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Giovedì, 28 Marzo 2024
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Ue: "Riaprire ai turisti stranieri". Ma solo se vaccinati e in arrivo da un Paese "sicuro"

Confini chiusi per chi ha ricevuto il vaccino russo Sputnik o le dosi cinesi. Secondo le nuove regole proposte da Bruxelles, si potrà riaccogliere chi arriva da Israele e forse anche dal Regno Unito. Niente da fare per gli Usa

Se il testo proposto oggi dalla Commissione europea sulla riapertura ai viaggi non essenziali fosse già in vigore, Bruxelles raccomanderebbe “sicuramente” ai Governi nazionali di accogliere i turisti in arrivo da Israele, mentre “il Regno Unito sarebbe in forse” e “con gli Stati Uniti ancora non ci siamo”. La simulazione del provvedimento, offerta questa mattina da un alto funzionario europeo, dà l’idea delle caratteristiche che devono avere i Paesi extra-Ue per ottenere la riapertura dei confini del Vecchio Continente per i viaggi di piacere. Innanzitutto, si deve trattare di Stati che hanno “una situazione epidemiologica sotto controllo”, ma soprattutto “che sono a buon punto nella campagna di vaccinazione”. Come precisato dalle fonti europee, a poter varcare i confini Ue saranno i soli turisti che hanno ricevuto la doppia dose di vaccino (o il farmaco mono-dose Johnson & Johnson). Porte chiuse, almeno per ora, ai vaccinati con il russo Sputnik o con le dosi cinesi prodotte da Sinopharm o Sinovac. 

Niente da fare per i vaccinati con Sputnik

Nel documento diffuso questa mattina dall’esecutivo Ue si precisa infatti che gli Stati membri non dovrebbero negare l’ingresso per turismo a chiunque abbia ricevuto la doppia dose di un vaccino approvato dall’Agenzia europea per i medicinali (Ema). Il lasciapassare per vaccinato si può estendere “anche a coloro che hanno ricevuto un vaccino che ha completato il processo di uso d’emergenza dell’Oms”. L’Organizzazione mondiale della sanità, così come l’Ema, non ha ancora autorizzato né il vaccino russo né le dosi sviluppate dalle case farmaceutiche cinesi. Di qui una probabile proroga allo stop nei confronti dei turisti provenienti da Russia e Cina, oltre che ai viaggiatori di altri Paesi definiti “sicuri” dall’Ue, ma ai quali è stata somministrata una dose non approvata. 

La soglia d'allerta

Per valutare la situazione epidemiologica dei Paesi extra-Ue, la Commissione propone incrementare il parametro d’allerta dagli attuali 25 casi positivi ogni 100mila abitanti accertati negli ultimi 14 giorni alla soglia di 100 casi ogni 100mila abitanti, sempre su base bisettimanale. Una soglia che, seppure innalzata, rimane notevolmente al di sotto dell'attuale media epidemiologica Ue, che è superiore a 420 infezioni ogni 100mila cittadini.

Decidono gli Stati

Saranno in ogni caso gli Stati membri a decidere se rinunciare all’obbligo di un test Pcr negativo e/o alla quarantena. La prospettiva di passare parte delle vacanze chiusi in hotel potrebbe, dunque, non svanire nel nulla anche dopo la doppia dose. I funzionari della Commissione europea lo ammettono senza nascondere una certa preoccupazione, ma le competenze in materia di gestione dei confini sono nelle mani dei Governi nazionali e, nonostante gli sforzi di Bruxelles per armonizzare le 27 discipline, se un esecutivo decide di mantenere l’obbligo di test o quarantena (o persino entrambi) per l’accesso al proprio territorio, l’Ue avrà le mani legate. 

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