tremare le fondamenta dell’Ue, tra gli iniziali blocchi commerciali sulle mascherine e il lento avvio della campagna vaccinale.

La campagna vaccinale

“Oggi invece, nonostante tutte le voci critiche, l'Europa è all'avanguardia a livello mondiale”, ha detto la presidente prima di ostentare i numeri di cui la numero uno di Palazzo Berlaymont non fa mistero di andare fiera: “Nell'Ue, più del 70% degli adulti ha ricevuto una vaccinazione completa” e “abbiamo consegnato più di 700 milioni di dosi agli europei e più di 700 milioni di dosi al resto del mondo, in più di 130 Paesi”. 

I Paesi poveri lasciati soli

Un passaggio, quello sulle dosi esportate dall’Ue, attentamente studiato per rispondere alle critiche sulla mancanza di solidarietà dell’Unione verso gli Stati più poveri e sul ‘no’ di Bruxelles alla sospensione dei diritti di proprietà intellettuale sui brevetti delle dosi anti-Covid. “Se si considera che, nel mondo, meno dell'1% delle dosi è stato somministrato nei Paesi a basso reddito, si coglie in modo evidente la portata dell'ingiustizia e il livello dell'urgenza. Si tratta di uno dei principali problemi geopolitici del nostro tempo”, ha aggiunto la presidente. 

La ripresa economica nell'Ue

Toni di ottimismo e soddisfazione hanno contraddistinto il passaggio sull’economia, nel quale la politica tedesca ha insistito sul cambio di registro nel modo di affrontare la crisi pandemica rispetto al precedente choc economico dovuto alla crisi finanziaria: “Abbiamo tratto degli insegnamenti dalle nostre esperienze passate, quando eravamo troppo divisi e troppo in ritardo”. Rispetto alla gestione della precedente crisi “la differenza è netta: la scorsa volta ci sono voluti otto anni per far tornare il Pil della zona euro ai livelli pre-crisi”, mentre oggi “ci aspettiamo che 19 Paesi tornino ai livelli pre-pandemia nel corso dell'anno, con gli altri che li seguiranno a breve”. “Nell'ultimo trimestre - ha rivendicato von der Leyen - la crescita della zona euro ha superato sia quella degli Stati Uniti che quella della Cina”. 

L'attenzione al digitale

Tra le sorprese del discordo di oggi c’è lo spazio dedicato alla carenza di semiconduttori. Come ricordato dalla presidente, si tratta di “quei minuscoli chip che fanno funzionare tutto: smartphone, scooter e monopattini elettrici, treni o intere fabbriche intelligenti”. “Non esiste digitale senza chip”, ma “mentre parliamo, intere linee di produzione stanno già lavorando a velocità ridotta, nonostante la domanda crescente, proprio per la carenza di semiconduttori”. Per questo “è nostra intenzione presentare una nuova legge europea sui semiconduttori” per “mettere insieme le nostre capacità di ricerca, progettazione e sperimentazione di livello mondiale”.

Critiche a Usa e Cina sul clima

Nell’atteso passaggio sull’ambiente e la lotta al cambiamento climatico, von der Leyen ha rivolto un appello alle principali potenze economiche, “dagli Stati Uniti al Giappone”, che "hanno stabilito obiettivi ambiziosi per conseguire la neutralità climatica nel 2050 o poco dopo”, a passare dalle parole ai fatti perché “con gli impegni attuali per il 2030 non potremo raggiungere l'obiettivo di limitare a 1,5°C il riscaldamento globale”. “Gli obiettivi fissati dal presidente Xi per la Cina sono incoraggianti” ha aggiunto la presidente. “Ma invitiamo le autorità cinesi a precisare in che modo il Paese li raggiungerà” in modo da “ridurre le emissioni entro la metà del decennio e abbandonare il carbone”.

Verso l'Unione della difesa

Sul capitolo esteri e difesa, la numero uno della Commissione ha garantito il sostegno di Bruxelles al popolo afghano con un aumento di 100 milioni del budget per gli aiuti umanitari al Paese tornato in mano ai talebani. Ma per fronteggiare le future crisi “abbiamo bisogno è l'Unione europea della difesa”, ovvero un’integrazione Ue degli eserciti nazionali, in modo da poter far leva sulla forza comune. 

I Balcani nell'Unione

La presidente è poi tornata sul tema dell’allargamento dell’Ue ai Balcani occidentali. “Entro la fine del mese - ha promesso - mi recherò nella regione per trasmettere un segnale forte del nostro impegno nei confronti del processo di adesione”. “Lo dobbiamo a tutti quei giovani che credono in un futuro europeo”, ha sottolineato von der Leyen.

La tensione coi governi sul tema dei migranti

Tra i passaggi destinati a suscitare più reazioni, c’è senza dubbio quello sui migranti. La presidente ha rimproverato i governi nazionali per non aver ancora approvato il Patto sulla migrazione e l’asilo proposto a fine settembre 2020. “Nell'anno trascorso - ha ricordato con rammarico - i progressi sono stati lenti e faticosi”. “Penso che sia giunto il momento per una politica europea di gestione della migrazione”, ha aggiunto von der Leyen, dopo aver ricordato che in assenza di un sistema integrato “i trafficanti di esseri umani continuano a sfruttare le persone lungo rotte letali che attraversano il Mediterraneo”. “Se interpellata, la maggior parte degli europei sarebbe d'accordo che dobbiamo reprimere la migrazione irregolare, ma anche offrire un rifugio a chi è costretto a fuggire dal proprio Paese”, ha aggiunto con prudenza, cercando di non scontentare nessuna delle principali forze politiche rappresentante in Aula.

Lotta alla violenza sulle donne

“Difendendo i nostri valori difendiamo anche la libertà”, ha spiegato nella parte finale del discorso dedicata alla donne. “Durante la pandemia molte donne sono state private di questa libertà. È stato un periodo a dir poco terribile per chi non aveva un posto dove nascondersi, per chi non poteva fuggire da nessuna parte per sottrarsi alle violenze”. “Entro la fine dell’anno - ha annunciato von der Leyen - presenteremo una proposta di legge per la lotta contro la violenza sulle donne. Parliamo del perseguimento efficace dei reati, di prevenzione e protezione, online e offline”.

Nella conclusione del discorso, von der Leyen ha ceduto il palcoscenico alla sua ospite d’onore, Bebe Vio, destinataria dell’unanime standing ovation dell’Aula.

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